I gessi assassini nella “buona scuola” del PD

di Alberto Zolezzi, commissione ecomafie M5S

Abbiamo disprezzato fin dall’inizio il decreto “buona scuola”, ma non avremmo pensato che si arrivasse ai gessi assassini. In data 17 ottobre 2016 è stata evacuata la scuola elementare Papa Giovanni XXIII di Vighizzolo, frazione di Montichiari (BS). Ben 11 bambini sono stati ricoverati in ospedale per gravi sintomi: nausea, vomito, mancanza di fiato, senso di oppressione toracica, tosse, lacrimazione, dolore toracico, sintomi avvertiti in diversa misura da molti studenti e operatori della scuola. I test eseguiti in ospedale hanno rivelato fra l’altro importante incremento ematico della Carbossiemoglobina. Dopo la dimissione molti studenti hanno rifiutato di tornare a scuola per settimane per lo spavento preso.

Gli episodi di sintomi si sono ripetuti anche nelle settimane e mesi successivi e sono stati troppo spesso derubricati a “puzze”. Il cattivo odore in realtà è un allarme decisamente positivo perché consente di rendersi conto di un pericolo, talvolta potenzialmente mortale.

Durante la seduta di Commissione ambiente del Consiglio comunale di Montichiari, il 26 ottobre 2016, sono intervenuto in merito alla possibilità che i sintomi fossero dovuti a intossicazione da acido solfidrico, e che la fonte non fossero le discariche (lontane 500 metri dalla scuola e con il vento in direzione opposta) ma lo spandimento di gessi di defecazione nei campi limitrofi alle scuole.

Tali gessi derivano dal trattamento di fanghi di depurazione (i rifiuti della depurazione delle acque bianche e nere civili o della depurazione di acque di scarto industriale).

Ricordo che a Montichiari sono presenti 21 discariche per oltre 17milioni di metri cubi di ogni tipo, 5 sono ancora attive. ATS e ARPA Lombardia, presenti al Consiglio non risposero alla mia domanda sul campionamento dell’aria all’interno della scuola (quali sostanze erano in concentrazione elevata? Era stato dosato l’acido solfidrico?). Parlarono di generici studi epidemiologici negli anni successivi, con una emergenza sanitaria e ambientale in corso hanno proposto di lasciar passare e fare danni uno Tsunami senza interferire. Ma devono prendere lo stipendio in questi periodi di inerzia?

Le stesse domande le posi nel Question time in Commissione ambiente alla Camera il 3 novembre 2016, il Sottosegretario del Ministero dell’ambiente Silvia Velo rispose che “L’acido solfidrico non venne dosato perché nessuna descrizione da parte dei segnalanti e nessuna percezione da parte dei componenti delle squadre intervenute segnalavano caratteristiche riconducibili all’acido solfidrico”.
Secondo un documento sanitario regionale toscano, per restare in ambito vicino all’ex premier,
“L’esposizione ad elevate concentrazioni di acido solfidrico determina un ampio spettro di effetti su diversi organo bersaglio. Sono documentati effetti di irritazione oculare, sull’apparato respiratorio (secchezza della gola, tosse, dispnea, edema polmonare non cardiogenico), sul sistema nervoso (nausea, mal di testa, delirio, tremori, convulsioni), sul sistema cardiovascolare (aritmie cardiache, alterazioni della pressione cardiaca), sull’apparato riproduttivo (aumento degli aborti spontanei)”.

Io credo che a Montichiari si abbia esperienza di questi sintomi e si conosca la necessità di prendere precauzioni di emergenza.
Questa descrizione di sintomi evidenzia come una filiera amministrativa (dal Comune all’ossimoro dell’ambiente Gianluca Galletti), che non ha nulla di politico, abbia rischiato di cagionare gravissimi danni a dei bambini, visto che la scuola, il giorno dopo l’incidente, senza aver avuto nessuna certezza sulla causa, è stata riaperta.
Visto che una normativa, l’allegato 3 al D.Lgs. 75/2010 (Governo Berlusconi IV) sui fertilizzanti non è stata abrogata dall’articolo 26 “Collegato ambientale” alla legge di stabilità 2015, diventato legge 221/2015 (Governo Renzi), come da noi richiesto, ma c’è stata una semplice proposta di controllo dell’azoto dopo la procedura chimica nei materiali ottenuti. Che non è stata neppure ancora attuata!

In pratica i fanghi di depurazione vengono trattati con correttivo calcico magnesiaco di libera commercializzazione, vengono sottoposti a idrolisi alcalina, precipitazione con acido solforico, integrazione con additivi ed eventuale estrazione di metalli pesanti od anioni indesiderabili tramite elettrocinesi. Si ottiene un gesso di defecazione o un carbonato di defecazione, che magicamente esce dal ciclo dei rifiuti e può essere sparso al suolo, sui nostri campi, senza essere neppure regolato dalla Direttiva nitrati, perché non è più un rifiuto! L’eliminazione dei metalli pesanti è “eventuale” e non mi risulta mai avvenga, perché costosa, quindi i campi di molte regioni italiane si trovano intossicati da metalli pesanti e azoto in eccesso, tramite un escamotage normativo studiato semplicemente per risparmiare denaro! Una filiera agroalimentare di eccellenza sta subendo l’attacco di una filiera amministrativa patologica.

