Le nomine alle partecipate le ha decise Renzi? #PadoanRispondi

di Gianluca Castaldi e Gianni Girotto

Le liste del MEF per il rinnovo dei consigli di Enav, Enel, Eni, Leonardo, Poste Italiane (che verranno nominati dalle assemblee di approvazione dei bilanci 2016) impongono di chiedere conto delle ragioni e delle finalità di queste nomine: più che le conferme, (con tutte le nostre riserve già espresse nel 2014) prevedibili nelle Partecipate, siamo sconcertati dai ricambi proposti, soprattutto perché non giustificati in nessun modo da considerazioni industriali, ma dettate solo da logiche politiche, con sullo sfondo lo scontro in atto tra governo e vertici “esterni” (Renzi) del Pd sulle privatizzazioni e sugli interventi ai conti pubblici richiesti dall’Europa!!!!

Nella Risoluzione approvato 4 giorni fa dalla 10 Commissione Industria, Commercio e Turismo, alla unanimità, sono stato indicati impegni per il Governo che prevedono, tra altre cose:

a) “la riconferma degli amministratori uscenti a un’analisi rigorosa dei risultati, considerando non solo il ritorno per l’azionista ma anche le ricadute dei piani industriali sull’economia, in particolare sull’occupazione e sulla sicurezza sul lavoro, e sull’ambiente, con particolare riferimento agli accordi internazionali e ai programmi europei in materia di clima ed energia”;

b) “impostare la selezione dei candidati, in particolare dei presidenti e degli amministratori delegati, sulla base del merito, attribuendo particolare rilievo all’esperienza in business almeno affini, e assicurare l’equilibrio di genere nel complesso delle diverse funzioni”.

Il pavido Padoan sostiene che “i nominativi che compongono le liste sono stati individuati secondo una procedura di selezione, svolta con il supporto di primarie società di consulenza per la selezione e il reclutamento manageriale sulla base di criteri di professionalità e secondo prassi di uso comune di mercato”.

Allora spieghi a noi, al popolo italiano cosa c’entra un banchiere, anzi il Banchiere per antonomasia Alessandro Profumo ex presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena e amministratore delegato del gruppo Unicredit per tanti anni, con LEONARDO(ex Finmeccanica) azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Forse perché’ ritiene business affini quello delle armi con le banche?

E spieghi cosa c’entri sempre con il business di Leonardo, ad esempio, Luca Bader, dal 2008 al 2014 responsabile del Dipartimento Affari Esteri del Partito Democratico per i rapporti con Nord America ed Europa. C’è bisogno di qualcuno che parli inglese al posto di Renzi?

E come spiega l’arrivo di Matteo Del Fante, fiorentino, alla guida di Poste direttamente dal vertice di Terna, dove era approdato a maggio del 2014 per scelta del governo Renzi?(con un passato in JP Morgan, tanto per cambiare)?

E che bisogno c’era per indicare nel CdA di Poste Italiane un professionista già membro del CdA del Poligrafico e Zecca dello Stato ?

E’ in grado il pavido Padoan di rendere noti
“gli atti volti alla definizione delle liste per i consigli di amministrazione e a esplicitare nei medesimi atti le singole fasi procedimentali svolte, con particolare riferimento all’acquisizione del concerto con altri Ministeri competenti per materia, secondo quanto previsto dalle relative disposizioni di legge o di regolamento ministeriale, e al ruolo eventualmente svolto dall’attuale Presidente del Consiglio dei ministri e dall’ex PdC? E quali sono le fumose ed indistinte “prassi di uso comune di mercato”? Forse quelle di consultare gli ex PdC per farsi imporre i nominativi da designare??E la conferma di De Scalzi?? E quali equilibri di genere nel complesso delle diverse funzioni è stato assicurato rispetto alle nomine fatte nel 2014?Chiederemo a Padoan si venircelo spiegare in Senato!!!!

Le Partecipate non sono la porta girevole che conduce alla sistemazioni degli “amici”
di un ex presidente del Consiglio, e men che meno i “luoghi ” dove compensare le diatribe del PD!!Ci libereremo con le elezioni di questi asservimenti!