Per favore: applichiamo il codice etico M5S al Pd

di Luigi Di Maio

Il segretario del Pd non ha speso nemmeno una parola per il sindaco piddino arrestato qualche giorno fa, ma ha trovato il tempo per attaccare il codice etico del MoVimento 5 Stelle, che è stato pubblicamente elogiato dal magistrato Nino Di Matteo. Il nostro codice etico non è garantista, è onesto. Facciamo una distinzione tra il procedimento giudiziario e l’opportunità politica, se beccassimo uno dei nostri con le mani nella marmellata ci metteremmo mezzo secondo a mandarlo a casa senza aspettare neppure la condanna in primo grado. Altrimenti leggiamo le carte e valutiamo, come abbiamo sempre fatto e continueremo a fare. Ma se è davvero così sicuro del nostro “garantismo“, perchè non applica il nostro codice al Pd? Così vediamo quanti gliene restano.

Oggi Renzi ha rivelato che non è beneficiario di nessuna polizza vita, tranquillo: non gliene frega niente a nessuno. Piuttosto potrebbe raccontarci la storia della casa di Carrai. O anche voi avete un amico che paga l’affitto della casa in cui siete residenti?

Nel frattempo continua a prendere in giro gli italiani: ha detto che vuole votare subito, ma sta perdendo tempo per fare guadagnare ai suoi la pensione che scatta a settembre. Se volesse votare davvero, farebbe approvare la nostra proposta per armonizzare la legge elettorale delle due camere e farebbe dimettere seduta stante Gentiloni. La verità è che Renzi non vuole votare: sa che solo il MoVimento 5 Stelle arriverebbe al 40% e lui sarebbe finito.