Vicini al popolo siriano, subito una inchiesta Onu indipendente!

di MoVimento 5 Stelle

Idlib, 4 aprile 2017. Negli occhi abbiamo tutti l’orrore delle immagini terrificanti diffuse dai media in queste ore. Un orrore che nessuno può ignorare o dimenticare. Così questa cittadina della Siria, sconosciuta al grande pubblico finora, è assurta all’attenzione del mondo.

Un punto sulla mappa importante e ben presente nella mente di chi segue la politica estera in quanto “capitale” dei territori controllati dalle milizie di Fateh al-Sham, già conosciuta come Jabhat al-Nusra, precedentemente affiliata ad al-Qaeda.

La nostra condanna dell’uso della forza e della violenza come strumento di risoluzione delle crisi internazionali è ferma e totale. Noi siamo sempre contro chi uccide. E chiediamo che venga compiuta un’indagine accurata e scevra da ogni strumentalizzazione (da un lato e dall’altro) da parte degli investigatori della sezione dei crimini di guerra delle Nazioni Unite sull’attacco con armi chimiche che, in quanto tale, rientrerebbe senz’altro nella categoria dei crimini di guerra e contro l’umanità.

Chiediamo che gli attori coinvolti sul territorio, lealisti e ribelli, si mettano a disposizione degli ispettori Onu per appurare la veridicità dei fatti e definire i responsabili di questo orrore.

In Siria è in corso una guerra per procura che si protrae ormai da oltre se anni. Centinaia di migliaia di vittime, milioni di sfollati. Non è una guerra cominciata ad Idlib, è una guerra mossa da interessi di altri Paesi e non certo da quelli del popolo siriano. Usa, Arabia Saudita, Paesi del Golfo e Turchia da una parte. Mosca, Iran, Hezbollah e Assad dall’altra.

Di risultati tragici, e teatri analoghi, finora ne abbiamo conosciuti tanti, fin troppi: Afghanistan, Iraq, Libia. Una lunga scia di caos, di sangue e di dolore. E la sensazione è che, tutto sommato, a tanti attori, geopolitici e non, vada benissimo continuare così. Ma non sono e non saranno mai le tribune mediatiche la via per una soluzione di un conflitto come quello siriano. Servono dei tavoli negoziali, schietti e trasparenti. Intorno ai quali la priorità di tutti dovrebbe sempre essere conseguire la pace.

Con il cuore e la testa vicini al popolo siriano. Oggi e sempre.