150mila immigrati prigionieri in Italia

di Laura Ferrara, Efdd- Movimento 5 Stelle Europa.

Secondo i dati UNHCR dal 1 gennaio al 13 ottobre di quest’anno sono sbarcati in Italia 144.679 migranti. Ricordate le parole di Renzi alla Camera dei Deputati? “L’accordo di Dublino è finito”, diceva tra gli applausi dei deputati del Partito Democratico. Era il 14 ottobre 2015. Un anno dopo si scopre che è esattamente il contrario. Il regolamento di Dublino – l’odioso patto fra Paesi europei che assegna al primo Paese di approdo le responsabilità legate all’accoglienza e impedisce ai migranti di raggiungere direttamente il Paese europeo desiderato – è sempre in piedi ed più forte che mai, con la conseguenza che i 144.000 migranti sbarcati in Italia nel 2016 non possono chiedere asilo negli altri Paesi europei o raggiungere lì i loro parenti.

VIDEO. Renzi in Europa non conta nulla. Questo video lo conferma.

L’Italia è sola, abbandonata al suo destino, nel gestire un flusso eccezionale di migranti che scappano dalle loro terre per raggiungere le coste europee. Mentre Renzi vende fumo, gli sbarchi sono triplicati e i ricollocamenti promessi non avvengono. La riforma del regolamento di Dublino che sta discutendo il Parlamento europeo è una vergogna perché è svantaggiosa per l’Italia. Laura Ferrara che fa parte della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni, vi spiega come stanno davvero le cose:

di Laura Ferrara

“Il Movimento 5 Stelle è stata la prima forza politica a battersi per il superamento del regolamento di Dublino perché mette in difficoltà i Paesi mediterranei, burocratizza le procedure di asilo e non fornisce un accesso rapido alla protezione internazionale. Il 4 maggio 2016 la Commissione europea ha presentato una proposta di riforma. L’obiettivo dichiarato era nobile: maggiore solidarietà, maggiore equilibrio e maggiore efficienza nel diritto d’asilo. Tuttavia, il principio fondamentale del regolamento non cambia: i migranti devono presentare la loro domanda nel primo Paese d’ingresso, salvo che non abbiano già famiglia in un altro paese. Abbiamo letto la proposta e abbiamo scoperto che per l’Italia non cambia nulla.

LA RIFORMA PENALIZZA L’ITALIA

Uno degli aspetti più criticati del regolamento di Dublino ancora oggi vigente riguarda il fatto che i Paesi di primo ingresso siano più penalizzati rispetto agli altri. Il migrante che tocca le coste italiane deve essere identificato e accolto nel nostro Paese senza alcun coinvolgimento degli altri Paesi europei. Nella proposta di riforma della Commissione questo principio non viene minimamente modificato, anzi viene rafforzato: ad esempio, nel vecchio sistema uno Stato membro cessava di essere responsabile della presa in carico della domanda di asilo dopo 12 mesi dall’ingresso irregolare se il richiedente faceva domanda in un altro Stato membro. Nella riforma questo criterio cade e lo Stato di primo ingresso sarà sempre responsabile della richiesta di asilo. In parole povere, il vecchio regolamento era più favorevole all’Italia perché era più flessibile della nuova riforma. La solidarietà viene introdotta come misura eccezionale: un Paese viene aiutato solo quando arriva al collasso.

LA POSIZIONE DELL’EFDD – M5S EUROPA

La Commissione europea e la maggioranza del Consiglio europeo fanno finta di aiutare l’Italia e tutti gli Stati di primo ingresso. Il Movimento 5 Stelle propone un vero e proprio sistema comune di gestione delle domande di asilo. In questo modo, sarà più semplice per gli Stati membri condividere gli sforzi che stanno compiendo gli uomini della Guardia costiera, della Marina militare, i Sindaci dei Comuni coinvolti, gli uomini delle forze dell’ordine e tutti i volontari delle associazioni umanitarie. Vogliamo l’introduzione di un meccanismo di ricollocazione dei migranti che sia automatico e obbligatorio. Chiediamo all’Unione europea di organizzare vie legali di accesso per evitare e prevenire i barconi della morte e gli sbarchi quotidiani. Bisogna tagliare il cordone degli affari di scafisti e trafficanti di uomini. Il Presidente del Consiglio a Bratislava davanti le tv batte i pugni sul tavolo contro l’Europa ma nelle stanze dei bottoni sigla tutte le decisioni che aveva criticato. L’Italia aspetta riforme vere ed efficaci non propaganda e bugie”.