#AssangeLibero

Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è stato illegalmente arrestato dalla Svezia e dal Regno Unito a Londra, il 7 dicembre 2010, in conseguenza dell’azione legale intrapresa contro di lui da entrambi i governi. L’ONU ha fatto appello alle autorità svedesi e britanniche affinché ponessero fine alla privazione della libertà di Assange e affinché rispettino la sua integrità fisica e la sua libertà di movimento, oltre a concedergli il diritto al risarcimento. Noi siamo al fianco di Assange. Assange libero! Di seguito l’intervento di Julian Assange a Italia 5 Stelle al foro italico di Palermo

Avete ottenuto un risultato straordinario, squarciando il velo dei filtri, che sono molto forti in Italia, della vecchia stampa mainstream corrotta. Penso che questo sia probabilmente il vostro successo più importante, perché quando la naturale buona volontà e lo scetticismo delle persone possono esprimersi senza filtri, o, in questo caso, guidati da Beppe, con la sua grandissima energia e la sua capacità di aprire un varco in queste panzane con l’ironia, ecco che nasce qualcosa come il MoVimento 5 Stelle e come altri movimenti che lacerano i filtri della stampa mainstream, come ad esempio quello che si è creato qui, nel Regno Unito, con Jeremy Corbyn.
Sono stato trattenuto illegalmente nel Regno Unito per 6 anni, le Nazioni Unite hanno dichiarato l’illegalità della mia detenzione, il contesto è ancora quello del tentativo di azione giudiziaria nei miei confronti e nei confronti di WikiLeaks in quanto organizzazione, che ha già portato una giovane, Chelsea Manning, in prigione, condannata a 35 anni. Mi trovo in una situazione inconsueta, molto difficile, ma da qui posso provare a continuare il mio lavoro su temi che ritengo importanti, e quello che sta succedendo in Italia, dove si sta squarciando il velo delle bugie della stampa tradizionale corrotta, mi dà molto coraggio.
Come ho già detto, ho studiato a lungo la guerra e le morti che ne derivano, abbiamo pubblicato oltre 3 milioni di documenti sulla guerra e sono giunto alla conclusione che in un democrazia le guerre scoppiano a causa delle bugie. Se si guarda alla storia della democrazia, dal Vietnam e risalendo addirittura agli attacchi contro la Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale, le guerre sono il risultato di bugie e le bugie sono spinte dalla stampa mainstream, pertanto dobbiamo chiederci di quanti morti, in media, sia responsabile ogni giornalista che non svolge il proprio lavoro. Non sono così tanti i giornalisti, ciascuno di essi è responsabile, in media, di almeno 10 morti, pertanto quello del giornalista è un mestiere molto serio e la nostra società si basa proprio sul trasferimento di informazioni da una persona all’altra, pertanto se il sistema non funziona noi non possiamo vivere ed esprimerci al meglio.
Il nostro essere dipende dalle nostre conoscenze, non possiamo essere più di quello che conosciamo, possiamo pianificare solo sulla base di quello che siamo in grado di comprendere e la qualità del nostro agire è legata al coraggio che abbiamo, pertanto dobbiamo comprendere, dobbiamo vedere, comprendere e agire, e questa parte intermedia significa diffondere la conoscenza da una persona all’altra, squarciare i filtri dell’ignoranza.

Sono in questa ambasciata da quattro anni e mezzo, a Londra: sono venuto qui a richiedere asilo per quello che stava succedendo negli Stati Uniti e perché il Regno Unito non mi avrebbe permesso di allontanarmi. Sono australiano, ero in Gran Bretagna per lavorare con il Guardian sulla guerra in Afghanistan e sono rimasto bloccato a Londra. Sono venuto all’ambasciata per richiedere asilo e l’edificio è stato circondato dalla polizia, oltre 150 poliziotti, e questo assedio dura da quattro anni e mezzo. Il governo britannico ha ammesso di aver speso oltre 20 milioni di euro per questo assedio, una cifra superiore al budget che il Regno Unito destina ogni anno ai diritti umani.