Operaio torna in fabbrica dopo trapianto di fegato ed è licenziato

di Marco Bazzoni*

Erano da poco passate le ore 19 e navigando sui google news, trovo questa notizia “Operaio torna in fabbrica dopo trapianto di fegato ed è licenziato”. Sono rimasto a bocca aperta, in silenzio per diversi minuti. Dopo essermi ripreso, ho pensato, forse ho letto male, non è possibile, ne sono accadute di cose vergognose in Italia, ma stentavo a crederci, non potevo credere che una cosa così vergognosa e allucinante fosse appena capitata in Italia.

Antonio Forchione, 55 anni, è stato a casa per 8 mesi, per un trapianto di fegato obbligato per un brutto male, visto che i medici gli avevano dato appena 6 mesi di vita se non si operava e la Oerlikon Graziano, azienda dove Antonio ha lavorato per 27 anni, lo licenzia senza pietà.
Questo il ben servito dopo aver lavorato una vita in questa azienda.
A chi ha voluto il jobs act per rendere il lavoro più flessibile, tanto che adesso in Italia abbiamo il lavoro più flessibile di Europa, voglio dire, che non c’era bisogno di farlo, i datori di lavoro, se vogliono licenziare lo trovano sempre il modo per farlo.
Ma farlo in questo modo indegno, e soprattutto vergognoso e senza motivo, lo trovo a dir poco scandaloso.

La politica deve intervenire
, le Istituzioni devono intervenire, non è possibile che nel 2017 accadano ancora queste vergogne in Italia.
Questo povero operaio si trova a 55 anni senza lavoro, e senza un briciolo di speranza di ritrovare un lavoro a quella età.
Tutta la mia solidarietà a lui e alla sua famiglia.
Tutto il mio sconcerto e indignazione verso un’azienda, la Oerlikon Graziano, che non ha per niente a cuore i diritti, ma soprattutto il rispetto di un lavoratore.

*Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze