#ProgrammaTurismo: la promozione turistica dell’Italia

di Mario P. Mazzei, Dirigente aziendale, Marketing manager nel turismo

A seguito di riforme costituzionali che hanno origine sin dagli anni 2000, tutte le competenze per il Turismo sono state in questi 17 anni trasferite dallo Stato alle Regioni. Questo ha provocato due aspetti poco positivi: primo, comunicazione del territorio e dell’Italia a livello internazionale molto frammentata e molto discutibile anche in termini di risorse investite; la seconda, anche questa importantissima è che non si è formata una governance unitaria a livello nazionale, poiché tutte le singole Regioni volevano esprimere le loro esigenze e quindi approcciare la promozione e la comunicazione in maniera estremamente frammentata.

L’Italia, le cui bellezze architettoniche, paesaggistiche, ambientali sono conosciute in tutto il mondo, non ha potuto con questo modello organizzativo e giuridico, beneficiare di una promozione e di una comunicazione che abbia e supporti lo sviluppo del Turismo italiano.

Questo stato di fatto ha messo anche in forte difficoltà gli imprenditori privati perché è evidente che mentre nel sistema privato, nella ristorazione, negli alberghi, nella ricettività, nella distribuzione turistica si sono fatti passi molto in avanti, il ruolo delle Regioni per la gestione della competenza non è stato positivo e in certa misura non ha promosso lo sviluppo del Turismo.
Occorre un punto fermo, bisogna arrivare a una governance unica e unitaria che ascolti tutte le esigenze espresse dai territori e dalle Regioni ma che poi ne faccia una sintesi e soprattutto, che sia l’unica responsabile delle attività strategiche di promozione e di comunicazione del Turismo a livello internazionale.
Faccio un esempio specifico: nelle competenze del Turismo delle Regioni ci sono anche i sistemi di classificazione degli alberghi. Oltre a quello degli alberghi diffusi. Ebbene, in Italia ci sono 20 modalità diverse di riconoscimento degli alberghi e questo per un turista internazionale non è accettabile perché in molti Paesi la classificazione è unica.

In questi anni le Regioni per esempio hanno partecipato alle fiere internazionali del Turismo ognuno col proprio stand, ognuno coi propri investimenti, magari facendo anche una corretta promozione ai prodotti locali però tante volte andando in sovrapposizione coi prodotti alimentari di altre Regioni. Questo in qualche misura va affrontato e va risolto da una promozione unitaria fatta da una struttura unica a livello nazionale.

La finalità è un’attività di promozione e commercializzazione dell’offerta turistica italiana che naturalmente deve essere integrata coi prodotti del Made-In-Italy e che poi abbia anche come fine ultimo quello di attrarre investimenti esteri nel tessuto turistico italiano. Al fine di favorire sempre di più l’occupazione e lo sviluppo dei territori, perché è questo, quello che ci interessa.

Considerando la necessità di agire attraverso la promozione l’Italia a livello internazionale ritieni opportuno la strategia unitaria e coordinata che accolga i piani di promozione delle Regioni e che naturalmente valorizzi i loro territori?
Come sempre su queste domande ci sono dei pro e dei contro.

Proviamo a ragionare sulle motivazioni a favore:
Primo: è una governance unica a livello nazionale che come abbiamo detto includa tutto quello che riguarda le esigenze delle Regioni e dei territori.
La seconda è dire basta, stop al proliferare di investimenti in comunicazione e promozione da parte delle singole Regioni. Terzo: accogliere sempre più e valorizzare sempre più le eccellenze territoriali.
A favore del no potrebbero esserci le scelte di coloro che vogliono dare maggiore flessibilità a strategie di comunicazione e promozione della Regione vogliono mantenere lo Status quo in termini organizzativi e giuridici raggiunti in questi anni.
Il Turismo oggi costituisce uno dei più efficaci comparti in grado di migliorare il contesto sociale e soprattutto la qualità della vita degli italiani.
A tali ricchezze si affianca anche l’attrattività dei brand italiani molto attivi, che sostengono le esportazioni e ci aiutano a rafforzare il brand Paese.

Sono espressioni di comparti del Made-In-Italy. Ne ricordo 3, che sono quelli che aiutano molto sull’esportazione: il fashion, il food, il furniture (tutte le forniture per il design e per quanto riguarda le abitazioni). A questo si aggiunge anche il fatto che l’Italia detiene il numero maggiore di siti Unesco al mondo, proprio per la sua straordinaria ricchezza.

La percezione che l’Italia nel mondo riesce a destare è straordinaria. L’ultima ricerca del (Country Brand ??) che indaga sull’appeal delle destinazioni Paese, dice proprio questo: l’Italia è al primo posto nel mondo nel Turismo per quanto riguarda l’heritage (un termine inglese che sta a indicare le tradizioni, i patrimoni culturali e storici) e questo rimane per l’Italia un asset straordinario che ci consentirà nei prossimi anni, se vogliamo e se ci riusciamo di colmare il gap.
La lenta digitalizzazione delle aziende attive nel Turismo ha causato un enorme ritardo nella creazione di un ecosistema digitale.
Una piattaforma che consenta di vendere meglio il Paese, di vendere meglio l’Italia. Soprattutto dove i turisti internazionali possano trovare i contenuti sui territori in multilingue, possano naturalmente poi procedere anche alle prenotazioni e questo è un passaggio a cui dobbiamo arrivare in fretta.
Interessante contenuti multilingua sui territori e informazioni affidabili sui servizi e poi una cosa fondamentale: il fatto che questi contenuti siano raggiungibili da una piattaforma multicanale: smartphone, notebook, social…

E’ chiaro quindi a un certo punto che bisogna migliorare di molto l’engagement e quindi questo rapporto coi visitatori è molto importante una strategia di comunicazione integrata che sia molto efficace in termini di promozione.
Per esempio potrebbe essere molto utile realizzare nelle principali città italiane e nei poli turistici più importanti dei nuovi modelli organizzativi, che si occupino più specificatamente di comunicazione e di promozione ai vari segmenti e che sono anche frutto di un accordo pubblico/privato. Quindi tra gli enti pubblici territoriali e le associazioni di categoria, degli agenti di viaggio, degli albergatori, dei ristoratori.