W la libertà d’espressione! Ritirate la querela a Beatrice Di Maio!

di Franco Bechis

Questo è un appello. Al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al suo sottosegretario, Luca Lotti. Così vado subito al sodo: presidente, faccia ritirare quella querela presentata a Firenze nei confronti di Beatrice di Maio, un account twitter che secondo voi è falso e appartiene alla “macchina del fango” del Movimento 5 stelle. Lotti si è offeso- un po’ in ritardo a dire il vero- per un tweet dell’aprile scorso. Adesso lo pubblico, così tutti ci capiamo. Eccolo.

In quei giorni impazzavano sulla stampa le intercettazioni che hanno portato poi alle dimissioni del ministro Federica Guidi. In una di quelle c’era una conversazione a cui partecipava il fidanzato della Guidi. L’interlocutore diceva che sarebbero state pubblicate “quelle foto di Graziano Delrio con i mafiosi“. Beatrice di Maio ironizzò e in qualche modo stemperò la tensione di quella intercettazione pubblicando le foto di chi frequentava Delrio: gli altri membri del governo Renzi. Fra questi c’era anche Lotti, che si è offeso ad essere accomunato a quel “mafiosi“. Posso capire, ma appare evidente che quel tweet aveva caratteristiche di satira. Può non piacere, certo. Ma è satira, come nelle vignette.

Sulla stessa vicenda i giornali titolarono seriamente, e qui ce ne è un esempio: “Ho le foto di Delrio con i mafiosi“. Era una boutade, come spesso capita con le intercettazioni prese a casaccio, ma venne vissuta come fatto serio. Anche come tentativo di minacciare un ministro. Lui si difese, e la storia finì lì. Ma perché querelare quel tweet? Sa quanti ce ne sono in giro per la rete, sa quanti sono i simpatizzanti del Pd che ironizzano anche in modo più pesante?

Signor Presidente del Consiglio, le posso assicurare che Beatrice di Maio non è lo strumento di una macchina del fango, ma una ragazza in carne ed ossa, di 25 anni. Una brunetta romana oggi spaventata come è ovvio quando i personaggi più potenti di Italia la portano alla sbarra con tanto di tam-tam (e sciocchezze assolute) pubblicate dalla grande stampa. Ma non è per lei che le faccio questo appello: non la conosco. Ho esaminato a fondo il suo account: fa battute, qualche volta riuscite, altre molto meno. Ogni tanto ritwitta notizie e commenti che condivide di solito ripresi da articoli stampa o trasmissioni televisive.

Non è per una giovane ragazza che le chiedo- Presidente- questo passo indietro. E’ per un’altra amica a cui tengo più di ogni altra cosa: la libertà. Un personaggio pubblico come lei o come Lotti deve rinunciarvi un po’: sono le regole del gioco. Ma la libertà di espressione, di opinione e di satira, stabilita in un articolo della Costituzione che nessuno vorrebbe toccare, non può essere minacciata come lo è da quella querela. Sono convinto che lei sia il primo a saperlo, tanto è raramente sa privarsi del gusto di battute che i suoi bersagli potrebbero talvolta considerare offensive. Ma sono ironiche, e sanno comprendere.

E’ in nome di quella libertà- Presidente-che le chiedo un passo indietro. Perché non c’è bene più prezioso in un paese da difendere, e dovrebbe stare a cuore la sua protezione più a lei che a me. Lasci perdere i tribunali, e liberamente discutiamo di come molti- anche le forze politiche, in primis quella guidata da lei- delle verità e delle bugie che circolano sui social. E a dire il vero non solo su quelli, visto che giornali e tribune della politica non sembrano così diverse. Discussione libera, che non può puntare ad oscurare una battuta che non si considera riuscita. Non aggiungo altro, perché sono certo che quella querela sia un passo precipitato nella tensione della campagna elettorale e dello scontro politico. Ma che lei sappia quello di cui parliamo, e farà quel passo indietro.