#Renzopoli: lo scandaloso salvataggio dell’Unità

di MoVimento 5 Stelle

Ci risiamo: dopo l’inchiesta Consip, tuttora in corso e con Tiziano Renzi e il ministro Luca Lotti tuttora indagati, spunta un nuovo capitolo del sistema ‘Renzopoli’. Ancora una volta è una storia di imprenditori che avrebbero vinto appalti grazie ai rapporti ravvicinati con la politica e che svela come funziona il sistema di potere renziano, dove se sei amico dell’ex Presidente del Consiglio ed ex segretario del PD ti guadagni un posto in Paradiso, mentre il Paese reale lentamente muore. A raccontarci questa storia è la trasmissione Report e al centro c’è il salvataggio del quotidiano del PD L’Unità.
Nel 2014 L’Unità perde circa 5 milioni di euro l’anno e non va oltre le 7 mila copie vendute al giorno. Il giornale, che rischia di chiudere, viene acquistato dal Gruppo Pessina, i cui utili in quello stesso anno crollano del 96%.
Perchè un gruppo imprenditoriale che se la passa così male si interessa al salvataggio e all’acquisto de L’Unità e a un’operazione economica a perdere?
Secondo le testimonianze raccolte da Report, i registi dell’operazione sarebbero il tesoriere del PD Francesco Bonifazi e lo stesso Matteo Renzi. E la vendita de L’Unità sarebbe un’operazione di scambio politico: Pessina compra e salva il giornale del PD, e subito dopo ottiene appalti su 9 progetti in Kazakistan, oltre ad appalti per 5 milioni di euro per la costruzione di ospedali in Iran. Renzi, nel suo viaggio a Teheran, insieme a ciò che rimane delle nostre grandi aziende – Eni, Enel, Ferrovie dello stato – porta con sé anche Guido Stefanelli, socio di Pessina e amministratore delegato de L’Unità. Renzi, insomma, si sarebbe portato nei suoi viaggi istituzionali, finanziati dallo Stato, i finanziatori del giornale del PD, che poi avrebbero beneficiato di appalti frutto di accordi governativi. Nel 2015 il Gruppo Pessina ottiene commesse per ben 236 milioni di euro.
Vi sembra tutto normale??
Noi siamo stufi di questo sistema e di una Renzopoli dove l’ex presidente del Consiglio continua a piazzare i suoi uomini nei posti nevralgici delle istituzioni.
Renzi e il PD hanno risposto all’inchiesta di Report con la minaccia di querele, noi invece chiediamo che venga a galla la verità. La gravità politica di questa vicenda è chiara, alla magistratura spetterà rintracciare anche l’esistenza di eventuali responsabilità penali a carico di Matteo Renzi e del PD.

Segui qui la conferenza stampa dei portavoce del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico e Carlo Martelli.