L’ultimo dei Troikani

di MoVimento 5 Stelle Europa

Il Governo di Paolo Gentiloni, per l’Italia, rappresenta l’ultimo esecutivo dei Troikani. Nonostante il loro assurdo credo che vede nella cessione di sovranità un mantra da seguire, nessuno di questi avatar si dovrà azzardare ad invocare il contributo del MES per aiutare il sistema bancario italiano. Una scelta così folle e sconsiderata consegnerebbe le chiavi dell’Italia alla Troika tramite commissariamento (BCE, Fondo Monetario Internazionale, Commissione europea) e costituirebbe l’accelerazione del processo di svendita del Bel Paese in mano agli avidi speculatori, che non vedono l’ora di comprarci con prezzi ancor più di saldo. Questo ennesimo Governo non legittimato dal voto popolare, e quindi debole per definizione, oltre a rappresentare l’ultimo disgustoso rantolo di tecnocrazia e ingerenza anti-democratica, ha infatti la facoltà di ricorrere al fondo per ripulire i conti del Monte Paschi di Siena e di altri istituti di credito.

Il MES è un trattato intergovernativo (approvato quasi all’unanimità dal Senato il 12 luglio 2012, dalla Camera il 19 luglio 2012 e promulgato da Giorgio Napolitano il 23 luglio 2012) che istituisce un’organizzazione finanziaria col potere d’influire pesantemente sulle nostre sorti economiche. È un fondo che a pieno regime ha una dotazione 700 miliardi di Euro, di diritto lussemburghese – tanto per cambiare – a cui l’Italia si è impegnata a conferire 125 miliardi di Euro. Nel caso in cui un Paese membro abbia necessità di essere salvato, citiamo la Grecia come esempio, i tecnocrati europei potranno concedere soldi in cambio di un memorandum d’intesa. In questo “contratto” la Troika inserisce le basi per la cessione della sovranità di alcuni asset strategici del Paese richiedente (strade, ferrovie, acqua, ecc…), oltre alla richiesta di controllo delle politiche economiche, leggasi Mario Monti a Presidente del Consiglio.

Il MES è insomma un mostro tecnocratico
gestito da un consiglio di governatori formato dai ministri finanziari dell’Eurozona, da un consiglio di amministrazione (nominato dal consiglio dei governatori) e da un direttore generale, con diritto di voto, nonché dal commissario UE agli affari economico-monetari e dal presidente della BCE nel ruolo di osservatori. L’operato del MES, i suoi beni e patrimoni – ovunque si trovino e chiunque li detenga -, godono dell’immunità da ogni forma di processo giudiziario. Inoltre, tutti i membri del personale sono immuni a procedimenti legali in relazione ad atti da essi compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni e godono dell’inviolabilità nei confronti dei loro atti e documenti ufficiali.

Lo scenario che abbiamo dinanzi con la crisi annunciata del Monte Paschi e del sistema bancario italiano non lascia sereni: una ricapitalizzazione di MPS da parte del Tesoro è inevitabile. Qualora dovesse avvenire, il sacrificio dovrà essere compensato con il controllo pubblico, cacciando gli amministratori che hanno generato disastri e i responsabili politici del PD. Dovranno essere chiamati per nome e cognome tutti i Governi che hanno sostenuto la follia con cui i cittadini devono fare i conti oggi: si parte dalla separazione tra il Tesoro e la Banca d’Italia degli anni ’80, fino ad arrivare ai vincoli dell’Unione bancaria, dei Trattati “made in Troika”, del bail-in e degli altri assurdi vincoli europei ed internazionali che il Partito Democratico e i partiti federalisti hanno implementato senza battere ciglio. Un disastro su tutta la linea che gli italiani supereranno pagando come sempre, a patto che si rimanga sovrani di decidere delle nostre sorti. Il tutto senza interventi di mostri tecnocratici come il MES e soprattutto con la sparizione dal panorama politico di quei partiti responsabili.

La situazione è evidentemente compromessa tanto quanto lo era nel 2011, con la differenza che in Italia c’è il Movimento 5 Stelle: una forza politica che rappresenta i cittadini, che lotta per la sovranità del popolo Italiano e per un’Europa nuova e non tecnocratica. Il Movimento 5 Stelle è evidentemente una minaccia per quel sistema di controllo a cui fa capo la Troika, rappresentato dal nuovo avatar di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Ecco perché non siamo ancora andati al voto.