#RaiDiRegime fa propaganda al Sì

di Roberto Fico

Possiamo tranquillamente privatizzarla, la Rai: è incapace di fare servizio pubblico.
Sono stati appena pubblicati dall’Agcom i dati della settimana 14-20 novembre. Sono vergognosi.
Nei tg Rai il Sì ha goduto di 1 ora e 8 minuti in più rispetto al No (54,6% contro 42,7%). Ma questo non è nulla rispetto alla presenza del premier e del Governo: 47% del tempo di parola al Tg1, 36% al Tg2, 44% su Rainews. Tempo di notizia? 42% Tg1, 45% Tg2, 46% Rainews. Il grosso è tempo del premier, ovviamente. Ricordo ancora una volta che l’informazione dei membri del Governo in una campagna elettorale deve limitarsi, per legge, alle funzioni istituzionali, e non è ammessa la propaganda.

Vergognosa anche la situazione di altre testate, in particolare Tg5 e SkyTg24, che è un servizio d’informazione privata del Governo (Governo + Presidente del Consiglio al 56,1% del tempo di parola).

Davvero una bella campagna referendaria: un Presidente del Consiglio che tenta di inquinare il voto degli italiani all’estero inviando lettere di propaganda; fuorilegge il servizio pubblico e altre emittenti; connivente l’Agcom, che dovrebbe intervenire molto più duramente di fronte a una situazione così preoccupante per la democrazia. Dopo i dati di oggi ha richiamato soltanto i canali SkyTg24, Rainews24 e Tgcom24.

Azionerò ogni strumento possibile per fermare questo scempio e fare sì che siano sanzionati i responsabili di questi comportamenti.

Quanto a certi individui del servizio pubblico, cos’hanno avuto in cambio per fornire un’informazione del genere in uno dei momenti più importanti della storia democratica del Paese? Vigliacchi! Oltre a questi dati, abbiamo dovuto subire una pessima qualità dell’informazione. Per esempio, il video informativo di due giorni fa alla trasmissione Agorà, con errori grossolani, incompleto, spudoratamente orientato a favore del Sì. Oppure i servizi del Tg2 negli ultimi giorni, sempre più un bollettino governativo.
Alla disonestà di questo Governo risponderemo noi cittadini il 4 dicembre con il voto, e nel giro di poco tempo non li vedremo più. Questo Paese ha bisogno di un’aria nuova, di tornare finalmente a respirare.