Reddito di cittadinanza urgente, nell’epoca immorale delle disuguaglianze sociali

di Elio Lannutti (presidente onorario Adusbef)

Domani, sabato 20 maggio, alle 11,30, davanti la Basilica di San Pietro a Perugia, inizierà la seconda marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza, un reddito alla dignità umana indispensabile, per aiutare tanti disperati messi ai margini della società, necessario alla stessa funzione del ciclo economico, che falcidiando i posti di lavoro con la rivoluzione tecnologica, la robotizzazione e l’intelligenza artificiale, ha bisogno che i ceti popolari abbiano redditi minimi, per alimentare il ciclo produttivo.

I forti impatti sul mercato del lavoro di robotizzazione e sviluppo delle intelligenze artificiali, sono indubitabili e già profetizzati nel 2013 dallo studio di Carl Benedikt Frey e Michael Osborne della Oxford University in The Future of Employment secondo cui il 47% dei posti di lavoro degli USA è ad alto rischio di automazione nel giro dei prossimi vent’anni. Una ricerca più aggiornata, The Future of Jobs, del 2016 dal World Economic Forum, stima il numero di posti di lavoro persi dal 2015 al 2020 in tredici dei paesi più industrializzati del mondo (tra cui l’Italia) in 5,1 milioni, dove sia l’automazione che lo sviluppo delle intelligenze artificiali sono tra i principali fattori. Infine uno studio pubblicato nei primi mesi del 2017 da McKinsey Global Institute, calcola che quasi la metà, il 49% per la precisione, dei lavori svolti attualmente da persone fisiche, nel mondo, potranno essere automatizzati quando le tecnologie «correntemente sviluppate» si saranno diffuse su scala globale.

Richard Freeman, economista di Harvard, parla del rischio di un “feudalesimo dell’età delle macchine”
, con la robotizzazione, che “rischia di dividere le società tra i proprietari dei robot da una parte e i lavoratori dall’altra”, un aumento delle diseguaglianze sociali così evidenti, da aver spinto Bill Gates, patron di Microsoft tra gli uomini più ricchi del mondo, ad immaginare un nuovo ordine sociale, con la proposta di tassare il lavoro dei robot.

In quest’epoca immorale, dove non viene più contrapposta la morale dei signori e la morale del gregge (per Hegel quella del signore e dei servi, per Marx quella degli oppressi ed oppressori, per Nietzsche quella dei vincitori e vinti), ma della morale confiscata dall’ideologia liberista, tra il bene di chi la pratica ed il male di chi la critica, nell’Italia diseguale, il reddito di cittadinanza può restituire dignità, fiducia e speranza nel futuro a dimensione umana.

Norberto Bobbio, il teorico del diritto, aveva colto il segno dei mutamenti economici e sociali quando si soffermava sui tre principi dell’Illuminismo, alla base delle Costituzioni democratiche – libertà, eguaglianza e fraternità –con il primato dell’eguaglianza, perché senza di essa non ci sono né libertà né fraternità. La diseguaglianza- scrive il magistrato Paolo Maddalena- produce guerra, lotta per il potere, odio sociale, con la globalizzazione dei capitali, che ha generato la globalizzazione della povertà, creato la “gabbia” costituita dalle prescrizioni imposte dalla Troika (BCE, UE, Fondo Monetario Internazionale).

Un’Europa iniqua e diseguale, dove secondo OXFAM (confederazione di organizzazioni non governative, che lavora con più di 3 mila partner in 100 paesi), per trovare soluzioni idonee a battere la povertà e l’ingiustizia- “i due fattori chiave che esasperano le disuguaglianze in Europa siano l’austerity e un sistema fiscale iniquo e non sufficientemente progressivo, sono state le misure di austerity introdotte dopo la crisi finanziaria del 2008 – tagli alla spesa pubblica, privatizzazione dei servizi, deregolamentazione del mercato del lavoro – a colpire duramente i più poveri. Allo stesso tempo, le multinazionali hanno potuto sfruttare la differenza tra i sistemi fiscali degli stati Ue eludendo tasse per milioni di euro, privando i governi di risorse da offrire servizi ai propri cittadini”.

