Fedeli, il ministro “zeru tituli”

di MoVimento 5 Stelle

Non c’è due senza tre: Valeria Fedeli continua a mentire e a incartarsi, peggiorando ulteriormente una situazione rispetto alla quale l’unica via d’uscita sono le sue dimissioni da ministro. In un’intervista rilasciata oggi a un quotidiano (la Repubblica, ovviamente) il titolare del Miur ha dichiarato che “Nel 1987 avrei potuto equiparare quei tre anni come assistente sociale al titolo di laurea”. Peccato che il Consiglio di Stato, nella sentenza 6034 del dicembre 2014, abbia stabilito che il diploma triennale delle magistrali non è equiparabile alla maturità e, dunque, non costituisce titolo per l’accesso all’università.

Ricapitolando: Fedeli non è laureata in Scienze Sociali, non ha il diploma di maturità (ma quello magistrale triennale) e, in ragione di ciò, non è possibile neppure l’equiparazione del suo titolo alla laurea.

Fedeli, invece di arrendersi all’evidenza e di essere sincera, continua a forzare la mano arrampicandosi sugli specchi, finendo così con il rendere le sue dimissioni ancor più dovute. Il titolare del Miur, sempre nell’intervista, si è avvalsa della facoltà di non “non ricordare” che in un primo curriculum aveva scritto di aver conseguito un diploma di laurea e in un secondo curriculum di aver indicato la laurea in Scienze sociali. Una “leggerezza”, l’ha definita, rispetto alla quale è stata costretta, una volta scoperta, a dover cambiare i curricula in tutta fretta. Adesso giunge questa nuova balla sull’equiparazione con il titolo di laurea.

Fedeli però almeno su un punto è stata chiara e precisa: lei ci tiene ad essere chiamata ministra. Una questione fondamentale, di grande sostanza, che quasi ci fa dimenticare il fatto che un ministro della Repubblica da giorni continui a mentire agli italiani.

Ps. Dal momento che Fedeli sembra intenzionata a restare inchiodata alla poltrona al di là di qualunque evidenza, il presidente Gentiloni ha intenzione di svolgere il ruolo che gli è stato assegnato, prendendo le decisioni del caso… o dovremmo chiedere di intervenire direttamente al suo dominus, Renzi?