Per una Sicilia 5 Stelle

Di seguito un’intervista rilasciata da Beppe Grillo al mensile “S”

Lo Stretto l’ha già attraversato a nuoto, tutto quello che c’è da aspettarsi si sta già realizzando. Con una pattuglia di fedelissimi e il sostegno della “rete”, Grillo è pronto a governare in Sicilia. Ha le idee chiare sul Pd, sulla mafia, su Crocetta e sa come affrontare i problemi dei rifiuti, le questioni infrastrutturali e energetiche.

– Sicilia, si avvicinano le elezioni regionali, prima vera tornata importante. L’ultima volta lei ha attraversato lo stretto di Messina a nuoto, questa volta cosa s’inventerà?

Puoi essere simbolico una volta sola, con un messaggio preciso, queste cose non vanno ripetute perché perdono completamente il loro significato. I riti, nel loro ripetersi, vorrebbero vederci tutti lì fermi… cristallizzati e prevedibili. Credevo fosse ovvio.

– L’Isola è stata sempre un importante laboratorio politico per i futuri assetti nazionali, quale schema di gioco prevede per il prossimo autunno?

La logica che porta all’espressione “laboratorio politico” per noi non esiste.

– Il suo Movimento come intende muoversi sul dopo Crocetta?

Parlare di un prima e di un dopo Crocetta conferirebbe al PD una consistenza che non ha mai avuto, né in Italia e tantomeno in Sicilia. La loro filosofia, nelle regioni con una storia di criminalità organizzata consolidata, si riassume nelle figure di Crocetta qui e De Luca in Campania. In Sicilia non esistono proprio e mandano un rappresentante filosofico-inconcludente in attesa di sviluppi. In Campania il linguaggio è ben diverso, fa accapponare la pelle, la dimostrazione plastica del fatto che il PD non ha una propria consistenza, ma che è invasivamente disposto ad assumere qualunque forma pur di essere lì il giorno in cui la banca dei loro sogni gli conferirà il “buffetto d’oro”. E’ come l’acqua che prende la forma da prendere, neppure quella che resta, quella che va presa per dare meno noie possibili al malaffare in corso e magari pure qualche appoggio logistico/culturale.

– Qual è dunque il suo giudizio politico sull’operato dell’attuale governatore, Rosario Crocetta?

Io lo avrei assunto subito, ma come fermacarte. Come dicevo l’insussistenza di Crocetta è un messaggio preciso del PD alla mafia siciliana: “noi non disturberemo”

– Il candidato del M5s in Sicilia sarà Giancarlo Cancelleri o procederete con le primarie?

Il candidato verrà scelto dalla rete, come sempre

– Piattaforme petrolifere, il mare siciliano ospita colossi, anche della Edison, al centro delle nostre inchieste giornalistiche. Cosa ne pensa di come sono state gestite le estrazioni petrolifere fino ad oggi e che futuro avranno?

Il fossile non ha futuro, tutti i gruppi più grandi, nel mondo, stanno disinvestendo dal fossile

– Non è andata per niente bene con il sindaco grillino neo eletto a Gela, pensate che la strada delle espulsioni vi premi o sarebbe meglio il dialogo?

Adesso quel sindaco non ci rappresenta più. Il dialogo? Questa domanda mi fa precipitare indietro nella storia, io dialogo con chi cerca di ottenere obiettivi simili a quelli che mi sono posto io, non con tutti a prescindere. Cosa significa “dialogo” in casi come questo? Cercargli un’altra poltrona? Fare delle belle foto sorridenti insieme: l’Italia è soffocata da queste consuetudini velenose. Non cerchiamo di essere premiati dal dialogo o da qualcos’altro, vogliamo semplicemente che il nostro
messaggio arrivi chiaro, i cittadini sceglieranno.

– Rifiuti, in Sicilia le discariche sono in mano a pochi nomi noti, un notabile di Confindustria, un potente imprenditore siracusano e un imprenditore accusato di corruzione a Catania. Perché secondo Lei questo sistema non si riesce a cambiare e come lo affrontereste?

Il contrario dei fermacarte: atti amministrativi e poche parole.

– Cosa ne pensa del Ponte?

In questo caso il cittadino siciliano dovrebbe sentirsi offeso due volte: il ponte è riciclaggio sia locale che nazionale, il PD ha soltanto aggiunto un’opzione: dovrebbe fare anche da salvagente per loro. Il ponte come distrattore di massa e specchietto per i meno scaltri fra i grandi faccendieri industriali, che ancora giocano a prometterne la costruzione a qualcuno.

– Cosa ne farebbe dei fondi già spesi per la progettazione e delle penali che dovremo andare a pagare?

Penso che quel denaro era pubblico e pubblico deve ritornare.

– Siamo la regione con il più alto tasso d’incompiute e di crolli nelle infrastrutture. Affrontare il problema si può? E come?

Potrei dirle che ogni incompiuta fa storia a sé, in parte è la verità, ma così sei già inciampato nella “trappola dell’incompiuta”, perché le hai dato attenzione, ne hai fatto un caso. E allora, appena se ne fa un caso si finisce per legittimare quelli che vogliono buttarci altri soldi dei cittadini per sistemarci qualche parente, qualche sodale e qualche cellula dormiente mafiosa. Le incompiute hanno una sola soluzione: non se ne devono iniziare altre, lo stesso discorso che vale per il ponte… se parli del ponte lo fai per dimenticarti dell’altra grande incompiuta (la SA-RC).

