Emergenza sbarchi: con Renzi sono triplicati

di MoVimento 5 Stelle

Ieri il Bomba ci è venuto a parlare di Europa. Lui, che non viene invitato nemmeno ai vertici internazionali. Ve lo ricordate al semestre europeo quando disse “l’immigrazione sarà il primo tema in agenda”? Da allora il buio totale. Gli sbarchi sono continuati ad aumentare. Berlino e Parigi hanno iniziato ad alzare muri, ci hanno rispedito indietro migliaia di rifugiati. Dublino III e il principio di “chi prima accoglie poi gestisce”, votato e approvato negli anni scorsi da Pd, centrodestra e Lega Nord lo davano per superato e invece sui circa 40mila ricollocamenti annunciati dei 160 mila richiedenti arrivati in Italia al 7 ottobre 2016, solo 1.316 sono stati trasferiti. In più c’è l’ultima della nuova Guardia di frontiera europea in sostituzione di Frontex, che vigilerà lungo il confine tra Bulgaria e Turchia.

Eppure stando ai dati forniti dalla Sar, l’Agenzia di stato bulgara per i rifugiati, quest’anno sono stati 14.728 i rifugiati entrati nel paese, mentre in Italia solo a maggio si contavano già 46.714 arrivi via mare. Insomma, conti alla mano forse sarebbe stato più opportuno rafforzare il monitoraggio nel Mediterraneo, soprattutto in vista dei disordini che interessano la Libia. Invece nulla, il nostro Paese è stato beffato per l’ennesima volta e questo per colpa di un premier incapace di governare e di legittimarsi in ambito internazionale.

Le sua qualità politiche si misurano col numero di veline che il suo portavoce riesce a far passare su giornali e tg. “Renzi diserta la conferenza di Bratislava”, leggiamo. Ma poi dopo un paio d’ore si scopre che non è stato proprio chiamato a partecipare. Un piccolo grande imbonitore, ecco cos’è! Sta facendo lo stesso col referendum costituzionale, basta leggere la formulazione del quesito, scritto appositamente per ingannare i cittadini. Intanto tra tutti i fallimenti annoverati da questo governo l’emergenza sbarchi è sicuramente quello più grande. Lo dicono i numeri: da quando c’è Renzi sono triplicati. Lui se la ride, se la canta e se la suona. Ma fra poco toccherà a lui chiedere asilo. Magari dopo il 4 dicembre, quando il Paese lo inviterà ad andarsene.