Sanità, se la razionalizzazione è senza logica

di Paola Massidda sindaco M5s Carbonia

A Carbonia, per dare “un incentivo alle nascite”, hanno deciso di spostare il reparto di ginecologia, ostetricia, nido ostetrico e pediatria in un’altra struttura a circa 25 chilometri di distanza, collocata all’estrema periferia della ex provincia e difficilmente raggiungibile dalla maggior parte dei comuni, con tempi di percorrenza in caso di traffico di oltre un’ora.

Così quando una donna sente che sta per arrivare il momento con tutta la calma che contraddistingue questi momenti, si mette in auto, fa la strada e si presenta in ospedale, sperando sempre che un’auto ce l’abbia, perché se deve aspettare un mezzo pubblico allora la percorrenza richiede circa un’ora. Ma, soprattutto, deve sperare che tutto vada liscio perché, in caso di complicazioni, dovrebbe fare la stessa strada e tornare al punto di partenza, a Carbonia, dove invece sono rimasti i reparti di rianimazione, cardiologia, chirurgia e quello emotrasfusionale. Quindi parliamo di vite in pericolo, senza prendere in considerazione i numerosi casi di parto precipitoso che porterebbero a operare direttamente in pronto soccorso, e la difficoltà per i sanitari di operare con la dovuta serenità in assenza di una adeguata struttura alle spalle. Tra l’altro il trasferimento del nido ostetrico ha fatto sparire dalla struttura anche i pediatri. Tutto lavoro in più per le ambulanze.

Chiunque capirebbe i fattori di rischio a cui una partoriente e il nascituro andrebbero incontro. Ma non la Regione Sardegna che ha predisposto il piano di riordino della rete ospedaliera. Per questo abbiamo tenuto un consiglio comunale straordinario davanti l’ingresso dell’assessorato regionale alla Sanità a Cagliari, al termine del quale una delegazione di diversi sindaci è stata ricevuta. Sì alla razionalizzazione ma almeno la si faccia con un minimo di logica.