– Il vostro Giancarlo Cancelleri ha rivelato a suo tempo, su questo giornale, di ricevere tutti i giorni, da quattro anni, richieste da Crocetta di entrare nell’attuale Governo, dietro questo rifiuto c’è anche il suo zampino?

Giancarlo e lo zampino di Grillo? Ma che domanda è…

– Il Centrodestra in Sicilia sta tornando a crescere nei sondaggi. Dicono di non temere affatto il centrosinistra, ma vogliono organizzarsi per sfidare voi 5 Stelle. Crede che i siciliani possano essere attirati ancora dalle campane di Miccichè e Berlusconi del 61 a zero?

Essere inseguiti da Berlusconi è tanto inedito (dicono tutti che i fantasmi non esistono) quanto poco interessante, difficile dare importanza a certi ricordi con tutto il futuro che ci aspetta. Ignorarlo è l’unica scelta strategica da fare veramente. Lo psiconano vive la Sicilia come il punto di riferimento iniziale delle sua storia personale e politica e sta cercando di scatramarsi partendo da qui. Un vero incubo che potrebbe diventare un fantasma soltanto se c’è rimasto ancora qualcuno disposto a prenderlo sul serio, certo noi non lo abbiamo mai fatto, perché dovremmo cominciare ora. Non credo che i siciliani vogliano cascarci di nuovo.

– Migranti, la Sicilia è terra di accoglienza, sia Lei che Luigi Di Maio avete parlato rpima di tutt e prima ancora del Procuratore Zuccaro ( procuratore Capo della Repubblica a Catania, ndr) di “ruolo oscuro delle ong”. Vuole approfondire il tema?

L’unica cosa da approfondire è il ruolo e le attività delle Ong. Noi abbiamo solo evidenziato quello che è sotto gli occhi di tutti.

– Gli sbarchi da noi sono diventati quotidiani e quasi insostenibili, le inchieste ci dicono inoltre che qui il business sia più diffuso che altrove. Come gestirebbe il Movimento questo problema?

Come, purtroppo, fra non molto bisognerà fare: attendere l’esito delle indagini. In molti operano per trasformare la disperazione di queste persone nel fenomeno del “caro estinto” europeo. L’unica cosa che c’è da imparare da questo intreccio riguarda la geopolitica del malaffare, questa è la faccia europea dello sfruttamento intensivo dei danni che creiamo… tante belle organizzazioni non regolamentate ma protette dall’estabishment hanno avuto guai serissimi con la giustizia.

– Crede che in Sicilia imbattersi con la mafia sia un “fenomeno fisiologico” o si può, e in che modo, restare indenni?

Si deve restare inavvicinabili, restare fuori dalla mafiosità (prerogativa italiana e non siciliana) come Patrizio Cinque. Non esistono strade diverse da questa, oltre a sostenere la lotta alle mafie sul piano della repressione, una volta al governo del Paese.

– A Roma, a Genova e a Palermo avete avuto dei problemi non da poco ultimamente, crede che ci sia un problema d’inesperienza sotto tutto ciò, o a monte c’è un problema di scelta degli uomini?

Non mi aspetto la mancanza di problemi per noi, non me la sono mai aspettata. Quello che stiamo ottenendo è di essere una soluzione per i cittadini italiani che vogliono tornare protagonisti della vita politica del loro paese.

– Perché crede che un futuro governo 5 Stelle sia in Italia “un fenomeno naturale”?

Semplice, siamo nati e continuiamo a crescere in modo spontaneo, senza ideologia. Non siamo un prodotto dell’uomo inventato come una campagna pubblicitaria, non siamo un fenomeno di doping della politica. Siamo una forza consistente e reale, è pertanto naturale che andremo al governo del Paese come è naturale che ci debbano tornare i cittadini. La Sicilia ha avuto l’intelligenza di Majorana e la profondità di Pirandello, la ferocia di Riina e la gestione del potere di Provenzano. La Sicilia è eterna. E’ crudele. E’ indefinibile. E’ ovunque ci sia un siciliano. Per chi vi è nato, Palermo è il centro del mondo. La Sicilia ha tutto. Sole, mare, paesaggi, arte, storia, agricoltura. La Sicilia non ha niente. Inceneritori, emigrazione, criminalità. E’ una chimera nata con l’Unità d’Italia. Una Nazione? Stato? Regione? In crisi di identità o, forse, con identità multiple. In Sicilia si dice ancora cattivo come un piemontese. I libri di storia raccontano la favola di mille camicie rosse che liberano un’isola di milioni di persone. Quell’isola è in catene. E’ autonoma, ma senza autonomia. Ricca, ma povera. Ha il maggior numero di patrimoni dell’umanità dell’UNESCO in Italia. Catania e Palermo sono sommerse dai debiti. L’Italia non ha fatto bene alla Sicilia.Forse, da sola, la Sicilia può risorgere. Con l’Italia, questa Italia, può solo affondare. U pisci feti da testa. E la testa è a Roma.