Milano senza bilancio, Sala rischia il commissariamento?

di Consiglieri MoVimento 5 Stelle Milano

A Roma è stato alzato un polverone sul bilancio di previsione. Titoloni per la prima temporanea non approvazione da parte dell’Oref, e pochissime righe per la definitiva approvazione a fine gennaio, di un bilancio redatto dalla giunta Raggi a tempo di record per permettere a Roma di ripartire. Ben prima di tante altre città italiane, compresa Milano, non pervenuta.

Eppure nessun giornale ha osato parlare di i “rischio default” o di “rischio commissariamento” per il capoluogo meneghino. Eppure questa lentezza, nel silenzio di tutti gli organi di stampa, costerà caro ai milanesi, che si trovano ancora in regime di esercizio provvisorio. Questa situazione contabile infatti, circoscrive i margini di manovra dell’ente e ne determina possibilità di gestione limitate, finendo inevitabilmente per rallentarne la normale attività. Sintetizzando, dall’inizio dell’esercizio provvisorio e sino all’approvazione del bilancio, gli enti possono effettuare spese in misura non superiore ad 1/12 delle somme previste dall’ultimo bilancio definitivamente approvato. In altre parole, fino a tale termine la gestione è effettuata sulla base delle autorizzazioni del secondo esercizio compreso nel triennio di riferimento dell’ultimo bilancio di previsione approvato. Inoltre un comune in regime di esercizio provvisorio può programmare investimenti riguardanti soltanto lavori pubblici o interventi di somma urgenza, un freno notevole alla attività programmatoria dell’Ente.

Dunque a Roma, non solo i cittadini trarranno tutti i vantaggi di un’amministrazione che, al contrario di Milano, non si trova più in regime di esercizio provvisorio, ma l’approvazione entro la fine di gennaio assumerà un valore ancora più importante per l’esercizio 2017. E’ stata infatti prevista un’agevolazione a favore di quegli enti che hanno costituito il fondo pluriennale vincolato nel 2015, ma al termine dell’esercizio 2016 non hanno formalizzato l’aggiudicazione definitiva che, secondo le normali regole contabili, comporterebbe l’azzeramento del fondo e il relativo slittamento nell’avanzo (a condizione che sia stata almeno approvato il progetto esecutivo). In questo caso, se l’ente approva il bilancio entro il 31 gennaio 2017, come accaduto a Roma, viene consentita la possibilità di mantenere il fondo.

E’ curioso. Quella di Sala è una giunta di banchieri, a partire dall’assessore al bilancio Roberto Tasca, co-fondatore con Sala di Medhelan Management & Finance, già vicepresidente di Webank e di Bpm e presidente dell’organismo di vigilanza del Fondo Strategico Italiano e della Simest (entrambi di Cassa Depositi e Prestiti), per arrivare ad Arabella Caporello (Banca popolare di Milano), direttore generale del Comune. Persone che dovrebbero “dare del tu” a conti, preventivi e voci di spesa, ma che evidentemente hanno altre priorità. Non a caso su questo blog, pochi giorni dopo le nomine del sindaco Sala, i portavoce del M5S in comune lanciavano l’allarme: “chi potrà garantire che le decisioni saranno prese per il bene della città e dei suoi cittadini e non a favore degli enti bancari di provenienza dei singoli dirigenti?” Roma e Milano, due pesi e due misure. Il M5S nella capitale, sotto la lente di ingrandimento dei media, è riuscita ad ottenere per la città l’approvazione del bilancio, cone le relative positive ricadute per la comunità. A Milano, nel silenzio più totale, i cittadini “godranno” di tutti gli svantaggi di un bilancio ancora da approvare.