La Pianura Padana soffoca e muore

di Movimento 5 Stelle Camera e Senato

La Pianura Padana soffoca e muore, con danni sanitari ed economici enormi. E’ una delle aree più inquinate d’Europa e del Mondo. E’ necessaria l’istituzione di un tavolo tecnico per la redazione di un piano d’area tra le quattro Regioni della pianura Padana, con il coinvolgimento delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto per per individuare interventi strutturali idonei a fronteggiate la grave situazione di inquinamento atmosferico nell’area della Pianura padana. Il Movimento 5 Stelle ha presentato in tal senso una risoluzione alla Camera dei Deputati per porre la massima l’attenzione su questo problema. Parliamo di un’ area che riguarda quasi 24 milioni di abitanti. Oltre a questo intervento il Movimento 5 Stelle chiede la pubblicazione a norma di legge dei dati d’inquinamento aggiornati nelle varie città e aree, dei dati di emissione aggiornati di tutti gli impianti presenti (industriali-energetici-rifiuti), nuovi studi sanitari ed epidemiologici con il coinvolgimento dell’Istituto Superiore della Sanità. Tra le misure preventive anche ” il divieto di autorizzazione di nuovi impianti che comportino la combustione con specifico riferimento alle emissioni da ossidi di azoto e di particolato” e “un divieto di ampliamento o modifica agli impianti esistenti ad esclusione degli interventi finalizzati alla loro riconversione o revamping che perseguano standard ambientali più elevati comprovati da una valutazione basata sul ciclo di vita”.

La situazione sanitaria è allarmante. Nella risoluzione M5S vengono citati diversi studi. Eccone alcuni.

OLTRE I LIMITI – Durante i mesi autunnali ed invernali gran parte dei cittadini di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto è sottoposto ad alti livelli di inquinamento dell’aria oltre i limiti imposti dalle normative comunitarie (direttiva n. 2008/50/CE).

ASPETTATIVA DI VITA RIDOTTA – Secondo diversi studi, la concentrazione di polveri ultrasottili Pm 2.5 nella Pianura Padana, già da studi presentati nel 2006, riduce l’aspettativa di vita di 3 anni ed è una delle aree più inquinate del Mondo.

MORTI PREMATURE – L’European Environment Agency nell’«Air Quality in Europe 2016 report» desume nella Tabella 10.1 una mortalità prematura di 91.050 persone in Italia nel 2013 direttamente collegate ai valori di inquinamento atmosferico per i parametri PM2,5 (66.630 morti premature), Ozono (3.380) e ossidi di azoto (21.040).

ANNI DI VITA PERSI – Nel medesimo rapporto si evidenzia (tabella 10.2) che l’Italia, con riferimento agli anni di vita persi x 100.000 abitanti per ogni sostanza inquinante è: all’undicesimo posto su 41 Paesi per le PM2,5, con 1.165 anni di vita persi x 100.000 abitanti; di gran lunga al primo posto su 41 Paesi con 368 anni di vita persi x 100.000 abitanti per gli ossidi di azoto, distanziando di 1/3 di ore in più il secondo Paese; al quarto posto su 41 Paesi con 61 anni di vita persi x 100.000 abitanti per l’ozono. Le quattro regioni della Valle del Po sono in testa in questa triste classifica.

COSTI SANITARI – Anche lo studio «Economic cost of the health impact of air pollution in Europe» (WHO, 2015) ha evidenziato che, nel 2010, i costi sanitari associati all’inquinamento dell’aria per l’Italia sarebbero di 97 miliardi di dollari annui, tenendo conto della sola esposizione al particolato e di 133,4 miliardi di dollari tenendo conto della VSL (value of statistical life) nel calcolo. Praticamente, i costi associati al particolato sarebbero pari al 4,7 per cento, del Pil. Tra l’altro, la stima delle morti premature per l’Italia calcolata dall’Organizzazione mondiale della sanità era più bassa (32.447 morti premature nel 2010 per il particolato) delle stime per il 2014 dell’European environment agency; pertanto, se si tenesse conto di quest’ultima stima, i costi sanitari sarebbero molto più elevati.

DANNI DA INCENERITORI – Lo studio Moniter, promosso nel 2011 dalla regione Emilia Romagna in collaborazione con Arpa, ha evidenziato come nelle vicinanze d’impianti d’incenerimento si sia registrato un incremento di nascite premature, confermando precedenti studi.

MEDICI E MORATORIE – In data 10 settembre 2007 ed ancora nel 2011 l’Ordine dei medici e dei chirurghi dell’Emilia Romagna, avvalendosi del principio di precauzione, ha chiesto una moratoria sulla costruzione di nuovi impianti d’incenerimento nella regione Emilia Romagna.