Gli appalti di Fiera Milano sulla strada per Mosca

di Vito Petrocelli

C’è del marcio in Fiera Milano. Qualche giorno fa il Tribunale di Milano ha respinto la richiesta della procura di commissariare Fiera Milano SpA e di far decadere il consiglio di amministrazione, che rimarrà in carica fino ad aprile, momento dell’approvazione del prossimo bilancio.

La richiesta della Procura faceva seguito ai casi di corruzione e di infiltrazioni criminali nella gestione di appalti per l’organizzazione di eventi. Si tratta soprattutto di frodi fiscali e operazioni di riciclaggio riconducibili agli approvvigionamenti della società di allestimenti Nolostand SpA, controllata al 100% da Fiera Milano SpA, nonché del sistema tangentizio diffuso che, secondo gli inquirenti, avrebbe viziato alla radice i rapporti tra dirigenti e fornitori.

Nel luglio 2016 era caduta la prima testa, quella di Enrico Mantica, Direttore Tecnico ed ex AD di Nolostand SpA, allontanato dalla società per sospetti di connivenze con i mafiosi Giuseppe Nastasi e Liborio Pace proprio in relazione all’assegnazione di subappalti EXPO. Poi ne sono cadute altre, quando alcuni giorni fa il CdA di Fiera Milano SpA ha deciso di dimettersi in blocco a decorrere dal 27 aprile 2017, una sorta di ultimo disperato tentativo volto a scongiurare il commissariamento. Lasceranno il posto, tra gli altri, l’amministratore delegato Corrado Peraboni, ex parlamentare per la Lega Nord poi passato al Pdl e storico Direttore Generale della Fondazione Fiera Milano, controllante di Fiera Milano SpA, e i consiglieri Attilio Fontana, ex Sindaco di Varese per la Lega Nord e Licia Ronzulli, europarlamentare di Forza Italia vicinissima a Silvio Berlusconi.

Il perché di tanti politici ai vertici di una società quotata è presto detto: il governatore della Lombardia (regione amministrata da tempo da Forza Italia e Lega Nord, con un forte radicamento del movimento Comunione e Liberazione), sentito il Sindaco di Milano, designa il Presidente della Fondazione Fiera Milano, che a sua volta nomina i vertici di Fiera Milano SpA.

La pista russa tra eventi, associazioni e circoli esclusivi
Aspetto molto interessante e poco noto sono le attività di Fiera Milano SpA in Russia. Dal 16 al 18 giugno 2016 l’Italia è stata ospite d’onore al Forum economico internazionale di San Pietroburgo con il proprio padiglione “L’Italia in Russia”, 1500 metri quadrati, visitato anche da Matteo Renzi poco prima del suo ultimo incontro ufficiale con Vladimir Putin e patrocinato dall’Associazione culturale senza scopo di lucro Conoscere Eurasia e dall’Ambasciata italiana a Mosca, su concessione della Fondazione Roscongress, che è l’ente russo organizzatore del Forum e gestore unico degli spazi in fiera.

L’operazione è stata realizzata dai vari attori con il seguente schema: l’Associazione Conoscere Eurasia ha acquistato gli spazi da Roscongress e ha appaltato i lavori per la realizzazione del padiglione a Fiera Milano Congressi SpA (controllata al 100% da Fiera Milano SpA) e Nolostand SpA, mentre le imprese italiane che hanno voluto allestire i propri stand all’interno del padiglione italiano (tra le altre Intesa Sanpaolo SpA, Pirelli SpA, Enel SpA, Finmeccanica-Leonardo SpA e General Invest del finanziere napoletano Vincenzo Trani) hanno versato la propria quota a Conoscere Eurasia oppure, in alcuni casi, a Fiera Milano Congressi SpA. E’ curioso notare che, al momento dello svolgimento dei lavori, Direttore tecnico di Nolostand SpA sul campo a San Pietroburgo era proprio il signor Enrico Mantica, che sarebbe appunto stato licenziato solo un mese più tardi.

Dal sito internet dell’Associazione Conoscere Eurasia si legge che questa “è stata costituita nel 2008 per iniziativa di cittadini italiani e società private e pubbliche, nonché del Consolato Generale della Federazione Russa a Milano e del Consolato della Federazione Russa a Verona. Non ha fini di lucro e si propone prevalentemente di sviluppare le relazioni economiche e culturali tra l’Italia, la Federazione Russa e la Comunità Economica Eurasiatica”. Presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia è Antonio Fallico, ben inserito nell’establishment bancario italiano, compagno di collegio di Marcello Dell’Utri nella Sicilia degli anni ’60, residente a Mosca dagli anni ’70, vicino a Romano Prodi ma anche agli ambienti del centrodestra cattolico (in particolare quello lombardo, notoriamente legato a Comunione e Liberazione), oggi Presidente plenipotenziario di Banca Intesa Russia e Console Onorario della Federazione Russa a Verona, già consulente Fininvest in Unione Sovietica, advisor di Gazprom per le attività italiane e potente intermediario del gas tra Russia, enti pubblici italiani e municipalizzate nostrane. Nonostante questo curriculum non si trova una pagina a lui dedicata su Wikipedia…

Presidente onorario dell’Associazione Conoscere Eurasia è invece Andrey Akimov, uomo dell’entourage strettissimo di Vladimir Putin, dal 2002 Presidente di Gazprombank e membro dei consigli di amministrazione di entrambi i colossi pubblici dell’energia russi, Gazprom e Rosneft.

Tra i membri del comitato direttivo figurano inoltre Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere, e Mikhail Baydakov, ex Presidente della fallita Millennium Bank, l’istituto bancario delle Ferrovie dello Stato russe (RZD), che nel 2015 aveva peraltro concluso accordi di partnership poi naufragati con MM SpA, la società di gestione della metropolitana di Milano, altro gruppo pubblico lombardo. Non manca poi il raccordo con Comunione e Liberazione: Angiolino Lonardi, responsabile di comunicazione e rapporti istituzionali dell’Associazione, fu firma de “Il Sabato” ai tempi di Roberto Formigoni e Maurizio Lupi e più tardi approdò con successo in RAI.

Grande appuntamento annuale dell’Associazione Conoscere Eurasia è ormai divenuto il Forum Eurasiatico di Verona, evento che si tiene nel mese di ottobre nella città scaligera e all’organizzazione del quale, nel 2016, accanto ad Antonio Fallico, Igor Sechin (CEO di Rosneft) e Romano Prodi hanno partecipato anche i soliti noti: Roscongress, Intesa Sanpaolo SpA, Gazprombank, Banca Intesa Russia e persino Fiera Milano Congressi SpA. Una rete molto ben consolidata di rapporti bancari, politici, culturali e industriali transnazionali che, da qualche anno a questa parte, dai suoi snodi fondamentali di Verona, Milano e San Pietroburgo, pare aver quasi monopolizzato il dialogo economico istituzionale tra Italia e Russia a prescindere da chi sia stato l’inquilino di Palazzo Chigi: un esponente della destra (Berlusconi), della sinistra (Prodi) o della DC 2.0 (Letta, Renzi e Gentiloni).