Per una #PoliticaPulita aboliamo la tassa sull’onestà

di Danilo Toninelli

Il MoVimento 5 Stelle come tutti sanno si è dotato da sempre di un codice etico che serve a impedire le candidature di chi non ha la fedina penale pulita. Lo sanno perfettamente le migliaia di nostri iscritti che in questi giorni hanno completato le liste civiche per le elezioni comunali di primavera e che solo grazie a questi documenti potranno essere certificati.

Una questione del tutto politica, non giudiziaria, perché i giudizi penali sono compito dei magistrati, ma per provare a costruire una classe dirigente nuova secondo noi questo è un punto di partenza essenziale.

Che l’applicazione delle nostre regole sia una buona pratica da diffondere in politica è stato riconosciuto di recente dal pm antimafia Nino Di Matteo e dal Presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione e il fatto che questa pratica sia stata copiata in recenti elezioni anche da altre forze politiche è uno dei segni della rivoluzione che il M5S sta portando all’interno del sistema.

C’è però un problema. Per dimostrare la propria situazione giudiziaria attualmente è necessario ottenere non uno ma ben due certificati diversi: il certificato penale per le situazioni processuali concluse e il certificato dei carichi pendenti per quelle in corso. Ottenere queste certificazioni dovrebbe essere un diritto per tutti, ma di fatto ambedue hanno un costo di circa venti euro tra bollo e diritti, che quindi raddoppiano per due certificati. Il tutto per poi dover aspettare molti giorni per il rilascio a meno di non pagare ulteriori 3,84 € per il rilascio in giornata. In totale si arriva a quasi cinquanta euro. Questo significa che per potersi candidare anche in una lista per le elezioni amministrative in un piccolo comune, un cittadino che voglia farlo dimostrando a priori di non avere pendenze è costretto a spendere circa cinquanta euro, oltre al tempo necessario per recarsi in orari di lavoro in uffici pubblici che per giunta, con buona pace della semplificazione e della digitalizzazione sbandierata, rifiutano il rilascio online di questi documenti essenziali anche se richiesti attraverso la posta elettronica certificata.
Così, sull’attuazione di quella che sarebbe una prassi contro la cattiva politica si viene a configurare una vera e propria “tassa sull’onestà”.

Il rilascio di questi certificati è però gratuito, cioè esente da tributi, in diversi casi: per esempio quando deve essere esibito nelle procedure di adozione, affidamento di minori o quando deve essere usato nell’assistenza obbligatoria nelle cause di lavoro.

Lanciamo quindi un appello al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, per estendere l’esenzione del pagamento di questi certificati quando siano finalizzati alla candidatura a una carica politica o amministrativa elettiva. In questo modo tutti i partiti potranno costruire con più facilità delle liste fatte esclusivamente di candidature pulite e certificate e si favorirà questa pratica. Per una politica pulita, aboliamo la tassa sull’onestà.