L’inquinamento del quale nessuno si preoccupa

di Fabio Falchi, ricercatore

C’è un inquinamento che colpisce l’80% dell’umanità, ma quasi nessuno se ne preoccupa. E’ l’inquinamento luminoso. Perché dovrebbe importarcene, dopotutto? Sarà un problema per gli appassionati di astronomia, giusto? Non proprio.

La vita sulla Terra si è evoluta con l’alternarsi del dì e della notte, la nostra fisiologia quindi è legata all’alternarsi di luce e buio. Il comportamento animale, dalla caccia all’accoppiamento, dal riposo al massimo dell’attività dipende dalla quantità di luce nell’ambiente, sia per gli animali diurni che, a maggior ragione, per quelli notturni, che sono la maggior parte.

L’uomo, animale diurno, non si è accorto dell’importanza di preservare il buio. Anzi, sta facendo di tutto per distruggere la notte. I livelli di illuminazione artificiale notturna sono anche decine di migliaia di volte più alti rispetto a quelli naturali dovuti, ad esempio, alle stelle. Ne consegue che vengono stravolte tutte le attività che dipendono dalla presenza o meno di luce. Si altera la rete alimentare, con specie che traggono vantaggio dalla maggior luce e altre che rischiano l’estinzione. I piccoli di tartaruga, alla nascita, non trovano più la via del mare. Le falene vengono attratte fatalmente dai milioni di lampioni disseminati sul territorio. Le specie migratorie perdono l’orientamento.

Catherine Rich e Travis Longcore, nel libro Ecological Consequences of Artificial Night Lighting si chiedono: e se una mattina ci svegliassimo scoprendo che tutti gli sforzi conservazionistici degli ultimi 30 anni [40, ora] riguardano solo metà del problema, la metà diurna?

Vista la continua crescita dell’inquinamento luminoso, è evidente che non ci siamo ancora svegliati! Eppure gli studi scientifici sul fenomeno non mancano, ma sono sopraffatti da una valanga di ‘informazioni’, luoghi comuni e leggende metropolitane. Il pubblico è continuamente sottoposto ad una ben orchestrata campagna a favore dell’illuminazione notturna, in particolare se a LED.

La luce aumenta la sicurezza. Quante volte avete sentito questa frase? Ha basi scientifiche? Sembrando logica, non viene messa in dubbio. Quando però si va ad indagare seriamente, come hanno fatto in Inghilterra si trova che le strade buie non sono affatto meno sicure, né per la circolazione stradale, né per gli episodi criminosi.

Quindi, quando un sindaco spende dei soldi pubblici per illuminare di più con il pretesto della sicurezza, in realtà sta sprecando denaro pubblico. Gli stessi soldi dovrebbe investirli in altri interventi che realmente aumentino la sicurezza dei propri cittadini, magari assumendo agenti di polizia municipale. Illuminare di più è un modo facile, per un’amministrazione, di far vedere ai propri cittadini che qualcosa per loro è stato fatto. Non importa però se è inutile, anzi dannoso: non aumenta la sicurezza, ma aumentano gli effetti negativi della luce.

Questa corsa ad illuminare sempre di più ha portato l’Italia, come mostrato dal nuovo atlante mondiale dell’inquinamento luminoso, ad essere il paese del gruppo dei G20 con il territorio più inquinato in assoluto e ad essere quello con la spesa pro-capite per l’illuminazione tra le più elevate. Consumiamo il doppio dei tedeschi e due volte e mezzo di più degli inglesi. Solo gli spagnoli sprecano più di noi.

Ogni anno spendiamo circa un miliardo solo per l’energia elettrica che alimenta gli impianti pubblici. Tenendo conto dei costi di ammortamento degli impianti, della manutenzione e dei privati possiamo tranquillamente triplicare la cifra. Evidentemente possiamo permetterci di buttare tutto questo denaro, circa 200 euro a famiglia, ogni anno.

