#CalabresiSugliSpecchi: titolo falso, chiedi scusa!

di MoVimento 5 Stelle

Ammirate questo video in cui il direttore di Repubblica Mario Calabresi si arrampica sugli specchi per giustificare le balle scritte sul M5S. Invece di chiedere scusa per il titolo falso sbattuto in prima pagina, in diretta web ha difeso gli articoli diffamatori di Carlo Bonini contro Luigi Di Maio e ha negato le menzogne che il suo giornale ha publicato per infangarlo, nonostante siano state smentite con tanto di prove. Calabresi o nega l’evidenza o è “de coccio. Allora torniamo a spiegare di nuovo come e perché il suo giornale sta portando avanti una campagna di delegittimazione contro il M5S.

Calabresi dice che il messaggio tra Di Maio e Virginia Raggi pubblicato il 14 febbraio da Repubblica era l’unico a disposizione della stampa: quello avevano e quello hanno pubblicato. Quindi secondo lui per fare informazione è sufficiente pubblicare tutto ciò che arriva loro senza ulteriori verifiche. La pensano così anche gli altri colleghi di Calabresi? Sarebbe bastata una telefonata allo stesso Di Maio per scoprire che quei messaggi erano incompleti. Questa doverosa verifica non c’è mai stata e Calabresi non ci ha spiegato perché. Nello scambio di messaggi parziale tra Di Maio e la Raggi pubblicato da Repubblica si legge: “Marra è un servitore dello Stato. Sui miei, il Movimento fa accertamenti ogni giorno“. Il titolo in prima pagina invece è: “Le chat che smentiscono Di Maio. Scrisse a Raggi “Marra è uno dei miei“. Questo virgolettato attribuito a Di Maio è falso e non corrisponde neppure al messaggio in suo possesso. Calabresi deve spiegare perchè ha permesso questa mistificazione utile solo a infangare Luigi Di Maio.

La campagna diffamatoria di Repubblica contro il M5S e l’accanimento contro Luigi Di Maio sono sotto gli occhi di tutti, e l’odio è tale da scrivere falsità e fregarsene della deontologia. I lettori del giornale l’hanno capito e si sono rivoltati contro questa disinformazione. Calabresi invece si arrampica sugli specchi, rendendosi ridicolo. Fatti un favore: chiedici scusa.