La schiavitù è il terzo business illecito più redditizio al mondo

di Fabio Massimo Castaldo, Efdd – Movimento 5 Stelle Europa.

Il 2 dicembre è la Giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù. Questa data è stata scelta per ricordare il 2 dicembre 1949, data di approvazione da parte dell’Assemblea generale della Convenzione delle Nazioni Unite per la repressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui. Tuttavia nel mondo ci sono ancora troppi schiavi. Al Parlamento europeo il Movimento 5 Stelle ha promosso una dichiarazione scritta in cui invita la Commissione europea e l’Alto Rappresentante Mogherini a intraprendere un’azione più incisiva sulla schiavitù e a sollevare la questione negli incontri bilaterali con i governi dei Paesi in cui ancora non è stata estirpata. Eccola:

Ci sono statistiche odiose, che fanno male come una frustata sulla pelle e che dovrebbero far vergognare ogni essere umano. Secondo l’Indice Globale della Schiavitù 2016, pubblicato dalla Walk Free Foundation, nel mondo ci sono 45,8 milioni di persone schiavizzate, il 28% in più rispetto ai dati dell’ultimo report.

Il concetto stesso di schiavitù rimanda a un mondo arcaico e scarsamente progredito, a un tempo in cui milioni di persone venivano trasportate da una parte all’altra dell’Oceano Atlantico, incatenate su grosse navi di legno. La schiavitù moderna, invece, si annida nei meandri della nostra società avanzata e contemporanea, si nasconde dietro le porte di milioni di cucine, fabbriche e fattorie dove la libertà di donne, uomini e bambini viene calpestata senza ritegno. Il lavoro forzato, lo sfruttamento sessuale commerciale, la servitù per espiare debiti economici, i matrimoni forzati: tutti esempi di moderna schiavitù. E l’elenco potrebbe continuare.

C’è un altro dato sul quale dobbiamo riflettere: il fenomeno della tratta di esseri umani è il terzo business illecito più redditizio, dopo il traffico di droga e quello di armi. L’Organizzazione mondiale del lavoro stima intorno a 150 miliardi di dollari l’anno il “valore” della schiavitù: sfruttamento del lavoro dei bambini, traffico di esseri umani, bambini soldato, matrimoni forzati, prostituzione coatta, ma anche aspetti culturali, come il sistema delle caste in India o l’ereditarietà della schiavitù in Mauritania. E sociali, come la povertà e la corruzione.

Venendo alle suddette statistiche odiose, l’India conta il maggior numero di persone che vivono in stato di schiavitù (18.35 milioni), seguita da Cina (3.39 milioni), Pakistan (2.13 milioni), Bangladesh (1.53 milioni) e Uzbekistan (1.23 milioni). La Mauritania è il paese con la più alta densità di popolazione ridotta in schiavitù, nonostante questa ignominiosa pratica sia stata ufficialmente abolita nel Paese dal 1981 e riconosciuta come reato dal 2007.

La schiavitù è un affronto all’umanità. Oggi i governi, la società civile e il settore privato devono unirsi per sradicare tutte le sue forme contemporanee e per restituire diritti umani e dignità a tutte le persone che ne sono state private. Ecco perché sono promotore di una dichiarazione scritta in cui invito la Commissione europea e l’Alto Rappresentante Mogherini a intraprendere un’azione più incisiva sulla schiavitù e a sollevare la questione negli incontri bilaterali con i governi dei Paesi in cui ancora non è stata estirpata.