Derivati, lo scandalo del ministro Padoan

di MoVimento 5 Stelle

Ieri la nostra Carla Ruocco ha chiesto al ministro Padoan di fare finalmente trasparenza sui contratti derivati, autentiche scommesse con le banche d’affari che gravano sui cittadini italiani.

Mentre la Commissione Ue ci crocifigge per 3,4 miliardi di manovra correttiva e il governo fatica a trovare i soldi per i terremotati, a partire da un miliardo nel 2017, i derivati del Tesoro ci sono costati oltre 23 miliardi soltanto tra il 2011 e il 2015. E il buco potenziale si avvicina ai 39 miliardi, come confermato dallo stesso ministro Padoan. Ora è il momento di fare piena trasparenza sui contratti: questo salasso è inaccettabile e ha azzerato senza colpo ferire i benefici del Quantitative easing.

I numeri snocciolati da Padoan
in aula su swap e swaption sono al tempo stesso impressionanti e desolanti. Siamo di fronte a scommesse che non hanno nulla a che vedere con una tutela di stampo ‘assicurativo’ rispetto alle oscillazioni dei tassi.

Dopo l’early termination
(risoluzione anticipata) dei derivati che ci è costata 3,1 miliardi a beneficio di Morgan Stanley nel 2012, Padoan ha ammesso che lo Stato ne ha subita un’altra nel 2016 con un miliardo di esborso: esattamente i primi fondi che si dovrebbero stanziare per i terremotati. Il nostro portafoglio complessivo in swap è negativo per 4,2 miliardi l’anno scorso e l’esercizio di 4 swaption da parte delle banche ha generato esborsi per 2,5 miliardi netti. Altre due swaption ristrutturate nel 2015 ci sono costate quasi mezzo miliardo e due saranno esercitate a breve, ci ha spiegato Padoan, che non è stato poi molto chiaro circa l’impatto di altre due opzioni rinegoziate e ‘smontate’ nel 2016, che pare ci siano costate almeno un altro mezzo miliardo.

E’ uno scandalo che Padoan
e il governo continuino a praticare un’opacità, una segretezza così sfrontata su contratti che sono una roulette, anzi un tavolo da bari al quale vincono sempre le banche d’affari e perdono sempre i cittadini.