Otto nuovi inceneritori in arrivo

Nel silenzio totale dei media italiani, mercoledì 5 ottobre, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che accende 8 nuovi inceneritori. Le regioni coinvolte sono: Umbria, Marche, Lazio, Campania, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Sardegna. Con la costruzione degli otto nuovi inceneritori saranno bruciate quasi due milioni di tonnellate di rifiuti in più all’anno. Un terzo in più rispetto a quanto accade attualmente. Il governo vuole avvelenarci! Il Movimento 5 Stelle dice NO agli inceneritori e al Parlamento europeo lotta per affermare l’economia circolare che si basa sul riciclo e il riuso dei rifiuti. Ecco il commento del portavoce Marco Affronte.

di Marco Affronte, Movimento 5 Stelle Europa.

Il Governo va avanti, senza ascoltare ragioni, deciso ad accendere 8 nuovi inceneritori in Italia entro i prossimi anni. Il Rapporto Preliminare sul Piano Nazionale degli Inceneritori è stato tradotto in Decreto del Consiglio dei Ministri ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Dunque avanti tutta, nonostante ci siano diverse ragioni per capire che NON c’è alcun bisogno di nuovi inceneritori in Italia. E potrebbe esserci anche un rischio economico, oltre che di salute.

I NUMERI
Attualmente l’Italia gestisce così i suoi RSU: il 26% viene riciclato, il 15% va in compostaggio, il 21% viene incenerito e il… 38% finisce in discarica! Ne rapporto si dice che l’Italia ha una carenza di autosufficienza per quanto riguarda la capacità di incenerimento: secondo il Ministero dobbiamo bruciare 1.800.000 tonnellate in più di rifiuti all’anno. Per quale ragione? Perché siamo circa 20 punti percentuali al di sotto degli obiettivi minimi di legge che prevedono di raggiungere il 65% di raccolta differenziata, mentre attualmente ricicliamo il 45% del totale.

E’ sicuramente giusto cercare di ridurre la quota di rifiuti da conferire in discarica – lo dicono anche le norme europee – ma il Ministero si basa sulla Direttiva Rifiuti del 2008 per dire che l’incenerimento è considerato una soluzione virtuosa: niente di più falso. Nella direttiva l’incenerimento è al penultimo posto ed è l’opzione da preferire solo alla discarica. Ma prima ci sono la diminuzione della produzione, il riuso e il riciclo. Le direttive europee impongono di raggiungere una quota di riciclaggio pari al 50%. Oggi ricicliamo circa 7,3 milioni di tonnellate di rifiuti ovvero il 26% di quanto prodotto. Che significa questo? Significa che, se rispettiamo le Direttive UE, entro pochi anni dovremo riciclare altre 7 milioni di tonnellate di rifiuti, rendendo quindi del tutto inutile aumentare la nostra capacità di incenerimento. Nei prossimi anni sarà necessario chiudere gli inceneritori, non aprirne di nuovi.

I NUOVI INCENERITORI
Secondo il Piano del Ministero dovranno essere aperti almeno altri otto nuovi inceneritori, tutti al Centro-Sud. Le regioni interessate sono Umbria, Marche, Lazio, Campania, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Sardegna. In Umbria vogliono polverizzare altre 130.000 tonnellate l’anno, nella Marche 190.000, in Lazio 210.000, in Campania 300.000, in Abruzzo 120.000, in Puglia 70.000, in Sicilia 690.000 e in Sardegna 120.000. Sarà necessaria una battaglia in ognuna di queste Regioni per ottenere uno stop a livello locale della costruzione dei nuovi cancrovalorizzatori. Per non aprire i nuovi inceneritori c’è un solo modo: consumare di meno e riciclare di più: bisogna afffamare gli inceneritori fino a renderli inutili. E’ previsto infatti nelle disposizioni finali che le amministrazioni locali possano “presentare al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare una richiesta di aggiornamento del fabbisogno residuo regionale di incenerimento dei rifiuti urbani e assimilati” in seguito ad adeguamenti, riduzione della produzione dei rifiuti e maggiore riciclaggio.

LE CRITICHE DELL’UNIONE EUROPEA

Il piano del governo prevede di bruciare quasi 2 milioni di tonnellate affermando che non “incide direttamente sulle componenti ambientali” quali la qualità dell’aria. Questo è falso! Inoltre, si dice che il piano non può essere assoggettato a Valutazione Ambientale Strategica. Eppure è impossibile non ipotizzare che l’incenerimento non abbia ripercussioni, anche serie sull’ambiente! Il Piano si ‘autoassolve’, demandando questa valutazione alla fase autorizzativa dei singoli inceneritori. Il Movimento 5 Stelle, con un’interrogazione alla Commissione Europea, ha chiesto di dirci se fosse necessaria. La risposta è chiara: “qualora il programma sull’incenerimento dovesse rientrare nel campo di applicazione della direttiva 2001/42/CE (valutazione ambientale strategica — direttiva VAS), prima della sua adozione sarebbe necessaria una valutazione ambientale.” La VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA VA FATTA! E invece il Ministero, ancora nel decreto appena pubblicato in Gazzetta, scrive di non volerla fare. Allucinante! Cosa rischia l’Italia? La salute, prima di tutto, ma anche una bella multa per infrazione europea.