In più ci sono i costi legati ai danni causati dall’inquinamento luminoso. Quanto vale la perdita di biodiversità? Come conteggiamo i danni alla salute?
Danni alla nostra salute? Come accennavo più sopra, il nostro organismo deve essere esposto alla luce intensa di giorno e deve rimanere al buio di notte. Oggi invece lavoriamo al chiuso di giorno, esponendoci molto poco alla luce del giorno, e, soprattutto, ci esponiamo a livelli di illuminazione troppo elevati durante le ore che dovrebbero essere di buio. Al buio il nostro organismo produce un ormone, la melatonina, che regola il nostro ritmo circadiano. Quando ci esponiamo alla luce, specie se intensa e con elevata componente di blu (come le luci bianche a LED), la ghiandola pineale produce meno melatonina o non ne produce affatto. Questo può avere conseguenze disastrose. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato nel gruppo 2A, come agente probabilmente cancerogeno per l’uomo, il lavoro notturno che causa alterazione dei ritmi circadiani. Nello stesso gruppo 2A ci sono sostanze e agenti come il DDT, il tetrafluoroetilene, il glifosato, i composti del piombo e il papillomavirus.

Problema individuato. Cosa facciamo per risolverlo?

Innanzitutto smettiamo di installare impianti ovunque e abbassiamo i livelli di illuminazione dove troppo elevati. Serve un piano di rientro che faccia diminuire questo tipo di inquinamento al pari di quasi tutti gli altri (per i dati in USA) che grazie a provvedimenti legislativi ad hoc stanno calando con gli anni. L’inquinamento luminoso no. Sta continuamente aumentando. Il flusso luminoso in Italia è circa raddoppiato negli ultimi due decenni.

Oggi c’è un’occasione unica per diminuire l’inquinamento luminoso. Ma questa occasione sta causando un aumento dell’inquinamento luminoso, non una diminuzione. I LED che oggi vengono installati in tutta Italia sono troppo intensi, abbaglianti e hanno un contenuto troppo elevato di luce blu, quella più dannosa per l’ambiente e la nostra salute. Occorre intervenire prima che sia troppo tardi. Milano, Brescia, Bergamo, Mantova sono città che si sono già, in parte o totalmente, convertite alla tecnologia a LED. Hanno però usato i LED con una temperatura di colore troppo elevata, che porta con sé troppa luce blu. Provate a guardare (un solo attimo, altrimenti è rischioso) i nuovi lampioni a LED. Non sono abbaglianti? Non vi danno fastidio? Non hanno una luce troppo fredda? Non guidate meglio con l’aletta parasole abbassata, in modo da nascondere alla vista i lampioni?

I nostri centri storici, da sempre illuminati, molto fiocamente, solo da luci calde (pensate alle fiaccole, alle lampade ad olio, a quelle a gas o anche solo alle lampade gialle al sodio), vengono oggi illuminati con luci fredde, quasi da obitorio. Fateci caso. Gli architetti che progettarono i nostri antichi palazzi, sicuramente non li avevano immaginati illuminati da luci fredde durante le ore notturne. Non trasformiamo l’Italia in una gigantesca Las Vegas.

La luce blu prodotta in gran quantità dai LED
usati oggi ha anche altri svantaggi. Il cristallino ingiallisce con l’invecchiamento e quindi questa luce blu penalizza gli automobilisti anziani. Con la luce gialla del sodio o di LED particolari, quelli di color ambra, la differenza tra giovani e anziani è molto meno marcata. La luce gialla inoltre permette di vedere gli ostacoli ad una distanza maggiore rispetto a quella bianco fredda dei LED oggi in voga.

Aspettiamo che tutta l’Italia venga illuminata da questi LED bianchi prima di accorgerci che sarebbe stato meglio ascoltare di più chi si occupa di inquinamento luminoso e di meno i commerciali dei venditori di apparecchi di illuminazione?