#IoDicoNo nel Regno Unito

di Luigi Di Maio

Più o meno ogni due giorni un aereo pieno di giovani italiani atterra in una città del Regno Unito. Lasciano il nostro Paese alla ricerca di nuove prospettive, di nuove opportunità. Sono quasi 600mila gli italiani che oggi vivono in Inghilterra. Seicentomila persone che hanno scelto un altro futuro e che, in alcuni casi, sono stati costretti a farlo.

Per questo siamo a Londra, nell’ambito dell’World Tour #Iodicono. Per chiedere loro uno sforzo comune, in un momento delicatissimo per il nostro Paese, che il 4 dicembre 2016 sarà chiamato a pronunciarsi su una riforma che rischia di fare carta straccia della nostra Costituzione.

Avete lasciato l’Italia, avete avuto, purtroppo, dei buoni motivi per farlo, ma ora è il momento di tenderle la vostra mano.

Non dobbiamo e non possiamo restare a guardare.

La battaglia per difendere la nostra Carta fondamentale appartiene a tutti noi: indipendentemente dagli schieramenti politici, indipendentemente da dove ci troviamo nel mondo, dobbiamo andare a votare e dire “NO”!

No a chi finge di voler abolire il Senato per conferire l’immunità parlamentare a consiglieri regionali e sindaci indagati per gravi reati. No a chi parla di semplificazione del processo legislativo ma quando ha voluto ha approvato norme nel giro di 48 ore. Vedi il Lodo Alfano per salvare Silvio Berlusconi dai suoi processi. Vedi anche la legge Boccadutri: 45,5 milioni di euro dei cittadini che i partiti si sono divisi senza alcun controllo sui bilanci.

No a una riforma benedetta dalla JpMorgan, dalla Merkel e da Bruxelles, vale a dire da chi finora ha speculato alle nostre spalle nei peggiori anni della crisi economica, dispensando lezioni sul taglio delle nostre pensioni o sull’accoglienza dei migranti, isolando il nostro Paese giorno dopo giorno.

Quella di quest’oggi a Londra è solo una delle tante tappe che decine e decine di portavoce M5S compiranno nei prossimi giorni. Saremo a Madrid, Vienna, Bruxelles, Mosca, Losanna, Berlino per chiedere ai nostri connazionali di reagire e di farlo ora, con un “NO”.

E suggerire così a quei quattro cialtroni che sì, c’è ancora un popolo che vuole preservare la sua identità, che riconosce la sua storia, anche a migliaia di chilometri di distanza da casa sua, e che non è più disposto a restare in silenzio.