Ceta: i Parlamenti nazionali possono far saltare il banco


di MoVimento 5 Stelle Europa

Con il voto del Parlamento europeo il Ceta entra provvisoriamente in vigore. Occorre, però, far chiarezza sul complicato meccanismo di ratifica definitiva. Che cosa succede adesso?

Il Ceta è un accordo misto, dunque i Parlamenti nazionali dei 28 Stati membri saranno chiamati a votarlo. Il Consiglio dell’Unione europea del 28 ottobre 2016 ha deciso quali capitoli sono di competenza nazionale e quali quelli di competenza europea (qui il documento ufficiale). Eccoli:

CAPITOLI DI COMPETENZA NAZIONALE
(entrano in vigore solo dopo l’approvazione dei Parlamenti nazionali)
– investimenti, comprese le misure degli investimenti diretti esteri;
– servizi finanziari, compresa la risoluzione delle controversie tra le multinazionali e gli Stati che prevede la nascita una corte arbitrale.

CAPITOLI DI COMPETENZA EUROPEA
(sono già entrati in vigore dopo l’approvazione del Parlamento europeo)
– abbassamenti dazi tariffari;
– misure he rischiano di far entrare OGM e carne agli ormoni;
– indebolimento delle indicazioni geografiche delle eccellenze del Made in Italy. In Francia, per esempio, le piccole e medie imprese del settore lattiero caseario sono sul piede di guerra;
– liberalizzazione dei servizi. Il CETA stabilisce che non possono essere diminuite le privatizzazioni e le liberalizzazioni fin qui compiute nel settore dei servizi pubblici. Se, per esempio, vengono affidati alla gestione dei privati servizi come quelli della raccolta dei rifiuti, gli enti locali europei non possono più istituire una “corsia preferenziale” per gli operatori locali.

Basta un solo no da parte di un Parlamento di uno Stato membro e il Ceta si blocca anche se è già entrato in vigore provvisoriamente. Il Movimento 5 Stelle si augura che sia il Parlamento italiano a far saltare il pericolosissimo banco del Ceta votando no a questo accordo. Statene certi: continueremo la nostra battaglia per difendere l’ambiente, la salute dei cittadini e le piccole e medie imprese dalla concorrenza spietata delle multinazionali.

Se invece tutti e 28 gli Stati membri dovessero dire sì, i Trattati europei non prevedono una possibilità di marcia indietro. Il Ceta diventerebbe irreversibile, anche se i suoi danni fossero ben più grandi di quelli previsti.