La battaglia di civiltà contro il gioco d’azzardo dei sindaci 5 Stelle

Lettera aperta dei sindaci del MoVimento 5 Stelle

L’azzardo di massa sta segnando sempre di più il volto delle nostre città: negozi e botteghe artigiane chiudono per mancanza di clienti e al loro posto proliferano sale da azzardo con il loro contorno di finanziarie e “compro oro”; bar e tabaccherie sono diventati mini-casinò -dove di fatto azzardano anche preadolescenti- e una delle cause principali di indebitamento di famiglie e imprese. Accanto a questi luoghi si è diffusa l’usura, dove non sia la criminalità stessa ad infiltrarsi nella gestione delle sale.
Nel 2016 in Italia, si sono “giocati” 95 miliardi, infrangendo ogni record: 7,9 miliardi al mese, 260 milioni al giorno, quasi 11 milioni l’ora; una somma pari al 4,75% del PIL, al 12% della spesa delle nostre famiglie, su cui ricadono i drammi umani, aggravati da indebitamento ed usura.

Per chi come noi, riveste il ruolo di Sindaco è un dovere morale
, prima ancora che politico, intervenire su questa nuova alienazione che spesso porta una pesante dipendenza patologica e danni al tessuto economico e sociale.
In questi anni molte amministrazioni comunali hanno disposto, attraverso regolamenti e ordinanze, limitazioni di orari e distanze dai luoghi sensibili (scuole, chiese, luoghi di socializzazione) a tutela della salute delle fasce deboli, anziani e minorenni su tutti, e per ridare un volto più umano alla città. Lo hanno fatto affrontando i ricorsi dei gestori, supportati dai colossi finanziari della filiera. E la loro costanza ha vinto: negli anni le sentenze dei TAR, del Consiglio di Stato e della Corte Costituzionale hanno sancito che le norme regionali e le prescrizioni comunali in questo ambito sono legittime, anzi doverose.

Sappiamo bene che un fenomeno di questa portata non si combatte solo con misure restrittive, ma anche promuovendo spazi sociali, sportivi e culturali, dove le persone possono sviluppare relazioni umane e coltivare quegli interessi che sono alla base di una società sana e consapevole. Ma è imprescindibile fronteggiare un mercato di massa che va a cercare le vittime nei contesti di vita e che porta solitudine, passività e degrado.

Le comunità locali, insieme alle autorità di pubblica sicurezza e alle forze di polizia dislocate sul territorio, sono i primi sensori in grado di percepire i rischi per la salute, il degrado urbano e il diffondersi delle illegalità, dovremmo dunque riconoscere ai sindaci poteri autorizzativi e di diniego oltre che di regolamentazione.
In Conferenza Unificata Stato/Regioni si cerca dunque di convincere gli Enti Locali a rinunciare alle loro prerogative e ad accettare un compromesso sulla pelle viva delle persone.

Il Governo propone una riduzione formale dei luoghi di azzardo, che diverrebbero però mini casinò non soggetti alle norme locali: dei porti franchi liberi di piazzarsi accanto ad una chiesa una scuola o un centro giovanile, divenendo più efficaci nell’andare a catturare nuove vittime.

Per evitare tutto questo, basta che una sola regione resista e il Governo non potrebbe più procedere con decreto legislativo: sarebbe necessario passare per il Parlamento dove, lo sappiamo, esiste una sensibilità contraria all’azzardo.

Chiediamo dunque ai presidenti di Regione, soprattutto a quelli che in questi anni si sono dimostrati più sensibili al problema, di essere coerenti con l’impegno di tutelare sempre e comunque i propri cittadini, garantendo la facoltà di Comuni e Regioni di regolamentare il fenomeno dell’azzardo. Ai nostri colleghi sindaci, invece, chiediamo di condividere il presente appello a sostegno di una battaglia di civiltà per il benessere delle comunità.

È un appello che ci sentiamo di rivolgere anche pensando alle famiglie delle vittime dell’azzardo, ai volontari dei centri anti-usura e dei giocatori anonimi, alle tante persone che hanno messo a disposizione il loro tempo per organizzare gli SlotMob.