Rapimento Abu Omar, tutto quello che non torna

di Angelo Tofalo

Relativamente al rapimento dell’Imam Abu Omar avvenuto a Milano nel febbraio del 2003, da quanto è stato finora acquisito dal Copasir e dopo diverse audizioni, sono emersi elementi totalmente contrastanti che fanno supporre una copertura politica perpetrata e continua sulla vicenda. Sul caso, all’indomani dell’audizione del direttore dell’AISE, in Copasir abbiamo avuto oggi un duro e contrastato ufficio di presidenza. Abbiamo evidenziato le non risposte da parte del Governo e le violazioni della legge 124/2007 in merito alle continue richieste di documentazione che, puntualmente ignorate, non permettono la specifica funzione di controllo propria del Comitato.

Sulla vicenda Abu Omar pesano due sentenze della Corte e il segreto di Stato ancora vigente posto da tutti i governi di destra e di sinistra: da Berlusconi a Renzi passando per Prodi, Monti e Letta. Stranamente anche chi nel 2005 era opposizione e chiedeva verità, oggi la nasconde. Sappiamo che esiste un documento mai rivelato prima, non coperto dal segreto di Stato, così come confermato dallo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi alla procura di Ravenna, che riscriverebbe completamente questa triste pagina di storia che ha coinvolto i servizi segreti italiani. Un documento definito di volta in volta inchiesta o verifica interna, che il Movimento Cinque Stelle è in attesa di ricevere ormai da mesi, ma che il Governo non fornisce.

Ci sorge il dubbio che questa verifica o inchiesta interna non sia mai stata verbalizzata: che si stia verbalizzando ora a Palazzo Chigi? Se questo dubbio dovesse essere confermato ci troveremmo davanti ad una grave deviazione dei servizi segreti ad opera dell’attuale Governo. Per fare chiarezza sulla vicenda basterebbe audire, così come richiesto da tempo dal M5S, i protagonisti della vicenda: il dott. Scarpis, il generale Ditroia, il dott. Mancini e il generale Pollari. Perché il presidente del Copasir Giacomo Stucchi ancora non li convoca? Il Governo ha per caso messo il bavaglio al Comitato, ovvero al Parlamento italiano?.

Il Movimento Cinque Stelle non può che evidenziare come in questa oscura vicenda di segreti, guerre interne, persone da coprire e poltrone da occupare, chi ne paga le conseguenze è solo l’Intelligence italiana e quindi la sicurezza nazionale.