L’austerità e la tragedia di Rigopiano

di MoVimento 5 Stelle

Quando si parla di austerità si dimentica spesso che a sopportarne il peso sono stati in gran parte gli Enti locali, dato che i Governi degli ultimi anni, compreso quello Renzi, hanno preferito farsi belli con il bilancio dello Stato mentre tagliavano trasferimenti a Comuni, Province e Regioni. I Governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi hanno praticato un massacro scientifico che si può riassumere in due dati: 40 miliardi di euro di tagli dei trasferimenti centrali e altri 40 miliardi di euro che gli Enti locali hanno dovuto trovare per rispettare il Patto di Stabilità Interno.

In totale 80 miliardi di euro di minori risorse.
Non ci sono precedenti nella storia repubblicana.

Lo sforzo maggiore è stato richiesto ai Comuni: 13,5 miliardi di euro totali dal 2010 al 2015, con un crollo del 28% degli investimenti tra il 2010 e il 2014. Altro che ritorno alla crescita. Con l’austerità i Comuni hanno dovuto aumentare le tasse locali e soprattutto svendere o peggiorare la qualità dei servizi.

Il vero delitto, però, è stato commesso con le Province. Delrio, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Governo Renzi (poi confermato da Gentiloni), ha prima svuotato le Province di risorse e poi ha finto di abolirle mantenendo in realtà in capo ad esse alcuni servizi fondamentali, come la viabilità. Nel solo 2017 le Province saranno dimagrite di altri 650 milioni di euro, ma i servizi non saranno ridistribuiti ai Comuni o alle Regioni. Il Presidente dell’Unione delle Province Achille Variati ha scritto qualche mese fa a Mattarella che “senza un provvedimento straordinario nessuna Provincia sarà in grado di predisporre i bilanci 2017, con la conseguente interruzione dei servizi essenziali ai cittadini“.

Ciò che denunciava Achille Variati è già successo. La tragedia dell’hotel Rigopiano, e più in generale i ritardi e le inefficienze nelle operazioni di soccorso in Italia centrale, ne sono una chiara testimonianza. Il nostro Luigi Di Maio ha osato far notare ciò che è sotto gli occhi di tutti, sostenendo che “in Abruzzo quella provincia che si doveva occupare della viabilità e che avrebbe potuto mettere a posto la viabilità per raggiungere l’hotel Rigopiano aveva la turbina in manutenzione da diversi mesi perché non c’erano soldi, turbina che avrebbe dovuto togliere la neve dalle strade. Quando le leggi si fanno in questo Paese o si fanno seriamente oppure provocano danni e in alcuni casi pure morti“.

A parte le proteste di rito dei politicanti, c’è qualcuno che riuscirebbe a contraddirlo con dati alla mano?

Mentre il massacro degli Enti Locali proseguiva indisturbato i costi della politica rimanevano invariati. Le proposte di legge del M5S, ultima la legge Lombardi con la quale abbiamo tentato di tagliare le indennità dei parlamentari, sono state ignorate, e anche i risparmi sul fronte delle auto blu e degli altri privilegi si sono rivelati slogan elettorali a cui non è seguito alcun fatto. Un parlamentare della Repubblica continua a percepire di sola indennità quasi 12.000 euro lordi al mese, contro i poco più di 5000 euro dei parlamentari del M5S, che diventano 3000 al netto. Se ci limitiamo a Matteo Renzi, che sui tagli ai privilegi ha provato a costruire una sporchissima campagna di comunicazione, la realtà è ancora più amara. Tra aereo di Stato in leasing da quasi 170 milioni di euro, spese di Palazzo Chigi in ascesa e viaggi di Stato all’insegna degli sprechi, non c’è Presidente del Consiglio che abbia dimostrato con i fatti maggiore megalomania.

L’austerità, come sempre, ha una sola declinazione: tagli, sacrifici e persino morte per i cittadini, privilegi insopportabili per i politici.