#ProgrammaTrasporti: la mobilità urbana

di MoVimento 5 Stelle

Rendiamo vivibili le nostre città. In Italia ogni 100 abitanti ci sono 61 automobili. La media in Europa è di 48. Questo ha conseguenze sulla salute dei cittadini (lo smog causa ogni anno 84.400 morti premature) e sulla sicurezza stradale (il traffico aumenta statisticamente il numero degli incidenti). È necessario investire sul trasporto amico del clima, come le biciclette e le ferrovie. Lo Stato deve sostenere gli sforzi degli enti locali che vogliono puntare sulla mobilità dolce e investire di più nel trasporto pubblico e meno nelle grandi e inutili opere. La settimana prossima voterai le misure che ritieni prioritarie per scoraggiare l’uso dell’auto privata a favore del trasporto sostenibile, collettivo e condiviso.

di Giulietta Pagliaccio, Presidente FIAB
“Il tema della mobilità urbana ed extraurbana è un tema importante se pensiamo al futuro delle nostre città. Spostare il traffico dall’auto privata ad un altro mezzo di trasporto (i piedi, il mezzo collettivo o la bicicletta) impone una politica adeguata per restituire spazio alle persone. Quindi serve un processo di democrazia dello spazio.

Il diritto alla mobilità delle persone, che molti citano, è il diritto a muoversi e nella Costituzione non è presente il diritto a muoversi in auto. Abbiamo necessità di muoverci e per venire incontro a queste necessità. Bisogna ridisegnare e rivedere la mobilità all’interno delle nostra città attraverso una pianificazione generale degli spostamenti delle persone, offrendo diverse opzioni di spostamento, come il trasporto collettivo piuttosto, quello pubblico o l’uso della bicicletta. La bicicletta è un mezzo straordinario per venire incontro al 50% dei nostri spostamenti che sono tra i 2 e i 5 chilometri.

Proporre un metodo diverso di mobilità significa dotare la città di infrastrutture adeguate e per infrastrutture intendo il trasporto ferroviario o in metropolitana. Questi sono investimenti che in Italia andrebbero potenziati enormemente perché, fatte salve alcune realtà, c’è un deficit infrastrutturale ancora importante e significativo che non permette al cittadino di fare la scelta libera di prendere un altro mezzo di trasporto. Troppo spesso i cittadini sono obbligati a prendere la propria automobile per poter raggiungere il posto di lavoro. Quindi, tanti temi diversi che però riconducono tutti a una politica reale per la mobilità sostenibile. Mobilità sostenibile che è diventata indispensabile per una questione di spazio. Questo lo dice l’Onu: nei prossimi 50 anni, oltre il 60% della popolazione vivrà in città e dunque: una testa un’auto non è più possibile. Bisogna ripensare tutto l’impianto delle nostre città per poterla vivere a piedi, in bicicletta, col mezzo di trasporto pubblico, con l’auto condivisa e da ultimo quando proprio è necessario anche con la propria auto.

Ora che ho cercato di dare un quadro generale del tema della mobilità e dei trasporti per una politica della mobilità sostenibile entriamo nel merito di quelle che sono delle possibili priorità di intervento. Intanto, si parla di aumento della tassazione sull’acquisto di nuove auto a combustione. Ovviamente questo può essere disincentivante ma nello stesso tempo dà risorse nuove che possono essere, anzi devono essere, poi reinvestite in politiche adeguate per la mobilità altra, cioè trasporto pubblico o infrastrutture ciclabili, eccetera. L’incremento delle accise sul carburante è un tema sensibile. È evidente che se io ho necessità di prendere l’auto e sono obbligato questo mi crea un problema, ma nello stesso tempo se io progressivamente riesco a fare a meno dell’auto grazie al fatto che con l’aumento dell’accise io investo queste risorse in altri mezzi di trasporto, a quel punto io non avrò la necessità di prendere la mia auto privata per andare a lavoro. Una maggiore dotazione di risorse per l’acquisto di mezzi pubblici: dovendo dare delle alternative all’auto privata è evidente che si deve investire nel mezzo pubblico. Questo investimento va calibrato per le esigenze della città e ovviamente non tutte le situazioni sono uguali e va tenuto presente che il trasporto pubblico non può essere puntuale in ogni angolo della città. Il solo mezzo di trasporto che permette di fare una attività intermodale è la bicicletta. L’aumento delle sanzioni per il mancato rispetto del Codice della strada. Anche in questo caso, ogni aumento economico ci crea sempre qualche problema ma è importante che ci sia dall’altra parte una buona gestione di queste nuove risorse, per cui non si stente dire più che il Comune fa cassa. Il Comune penalizza chi non rispetta il codice della strada ma nello stesso tempo quelle risorse servono per esempio per mettere in sicurezza quella strada.

Disincentivi ai Comuni che non estendono le zone a traffico limitato o le zone con limite di velocità al di sotto dei 30 Km/h. Anche questo è un tema importante, quello di incentivare una amministrazione pubblica o disincentivarla ad attuare determinate politiche. È importante che un governo nazionale aiuti un Comune a “ristrutturare” la propria città. Quindi sicuramente può esser penalizzante per un Comune, ma nello stesso tempo gli impone di rivedere la propria situazione viabilistica della città e dunque anche il costo dei parcheggi. È un tema fondamentale quello dello spazio pubblico che va ben gestito e chi lo gestisce bene sa che lo spazio nelle zone centrali è molto più prezioso di quello nelle zone periferiche e quindi anche il costo del parcheggio va adeguato. Ben vengano gli incentivi ai Comuni che, per esempio, realizzano parcheggi esterni alla città togliendo dei parcheggi, o facendoli pagare più cari, all’interno della città. Gli incentivi ai Comuni di un’area vasta che realizzano un piano di trasporto pubblico locale è un tema importante perché una persona sempre più difficilmente abita in una città e svolge là la sua attività. Ci si muove sempre in un’area più vasta. Da ultimo, le modifiche al Codice della strada sono un intervento prioritario perché il Codice della strada odierno, per come è strutturato, è molto limitante rispetto agli utenti della strada. Bisogna rimettere al centro la persona. La persona che si muove in una città, in un territorio, a volte a piedi, a volte in bicicletta o con il trasporto pubblico, ma il Codice della strada che regola le norme di tutti quanti noi è bene che sia aggiornato perché oggi segna il passo, è vecchio rispetto alle nuove esigenze delle persone e delle città”.