Confindustria: lo scandalo al Sole24Ore metafora di un Paese divorato dall’illegalità

di Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

Lo scandalo al Sole 24 Ore, quotidiano economico di quella Confindustria che predica bene, ma razzola male chiedendo ai governi di turno norme ad hoc che stridono spesso con lo Stato di diritto, gli interessi generali ed il bene comune, quando non si oppone a sacrosante proposte di legge, come la class action, presentata da Alfonso Bonafede (M5S) ed approvata all’unanimità dalla Camera dei deputati il 4 giugno 2015, ma bloccata al Senato per bocca di Maria Elena Boschi, che ha raccolto il veto due giorni dopo il 6 giugno 2015 al convegno dei giovani industriali di Santa Margherita Ligure, perché non è una proposta del Governo, è la metafora di un Paese divorato dalla illegalità, ai primi posti per corruzione, tra gli ultimi per libertà di stampa, le due facce della stessa medaglia.

Nei giorni scorsi, dopo circostanziate denunce di Adusbef alla silente Consob (1 giugno 2016) ed alla magistratura, interrogazioni parlamentari del M5S alla Camera dei Deputati, (primo firmatario Daniele Pesco, addirittura minacciato di denuncia dal direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano), la Procura della Repubblica di Milano, ha inviato il nucleo speciale di Polizia valutaria della Gdf, guidata dal colonnello Gabriele Procucci, ad eseguire 4 decreti di perquisizione disposti dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dal sostituto Gateano Ruta, sui conti del gruppo Sole 24 Ore, che vede 10 persone indagate per false comunicazioni sociali e appropriazione indebita da circa 3 milioni di euro, per una presunta fittizia sottoscrizione di decine di migliaia di abbonamenti digitali.

Le perquisizioni, della Guardia di finanza, nei confronti di Benito Benedini, ex presidente del Gruppo editoriale, Donatella Treu, ex amministratore delegato, Roberto Napoletano, direttore del quotidiano economico, disposte per il reato di false comunicazioni sociali e falso in bilancio, mentre altri dirigenti del gruppo e di società partner, sono indagati invece con l’accusa di appropriazione indebita, compresa la società Di Source Limited, che avrebbe ‘gonfiato’ gli abbonamenti digitali.

L’ultima semestrale del Gruppo si è chiusa con un buco di 50 milioni, il valore delle azioni è crollato a picco attorno a 30 centesimi, portando in sette anni ad una perdita del 95 per cento del valore, con il sospetto avanzato negli esposti di Adusbef, negli atti di sindacato ispettivo del M5S e di alcuni giornalisti a schiena dritta del Sole 24 Ore come Nicola Borzi e del cdr, che almeno a partire dal 2012, i dati di diffusione del quotidiano siano stati gonfiati, anche con la finalità di falsare il mercato della raccolta pubblicitaria, tramite acquisti fittizi di oltre 100mila abbonamenti digitali, che sarebbero stati effettuati da società riconducibili a manager ed ex manager del gruppo, fra cui l’anonima britannica Di Source Limited.

Il direttore del Sole 24 Ore, Radio24 e Radiocor Roberto Napoletano, già sfiduciato dalla sua redazione il 4 ottobre 2016 con l’apertura dell’inchiesta della Procura contro ignoti, con l’assemblea dei giornalisti che gli aveva negato il rinnovo della fiducia, (3 giornalisti su 4, il 74,4% che si erano espressi contro la sua gestione), rimasto in sella per la strenua difesa del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, raggiunto da un avviso di garanzia per false comunicazioni al mercato il 10 marzo 2017, invece di dimettersi, ha chiesto al CDA di autosospendersi, nonostante i giornalisti del Sole avessero votato al 90% uno sciopero ad oltranza, fino a quando Napoletano non si dimette o venga dimissionato.

Il presidente di Confindustria Boccia, avrebbe accettato l’autosospensione del direttore Napoletano con affidamento del giornale ad interim al vicedirettore Alberto Orioli, che non servirebbe a fermare lo sciopero dei giornalisti, che anche oggi in attesa di un Cda convocato per le ore 17,00, hanno ribadito in una lettera appello la loro richiesta per: “restituire dignità e prestigio a una testata la cui credibilità è stata drammaticamente compromessa da mesi a questa parte, la cui reputazione non può essere ulteriormente legata alla sorte di chi si trova indagato per un reato assai grave”.

Ed a fronte all’appello del comitato di redazione, di ‘essere stati costretti allo sciopero ad oltranza, dopo avere chiesto da tempo un cambiamento in totale discontinuità, ed espresso ‘enorme amarezza per essere arrivati sino a questo punto’, suona stonata la sicumera del direttore che continua a sentirsi fortissimo, con diversi giornalisti del Sole che sostengono di avergli sentito dire: “Se cado io cade anche Boccia”. Cosa c’è dietro questa frase? Non è arrivato il momento di restituire ai giornalisti del quotidiano economico, che assieme ai poligrafici devono affrontare gravi sacrifici ed un piano di lacrime e sangue, per precise responsabilità di una gestione economica ed editoriale rovinosa, un direttore di cui abbiano piena fiducia ?