Da un punto di vista chimico la procedura è complessa e pericolosa, buona parte dei decessi nella filiera dei rifiuti in Italia è stata causata dalla procedura di formazione dei gessi, l’aggiunta di acido solforico va fatta a titolazioni molto precise, con macchinari spesso non a disposizione delle imprese del settore, vedi il caso della Coimpo di Adria (4 decessi da acido solfidrico il 22 settembre 2014, prima ispezione della Commissione ecomafie di questa legislatura) poi interdetta dall’attività nel settembre 2016 dopo l’inchiesta interregionale su spandimento fanghi che ha avuto origine in Toscana. I due decessi in Lazio alla Kyklos (provincia di Latina) il 29 luglio 2014 sono stati dovuti a inalazione di acido solfidrico. Ho scritto un interrogazione sul decesso del 26 settembre 2016 presso l’impianto di gestione rifiuti di Rapallo (GE). Non si scherza con i rifiuti! Bisogna tenere conto che il mescolamento con acido solforico è in parte motivata dal ridurre la puzza, ma è proprio in quella fase che possono avvenire i problemi. Acido solforico sui materiali organici dei fanghi può dare reazioni chimiche incontrollate, soprattutto in caso di spandimenti ripetuti su materiale che ha subito reazioni metacrone o in caso di eventi metereologici.

Non c’è alcun controllo sul tipo di rifiuti (fanghi o altro) in partenza, e una volta eseguita la calcificazione è ben difficile capire da dove si era partiti, questa procedura può favorire illeciti di ogni tipo per la riduzione del costo di gestione di rifiuti talvolta pericolosi da notizie di stampa.

Questa normativa va abrogata!
L’inchiesta sullo spandimento illecito di oltre 80.000 tonnellate di fanghi in Toscana, con pronta rimozione della Direttrice Arpa da parte del Governatore PD apparentemente per la sua zelante azione di controllo è solo una parte di questa speculazione nazionale bipartisan, in cui invece che pensare a recupero di materia ed elementi preziosi (il fosforo per esempio) si pensa a risparmiare sulla gestione di rifiuti, si pensa a fare cassa con i rifiuti, con la esportazione di fanghi e gessi verso la Lombardia per esempio (oltre mezzo milione di tonnellate di fanghi importati all’anno dai dati ARPA). Per cui un territorio, a norma di legge, può subire l’attacco di enormi quantitativi di rifiuti che rischiano di causare un ecatombe per la progressiva scomparsa di falde acquifere idropotabili e per la riduzione della qualità dei prodotti agroalimentari.

La Lombardia a gestione Lega-Centro destra, riceve fanghi dal Veneto di analoga amministrazione e da altre regioni, alcuni vengono trasformati in gessi ed esulano dalle Direttive UE sulla vulnerabilità dei terreni da nitrati. Un grande impianto è quello della ditta “Valli s.p.a.” di Lonato, che con la valutazione di impatto ambientale (VIA) del 11866 del 22 novembre 2010 rilasciata dalla DIREZIONE GENERALE AMBIENTE, ENERGIA E RETI di Regione Lombardia, potrà passare da 90.000 tonnellate a 263.750 t/anno per il trattamento di fanghi con la possibilità di trasformarli in gessi dal 19 07 2011. Questa ditta è di proprietà di Antonio Parolini, fratello dell’Assessore regionale lombardo allo sviluppo economico, Mauro Parolini, che non risulta correlato direttamente alla Valli spa ma il suo ufficio di ingegneria combacia con la sede delle società del gruppo.

È chiaro che difficilmente Regione Lombardia farà qualcosa di concreto per ridurre l’importazione di fanghi e il trattamento per produrre gessi visto l’evidente conflitto di interessi.

Passiamo dal centro destra al centro sinistra, restando nel modello unico.
La REJECTOFAGIA (dieta a base di rifiuti) del centro destra, nutrirsi di rifiuti altrui per fare cassa, è condivisa dal centrosinistra che non ha cambiato la normativa e nella Toscana in mano al centro sinistra le indagini sono in corso.
In data 17 01 2017 la stampa di Brescia ha pubblicato notizie secondo cui sarebbe indagato un impianto di Lonato per lo spandimento di gessi di defecazione in relazione all’episodio del 17 ottobre 2016, che ha portato all’evacuazione della scuola citato in premessa.

Cioè dati evidenti di intossicazione di minori sono stati sottostimati riaprendo la scuola il giorno dopo senza aver capito cosa fosse successo, senza chiedere agli enti di controllo risposte. Le risposte, se arriveranno, le darà la magistratura, come troppo spesso sucecde in Italia per il controllo politico degli enti di controllo ambientale e sanitario. Un comune in mano al PD non ha neppure pensato di difendersi dalla bestialità delle normative di cui è responsabile, nemmeno la furbizia di comunicarsi le porcate in vigore. Con il rischio enorme per la salute degli studenti.
Il 12 gennaio è iniziata la discussione in Commissione ambiente della mia risoluzione numero 7-00925 sulla gestione dei fanghi e per la regolamentazione degli spandimenti al suolo; in provincia di Mantova a breve molti comuni tramite il “comitato tutela suoli agricoli lombardi” si doteranno di un regolamento per tutelarsi dall’attacco dei rifiuti e da normative nazionali criminogene.

Resta il fatto che un Sindaco del PD ha fatto riaprire una scuola senza avere alcuna certezza per la salute degli studenti, in un comune con 21 discariche e che accoglie anche rifiuti su suoli agricoli.
Dopo l’inchiesta più che dimissioni credo per lui, come per tutto il modello unico dei partiti, ci stia l’esilio, la stessa pena che stanno subendo gli abitanti di Montichiari, bambini compresi, che stanno fuggendo per non convivere con “puzze”, gessi assassini e nubi tossiche da anni.