#Ricostruiamo, le proposte del M5S dopo il terremoto

Emergenza, sicurezza, ricostruzione: piano e proposte del M5S
Un piano d’azione strutturato in 10 punti e una programmazione sia sul breve che sul lungo periodo. Sostegno, assistenza, ricostruzione, controlli. L’Italia non ha più scuse e non può sbagliare: il Movimento 5 Stelle presenta il suo pacchetto di proposte per le zone colpite dal terremoto del 24 agosto. Linee di intervento concrete per risollevare e ricostituire l’economia locale, il tessuto sociale e la sicurezza. Casa Italia non basta: è un contenitore che ricicla proposte vecchie.

Oggi alle 11.30 presso la sala stampa della Camera dei Deputati Luigi Di Maio, Laura Castelli, Patrizia Terzoni, Federica Daga, Vittorio Ferraresi presenteranno queste proposte del M5S per la ricostruzione dei centri colpiti e la prevenzione di altri disastri

1) Un tetto il prima possibile. Tendopoli via entro novembre.
I cittadini sceglieranno tra un contributo di autonoma sistemazione o la casetta provvisoria. La scelta sarà in entrambi i casi valida fino a quando la propria casa non sarà agibile. Chi sceglierà la casetta provvisoria potrà, in attesa che sia pronta, accedere provvisoriamente al contributo di autonoma sistemazione. Sarà fondamentale fornire una soluzione che garantisca ai cittadini di rimanere, per quanto possibile, in prossimità delle loro residenze.
In attesa che entro il periodo invernale siano pronti i Map (Moduli abitativi provvisori), i cittadini rimasti senza casa avranno la possibilità di scegliere tra una sistemazione in albergo oppure nelle seconde case ancora agibili.
Costituire una rete di assistenza psicologica nei confronti dei familiari delle vittime e delle persone coinvolte nella calamità. Attivare una rete di assistenza per sostenere i cittadini più bisognosi.

2) I residenti prima di tutto: Map
Massimo sforzo delle istituzioni per realizzare i Map nel minor tempo possibile: prioritario limitare il rischio dispersione e abbondono dei territori.
Laddove possibile sistemazione dei Map nei pressi delle abitazioni limitando l’effetto “villaggio di casette”.
Le casette previste dovranno essere realizzate tenendo conto dei requisiti di alta efficienza energetica al fine di evitare bollette “pazze” (come accaduto in Emilia).

3) Imprese: Senza lavoro non c’è futuro
Chi svolge attività imprenditoriale avrà diritto alla casetta provvisoria presso il proprio stabilimento produttivo in modo da non allontanarsi dal luogo di lavoro.
Tra i comparti più importanti in quel territorio c’è la produzione agricola e zootecnica: è dunque necessario realizzare strutture di ricovero anche per gli animali in prossimità degli eventuali stabilimenti produttivi.
Presso i centri abitati, i commercianti che vogliano riprendere la propria attività lavorativa dovranno essere sostenuti attraverso un contributo per l’acquisto o noleggio di container.
Attivare il percorso per l’istituzione di una Zona Franca Urbana della durata di 5 anni che possa garantire sgravi fiscali alle attività imprenditoriali (concessa in Emilia Romagna attraverso il Decreto legge 78/2015, che prevedeva però limiti da rimuovere: vincolo 80 mila euro di reddito, imprese fino a 5 dipendenti).
Defiscalizzazione temporanea dei pagamenti dei tributi, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione INAIL (aziende, lavoratori autonomi e dipendenti). Interventi da parte di ISMEA – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (come avvenuto per il terremoto del 2012 in Emilia) per il sostegno delle aziende agricole colpite dal sisma

4) Ricostruzione: sicurezza e prevenzione
Per svolgere il loro lavoro, premessa necessaria è che i Comuni siano dotati di personale adeguato: un’indicazione precisa giunta direttamente dai territori. Alcuni sindaci dell’area hanno espresso la necessità di un immediato adeguamento del personale rispetto all’emergenza e alle attività da svolgere.
La mappatura totale degli edifici pubblici e privati deve essere anche finalizzata alla quantificazione delle risorse necessarie per l’adeguamento anti-rischio.
Obbligo di adeguamento sismico di tutti gli edifici pubblici: non basta il “miglioramento”.
Obbligo del libretto d’uso e di manutenzione dell’edificio, che riporti tutti gli interventi manutentivi, ordinari e straordinari, effettuati, nonché l’esatta localizzazione degli elaborati progettuali accessibili ai proprietari.
Obbligo del certificato di rischio per tutti gli immobili, pubblici e privati, partendo dalle scuole pubbliche e dagli ospedali.
Garantire la realizzazione e la pubblicizzazione dello studio di vulnerabilità degli edifici pubblici.
Divieto di realizzare nuove opere come stoccaggi, estrazione di idrocarburi, reiniezione di fluidi che aggravano il rischio sismico (fenomeno della sismicità indotta) in presenza di faglie sismogenetiche attive.

