Sul futuro dell’energia in Italia Calenda fa decidere la finanza

di MoVimento 5 Stelle

La chiamano Strategia energetica nazionale. Ma l’unico aspetto strategico è studiato apposta per arricchire i soliti, con un ingrediente in più: il coinvolgimento di una società di consulenza privata che come nel più classico dei conflitti di interesse viene pagata da chi dovrebbe subire le decisioni assunte. Un pasticcio tutto italiano, anche nelle conseguenze: perché a pagare saranno, come sempre, i cittadini, con un’ulteriore stangata nelle bollette elettriche.

Noi del Movimento 5 Stelle lo stiamo dicendo da anni: l’energia è la sfida su cui si gioca il futuro del Paese. L’Italia come sempre è impreparata. E ora il governo vuole far vedere che corre ai ripari, ma il rimedio è peggiore del male.

Secondo quanto riferito dalla stampa il ministro Calenda – per intenderci: lo stesso che ha chiesto alla Commissione europea di far ratificare il Ceta, un accordo commerciale capestro tra Canada e Ue, al parlamento italiano – ha affidato la programmazione energetica del paese a uno studio di consulenza privato, il Boston Consulting group. E a chi importa se tra Enea, Cnr, Gse ricerca, ci sarebbero in casa nostra fior fiore di esperti che seguono con estrema competenza i temi energetici, e che monitorano la situazione da anni. Mai che si facesse una cosa nell’interesse del Paese.

Ma le cattive notizie non finiscono qui: lo studio è pagato da Terna e Snam, le stesse società che gestiscono le infrastrutture. Insomma, loro pagano per uno studio che dovrebbe determinare il loro stesso futuro. E tutti: Snam, Terna, Boston Consulting, sono quotate in borsa. Quindi a decidere sul futuro dell’energia in Italia sarà la finanza, come d’altro canto ci ha abituati questo governo. Chiaro, no?

Purtroppo ci sono ancora aspetti negativi che riguardano proprio le nostre tasche: ricordiamo che Snam e Terna sono SpA in cui Cassa depositi e prestiti possiede una proprietà azionaria di circa un terzo e il Pd meno di 30 mesi fa ha trasferito un terzo di Cassa deposito e prestiti al colosso cinese pubblico State Grid Corporation of China. Tutto chiaro?

E arriviamo alle nostre bollette: chi paga questo studio? Noi. I costi molto probabilmente, come sempre è accaduto fino ad oggi, saranno spalmati in bolletta.
E tra l’altro, vi siete accorti in questi ultimi mesi che le materie prime energetiche hanno subito un tracollo dei prezzi? No, perché le bollette non hanno seguito l’andamento del mercato energetico. Ricordiamoci infatti che oltre la metà di quanto paghiamo non è per il costo della materia prima per ma per oneri e imposte varie. Il Movimento 5 Stelle vuole vederci chiaro: ha presentato un’interrogazione alla Camera e al Senato (a prima firma Andrea Vallascas e Gianni Girotto) per capire chi pagherà esattamente questi studi.

Pronti a governare, noi intanto abbiamo già realizzato uno studio analitico insieme frutto di due anni di lavoro, che è in votazione proprio in queste settimane sul blog. Un programma che propone di arrivare al 2050 senza più petrolio, eliminando fin da subito energia fossile proveniente dal carbone. Un programma fatto ai cittadini per i cittadini, e non da oscure società di consulenza private pagate da chi materialmente dovrà gestire l’energia che arriva nelle nostre case.