Il latte sardo è salvo

di MoVimento 5 Stelle

A volte Davide vince contro Golia. È accaduto nella piccola cittadina di Arborea, provincia di Oristano. Piccola, ma importante per il tessuto economico di tutta la Sardegna. È terra di allevamenti e di produzione casearia, Arborea.
Qui la società Saras della famiglia Moratti, che ha già colonizzato il sud dell’Isola con una mega raffineria, aveva presentato progetti per perforare alla ricerca di carburanti. I cittadini, riuniti in un comitat, con l’aiuto di tecnici ed esperti hanno contestato i progetti. Hanno convinto la Regione, perché era assurdo favorire i petrolieri e distruggere l’economia della zona. E tutti insieme hanno vinto ben due ricorsi, al Tar e al Consiglio di Stato. La Saras non trivellerà Arborea.
Il latte e i formaggi sardi sono salvi.
Questa storia, che ha avuto il suo lieto fine a luglio, potrebbe essere stata l’ultima vittoria dei cittadini, se il 4 dicembre dovesse malauguratamente vincere il sì.
Infatti, Renzi e Boschi hanno introdotto una clausola di supremazia, con cui lo Stato avrà poteri poteri esclusivi in materia di energia e politiche ambientali, tutela e valorizzazione del territorio.

Con questa clausola, che si chiama “di supremazia” ma è una vera e propria clausola di sudditanza, il governo può invocare l’interesse nazionale e decidere senza confrontarsi con nessun altro ente, anche nelle materie di competenza locale. Quando sentite parlare di “riforma del Titolo V della Costituzione” sappiate che questo è il cuore di questa riforma.
Ma quei lacciuoli e quei rimpalli non sono dei capricci. Costituiscono la possibilità data ai cittadini e agli enti locali, più vicini alle esigenze del territorio rispetto al governo di Roma, di dire no.
Oppure di dire: vogliamo sapere. Vogliamo conoscere Ne abbiamo il diritto. Perché qui ci viviamo noi.
Se la Riforma Boschi dovesse passare, il governo potrebbe decidere di costruire inceneritori, centrali a carbone, metanodotti, far trivellare il nostro Paese, senza alcun confronto con chi deve subire quella decisione. Quegli oltre 13 milioni di italiani che ad aprile hanno votato contro le trivellazioni hanno una seconda possibilità il 4 dicembre.
per evitare che lo Sblocca Italia diventi Costituzione. Il decreto scritto per i eptrolieri, i cementificatori, e tutti coloro che guadagnano dallo sfruttamento dell’ambiente.