La scheda di Renzi non è un facsimile, è un falso

di Luigi Di Maio

Ieri Renzi in TV a Otto e mezzo è stato (finalmente) incalzato da una giornalista sulla questione della scheda falsa denunciata ieri da questo blog. Il premier è rimasto senza parole, ha balbettato per un po’ e poi, come un bimbo che non sa cosa dire, l’ha sparata grossa: “La scheda che ho mostrato è un facsimile”. Ancora bugie davanti agli italiani. Quella scheda non é un facsimile. Un facsimile è per definizione è la riproduzione di un documento ufficiale, originale e esistente. Come riporta la definizione Treccani è la “copia esatta di scritto, stampato, disegno, oggetto, ottenuta mediante riproduzione fotografica o con altre tecniche: il f. d’un manoscritto, d’un documento”.

Siccome la sua riforma non prevede l’elezione da parte dei cittadini e non esiste una legge elettorale per il senato, quella scheda non esiste. Quindi quello non è un facsimile, è un falso bello e buono per prendere in giro gli elettori. Un comportamento inaccettabile da parte di una persona che ricopre cariche istituzionali. Renzi deve ammettere che quella scheda non esiste. Vogliamo anche sapere chi l’ha materialmente prodotta e lo esortiamo quanto meno a non esporla più in questi ultimi giorni di campagna. Invito anche i giornalisti ad intervistare Renzi sul tema: vuole dirci cosa è quella scheda o no? La sua riforma dimezza il diritto di voto degli italiani, abbia il coraggio di dirlo e la smetta con i sotterfugi.

Il presidente del consiglio ha anche detto che la denuncia annunciata da Danilo Toninelli non lo preoccupa, con i tempi a cui ha costretto la giustizia italiana come dargli torto. Fossi in lui mi preoccuperei del voto di domenica. Lì gli italiani voteranno nel merito e pochi saranno disposti a dimezzarsi il diritto di voto ora che le sue balle sono state smascherate.

Se Renzi vuole continuare a mentire lo faccia, ma in un confronto con me e la smetta di scappare. Lo aspetto stasera.