5) Uffici speciali per la ricostruzione
Bisogna immediatamente costituire Uffici speciali per la ricostruzione, gestiti direttamente dalla struttura commissariale in collaborazione con i Comuni, senza disperdere la filiera della ricostruzione, che dovrà partire da subito con le schede di rilevazione dei danni al patrimonio edilizio. Sostanzialmente il cittadino deve avere di fronte uno Sportello Unico che segua l’intera fase della ricostruzione. A tale scopo sarà fondamentale uniformare la normativa per la ricostruzione in tutti i comuni colpiti dal sisma.

6) Finanziamento per la ricostruzione
Ricostruzione di tutti gli edifici (prime e seconde case), con contributo al 100% dei danni subiti.
La ricostruzione delle aziende potrà essere finanziata mediante credito d’imposta pari al 100% più interessi e sarò riconosciuto annualmente.

7) Ricostruzione condivisa e partecipata
Promozione degli strumenti di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini per una ricostruzione condivisa, in particolare sulle scelte più importanti della vita pubblica dei Comuni. All’interno degli Uffici speciali per la ricostruzione vi dovrà essere un tavolo di concertazione con i cittadini, parti sociali e ordini tecnici, coordinato con un osservatorio nazionale
Incentivazione e promozione di reti di economia solidale (GAS – gruppi di acquisto solidale, farmers market, ecc.) per il rilancio delle produzioni agricole delle zone terremotate e dei GAL – gruppi di azione locale

8) Annullamento e sospensione delle tasse e dei mutui
Sospensione e rimodulazione del piano di ammortamento dei mutui sulle case inagibili fino al ripristino dell’agibilità dell’edificio, senza oneri aggiuntivi per il mutuatario. Stabilizzazione degli ecobonus, che non devono costituire una misura una tantum

9) White list
Le aziende che intendano partecipare ai lavori di ricostruzione essere inserite nella “white list”. L’attività di controllo sulla regolarità della posizione sarà affidata alla Magistratura e alla Prefettura. Le norme relative all’affidamento dei lavori alle aziende presenti nella “white list” devono essere valide anche per la ricostruzione privata.
Digitalizzazione e inserimento in banca dati delle informazioni sulla ricostruzione che siano rese pubbliche e che permettano l’incrocio dei dati non solo agli organismi di controllo ma anche ai cittadini.
Eseguire il controllo sul 100% dei progetti realizzati e non a campione, come accade oggi, o su segnalazione.

10) La cultura della prevenzione
Le norme relative alla prevenzione sono attualmente disperse in numerosissimi atti, spesso di rango secondario. Proponiamo un Testo Unico della Prevenzione alla stregua di quello per i Beni Culturali o dell’Ambiente. Allo stesso modo, bisognerà approntare un Testo Unico delle Emergenze che includa tra l’altro: superamento criticità del coordinamento fra forze civili e militari, organizzazione di presidi territoriali su aree a maggiore rischio, attivazione immediata di centri emergenza “dormienti”.
Esercitazioni periodiche anti-sisma, che coinvolgano la popolazione, partendo dalle scuole di ogni ordine e grado.
Completamento mappa geologica e microzonizzazione.

Ps: Chi ha già svolto due mandati elettorali (a qualsiasi livello e in qualsiasi anno) non si può più candidare con il MoVimento 5 Stelle, questa è una regola e in quanto tale non può essere derogata. Quindi, nonostante le notizie riportate dalla stampa, Marco Grondacci non può essere candidato con il MoVimento 5 Stelle. Inoltre le liste proponenti che dovessero dichiararsi ufficiali del MoVimento 5 Stelle prima della certificazione potrebbero essere inibite all’uso del logo.