È arrivata la stangata di primavera

di MoVimento 5 Stelle

E’ arrivata la stangata di primavera, che ne preannuncia una ancora peggiore in autunno. Con la manovra correttiva siamo agli illusionismi da bancarella, ai trucchetti contabili di quart’ordine, conditi da fake news, per mascherare quello che si prepara ad essere un altro bagno di sangue.
Leggiamo che l’anno prossimo l’Iva dovrebbe “ridursi” dal 13 all’11,5%. In realtà, proprio nel ponte del 25 aprile, il governo ha messo nero su bianco, per la prima volta, un aumento di un punto e mezzo che, unito alla stangata dell’aliquota principale che sale dal 22 al 25%, fa per il momento una mazzata dal oltre 600 euro l’anno per una famiglia media, come calcolato da Adusbef e Federconsumatori.

E’ come se l’esecutivo dicesse agli italiani: “Intanto mi prendo i soldi, anche se meno di quanto vi avevo detto. Poi, tranquilli, vi restituisco tutto in autunno”. Le alchimie contabili di Gentiloni e Padoan, dettate dall’ignobile austerity imposta dalla Commissione Ue, creano solo opacità. Ma gli italiani hanno compreso il tentativo disperato di arrampicarsi sullo specchio liscio di una politica economica ridotta a mero ragionierismo sugli zerovirgola che non affronta i problemi del Paese.

Quindi c’è il prestito forzoso che lo Stato chiede a imprese piccole e piccolissime, ma pure ai malcapitati professionisti sotto forma di split payment, combinato con la stretta sulle compensazioni. Parliamo di oltre 5 miliardi, di cui soltanto 1,5 di presunto recupero di evasione. Per il resto abbiamo quasi 4 miliardi a titolo, soltanto, di anticipo di cassa che poi lo Stato dovrà restituire, anche se con maggiori ostacoli a causa del giro di vite sulle compensazioni (tra crediti e debiti fiscali), appunto.
Per le imprese è una mazzata sul fronte della liquidità che le costringe spesso a contrarre prestiti bancari con centinaia di milioni di interessi passivi a carico. E pensare che il direttore dell’Agenzia entrate, Rossella Orlandi, aveva promesso rimborsi veloci per bilanciare split payment e reverse charge. Vedremo cosa avrà da dire la Ue sull’abuso di questa inversione contabile.
C’è inoltre, nella manovra, la stretta sui pignoramenti dei beni immobiliari di un governo ipocrita che ha abolito Equitalia solo a chiacchiere e infine l’ennesimo condono sulle liti fiscali che tra l’altro è strutturato in modo del tutto insensato, perché implica il pagamento di tutte le imposte contestate anche a chi ha già vinto in primo o secondo grado di giudizio. Siamo all’improvvisazione disperata di chi non sa da che parte tirare una coperta sempre più corta per colpa di un approccio ragionieristico e succube dei diktat dell’Europa germano-centrica.