Oxfam (Oxford Commitee for Famine Relief),che di recente ha aperto uffici in Italia, nell’ultimo rapporto annuale diffuso a Davos, in Svizzera, mentre i potenti celebravano il consueto summit, ha diffuso dati sempre più preoccupanti. Dal 2015 l’1% più ricco dell’umanità possiede più ricchezza netta del resto del pianeta • Oggi otto persone possiedono tanto quanto la metà più povera dell’umanità • Nei prossimi 20 anni 500 persone trasmetteranno ai propri eredi 2.100 miliardi di dollari: somma superiore al PIL dell’India, Paese in cui vivono 1,3 miliardi di persone • Tra il 1988 e il 2011 i redditi del 10% più povero dell’umanità sono aumentati di meno di 3 dollari all’anno mentre quelli dell’1% più ricco sono aumentati 182 volte tanto.

Col presidente cinese Xi Jinping, che si ergeva a nume tutelare della globalizzazione e del libero mercato ed il New York Times, si chiedeva se l’appuntamento di Davos riuscirà a portare a conclusioni concrete per colmare queste disuguaglianze.

L’ultimo rapporto Istat sulla povertà (dicembre 2016), racconta una Italia ‘diseguale’, con 17 milioni 469 mila persone a rischio di povertà ed esclusione sociale, (oltre il parametro di 12 milioni 882 mila stabilito da Europa 2020), con famiglie con figli sempre più a rischio povertà ed esclusione sociale. Il tasso sale al 48,3% per le coppie con tre o più figli rispetto al 39,4% dell’anno scorso e raggiunge il 51,2% se si tratta di minorenni. Il reddito medio è di 29.472 euro, ma la metà delle famiglie non va oltre i 24.190 euro, mentre al Sud si scende a 20.000 euro.

In questo paese diseguale, dove lo Stato biscazziere non si pone il problema delle gravissime patologie prodotte dalla ludopatia, con milioni di poveri derelitti, costretti a pietire un pasto alla mensa, un letto all’ostello, un pacco di viveri, una scatola di antibiotici, affollare le mense della Caritas, (50 mila famiglie nel 2016 solo a Roma); si tarda a capire la necessità ed urgenza del reddito di cittadinanza.

Dal 2013, governi e parlamento, hanno legiferato per scardinare diritti economici e sociali, con decine di provvedimenti a favore di banche ed imprese, nel solco di una dottrina totalitaria denominata neo liberismo- descritta da Paolo Maddalena nel libro “Gli Inganni della Finanza”, introdotta negli USA da Milton Friedman, che ha sostituito la sovranità popolare con la sovranità di mercato, la prevalenza dell’economia sul diritto e sulle costituzioni, relegando gli uomini a merci (Voucher, Jobs Act), ideologia che ha corrotto la società, favorito le disuguaglianze, privatizzato i beni comuni, condotto l’economia in una delle più gravi recessioni della storia.

Milioni di italiani, impoveriti da politiche economiche recessive di governi, fedeli esecutori dei programmi di troika e cleptocrazia europea su fiscal compact, pareggio di bilancio, bail-in, con l’esproprio criminale del risparmio di intere vite di lavoro di 130.000 famiglie, con vecchi che non si possono curare e vivono sulla propria pelle condizioni di sofferenza e grave disagio sociale, non ritengono una soluzione il reddito di inclusione spacciato per lotta alla povertà, 480 euro mensili per 400 mila famiglie, con uno stanziamento di 1,6 mld di euro, rispetto ai 20 mld di euro per salvare le banche e le responsabilità di Bankitalia, Bce, cleptocrazia europea, quando l’ufficio pubblico di bilancio (Upab) stima tra 5 e 7 mld di euro i fondi necessari.

Nel paese che promuove il gioco d’azzardo il cui fatturato è di circa 100 miliardi l’anno di spesa, con lo Stato biscazziere che, invece di contrastare la dipendenza da gioco, con oltre 1 milione di persone afflitte da ludopatia, promuove l’azzardo, gli spot, la pubblicità, e consente allo psichiatra Paolo Crepet di infestare le principali trasmissioni delle TV pubbliche, per propagandare tesi a favore della lobby dei giochi, per santificare l’azzardo, sostenendo che sale slot, videopoker e slot machine creerebbero effetti positivi sulle persone quali “la socializzazione, il diritto al sogno, la possibilità di alleviare la propria amarezza e la propria tristezza”, in definitiva luoghi prescelti di aggregazione e felicità, il reddito minimo di cittadinanza proposto dal M5S, con coperture economiche appostate, rappresenta una sfida ed una speranza, per restituire fiducia nello Stato di diritto a milioni di cittadini.