Il piano energia del MoVimento su Libération

Tradotto da Libération

Il partito di Beppe Grillo è a favore delle energie rinnovabili. Una «ecologia ideologica», secondo Matteo Renzi. Contro le energie fossili e a favore delle rinnovabili.

In Italia, il Movimento 5 stelle (M5S), il partito politico che rivendica di non essere né di destra né di sinistra, e che sogna di governare il paese dopo la disfatta di Matteo Renzi al referendum costitutionale, ha fatto una consultazione online per redigere un programma elettorale partecipato. In cima alle preoccupazioni di questo partito euroscettico, fondato dal comico Beppe Grillo e accusato di essere populista, c’è l’ambiente, una delle 5 stelle da cui il nome del Movimento (insieme all’acqua pubblica, i trasporti, lo sviluppo sostenibile…). In ritardo rispetto alle altre formazioni politiche, il M5S cerca di guadagnare tempo con questo tema, che ha sempre giudicato importante a partire dalla sua nascita nel 2009.

Il partito è storicamente legato alla causa ecologista: diversi suoi rappresentanti hanno un passato come militanti del partito dei Verdi, ormai pressoché scomparso in Italia. Molti hanno cominciato a fare politica con le campagne a favore dell’acqua come bene pubblico o contro gli inceneritori, “Non vi è nulla di nuovo – spiega a Libération Gianni Girotto, senatore M5S. Noi ci battiamo per l’ambiente da sempre e lo facciamo per due motivi: crediamo che la protezione del pianeta sia una necessità, per garantire un futuro alle nuove generazioni. Ed è anche logico da un punto di vista economico.”

«Tassare le energie fossili»
Gli iscritti hanno già potuto votare on line su questa prima proposta: «Sì, il prossimo governo dovrà scoraggiare l’utilizzo di carbone e della benzina», hanno risposto in 18000. Questo si tradurrà in un aumento della mobilità elettrica e dell’uso dei trasporti in modalità sharing (metro, autobus e automobili usate in comune). Ma le modalità di realizzazione concreta di quest’obiettivo restano vaghe, così come l’ammontare delle risorse economiche necessarie: «I soldi si troveranno, se c’è la volontà politica», assicura Gianni Girotto.

La seconda proposta del M5S prevede l’aumento delle sovvenzioni statali alle energie rinnovabili e la cancellazione delle sovvenzioni alle energie fossili (carbone, petrolio, gas). Secondo Girotto, «il FMI afferma da diversi anni che è necessario tassare di più le energie fossili. Si tratta semplicemente di cominciare a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente». Inoltre, il Movimento propone di dire stop all’importazione di energia nucleare.

Lo scorso aprile il Movimento 5 stelle è stato in prima linea contro le trivellazioni offshore, in occasione del referendum sulle licenze di estrazione di gas e petrolio nel Mare Adriatico. Il quorum non è stato raggiunto, e la consultazione è stata annullata. Ma il M5S ha colto l’occasione per presentare un piano sull’energia in Italia con 3 obiettivi: fine dell’utilizzo del carbone entro il 2020; fine del petrolio entro il 2040; 100% di energie rinnovabili (solare, eolico, biomasse) da qui al 2050. Irrealistico? “Il M5S crede che sia una tabella di marcia fattibile; bisogna solo cominciare a pensarci. A livello mondiale, il costo è stato stimato in circa 1000 miliardi di dollari all’anno fino al 2050: sono molti soldi, ma a lungo termine è un piano vantaggioso. Non abbiamo scelta: siamo abituati a una classe dirigente mediocre che pensa solo ai propri interessi. Più aspettiamo, invece di agire, e più dovremo pagare.” Ma dove trovare i soldi? “Per cominciare, si possono usare diversamente i 13 miliardi di euro all’anno di aiuti di Stato alle energie fossili.”

«Il paese del sole e del vento»
Tutto questo però non rappresenta la tendenza in Italia: il 2016 è stato un anno nero per le energie rinnovabili, con una riduzione della creazione di nuove strutture produttive rispetto al 2015 (79% in meno nell’eolico, 44% in meno per l’idroelettrico). “Uno scandalo, s’indigna Girotto. Il paese del sole e del vento ha registrato un crollo della produzione elettrica da fonti rinnovabili. Siamo già in ritardo.” L’ex Premier Renzi è stato molto criticato su questo tema: contrariamente alla tendenza globale, l’Italia ha ridotto le sovvenzioni alle rinnovabili, ha diminuito la loro attrattività per gli investitori, e ha creato ostacoli al lavoro in questo settore. Prima delle sue dimissioni, Matteo Renzi aveva ripetuto di volere rilanciare le rinnovabili in Italia. Per lui, la posizione del M5S rispetto a questo tema è di “ecologia ideologica”: “Dovrebbe sapere che senza gas, saremo costretti a comprare petrolio”, afferma.

Non a caso il M5S ha scelto l’energia come priorità nel suo programma elettorale. Il partito viaggia su sondaggi buoni: l’ultimo lo dà in testa con il 30% delle intenzioni di voto, seguito dal Partito Democratico (28%). Ma gli ultimi mesi sono stati molto difficili: i problemi di gestione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, commissariata dal partito, hanno rischiato di nuocere al M5S a livello nazionale. Per la prima volta, l’Italia ha assistito a una lotta per la leadership del Movimento, che però dice di non avere capi. L’ambiente è un tema spesso assente dai programmi dei partiti tradizionali in Italia. Per Beppe Grillo e i suoi sostenitori, può invece unire gli elettori, sia tra i simpatizzanti del Movimento, sia all’esterno. E così, può fare dimenticare le accuse di populismo in tema immigrazione.