Monte dei Paschi di Siena: uno scandalo a spese dei cittadini

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di Giacomo Giannarelli*

Siamo qui per rendere pubblico il lavoro della prima Commissione d’inchiesta nella storia istituita sul più grande scandalo finanziario d’Europa, uno scandalo che è avvenuto qui in Toscana e riguarda la più antica banca del mondo: il Monte dei Paschi di Siena. Uno scandalo pagato come sempre dai cittadini, dai piccoli risparmiatori, dai lavoratori e dipendenti dell’istituto, dalle piccole imprese e famiglie a cui è stato ridotto il credito, da tutta la comunità toscana e italiana che è stata privata di una ricchezza di circa 50 miliardi di euro.

Vi invito a leggere la nostra relazione qui

Questa Commissione nasce nel luglio 2015 per volere del Movimento 5 Stelle ed è stata istituita con il sostegno delle forze di opposizione. La nostra Commissione ha iniziato i lavori il 9 settembre 2015, abbiamo effettuato 22 sedute, l’ultima il 28 luglio scorso, nel corso delle quali 31 persone informate sui fatti sono state audite dai commissari. Abbiamo ricevuto risposta scritta alle nostre domande da 3 convocati, tra i quali l’attuale governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il finanziere Davide Serra. Purtroppo hanno rifiutato di comparire gli ex ministri Grilli, Saccomanni e Tremonti, Vegas di Consob e l’attuale presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Alle testimonianze rese dai protagonisti della vicenda, la Commissione ha unito anche la lettura dei principali volumi editi sul caso, di numerosi articoli di stampa e di centinaia di autorevoli documenti. Alcuni di questi ci sono pervenuti dalle 5 Procure della Repubblica impegnate nell’accertamento o in procedimenti già attivi sullo scandalo Monte dei Paschi: Procure di Siena, Firenze, Trani, Roma e Milano.

Perché è nata la commissione?

Il disastro del Monte dei Paschi di Siena rappresenta un punto di non ritorno dell’intero sistema bancario. Quanto avvenuto non è successo per caso e se ben compreso potrebbe dare una grande lezione dalla quale ripartire. Questa Commissione d’inchiesta, coi limiti dei suoi poteri conferiti, si è posta l’obiettivo di raccogliere un quadro conoscitivo aggiornato su quanto accaduto, tentare di identificare le responsabilità politiche e definire alcune proposte di indirizzo.

La commissione ha accertato:

– gravi responsabilità della politica nel gestire le risorse e il patrimonio della fondazione e della banca più antica del mondo
– gravi intrecci di poteri forti non democraticamente rappresentativi che hanno causato danni economici ai risparmiatori e minato la stabilità dell’erogazione del credito alle imprese.
– gravi responsabilità degli organismi di controllo (banca d’italia, consob, ministero del tesoro, bce)

Alcuni numeri

– 1472. Anno di nascita del Monte dei Paschi di Siena, oggi ha 544 anni.
– 50 miliardi. Valore perso dalla privatizzazione MPS, dal 1995 ad oggi.
– 47 miliardi. Crediti deteriorati lordi MPS
– 56,7%. Percentuale delle sofferenze nette relativa ad attività oltre 1 milione di euro, quindi operazioni effettuate da gruppi o enti di grandi dimensioni
– 99,73%. Diminuzione del valore delle azioni MPS dal 26 luglio 2006 al 26 luglio 2016, Il titolo è sceso in 10 anni del 99,73%.
– 550 milioni. Attuale patrimonio della Fondazione MPS (nel 2008 era 5,7 Miliardi) circa – 90% in 8 anni.
– 9,25 miliardi. Prezzo che MPS pagò a Banco Santader per comprare Antonveneta, a sua volta acquistata pochi mesi prima da ABN Amro per 5,7 miliardi (plusvalenza per Banco Santader di 3,5 miliardi)
– 18 miliardi. Costo complessivo dell’operazione ANTONVENETA (prezzo + debito contratto con ABN Ambro), operazione approvata da Banca d’Italia (governatore Mario Draghi) il 17 marzo 2008 “valutando adeguatezza patrimoniale e sostenibilità finanziaria” senza due diligence.
– 1,6 miliardi. Ottenuti da MPS tramite obbligazione (bond) “Upper Tier 2” scadenza 2018 per contribuire al pagamento di Antonveneta: le obbligazioni furono fatte con tagli minimi da 1000 euro per renderle accessibili ai piccoli risparmiatori
– 40.000 piccoli risparmiatori hanno comprato questi bond creati per il problema “Antonveneta”.
– 8.000. Numero esuberi indicati nel Piano di Risanamento del Monte dei Paschi di Siena, entro il 2017 (1030 sono già stati esternalizzati nella Fruendo srl – oggetto di centinaia di cause intentate dai dipendenti )
– 550 milioni. Valore attuale di MPS in borsa al 21 settembre 2016 (0,19 cent ad azione)
– 8 miliardi. Ultimi due aumenti di capitale bruciati dal mercato (2013-2015)

DUE RELAZIONI: NOI VS PD

La Commissione ha prodotto due relazioni, la nostra (approvata anche da Lega Nord e Sì Toscana) e quella del PD che comunque si è astenuto nel voto sulla prima, facendola approvare anch’essa a maggioranza.

I Punti di divisione principali sono legati:

– Ruolo della “senesità”: per il PD le colpe principali ricadono sulla classe dirigente senese e sul “provincialismo” di MPS. Per noi la classe dirigente senese ha delle responsabilità ma non le principali.
– Ricostruzione dei fatti principali: il PD ha annacquato tutta la ricostruzione storica, rifiutandosi di scrivere nero su bianco il ruolo di politica, massoneria e opus Dei nell’acquisizione sventurata di Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena. Per loro è tutta una “spy story” buona per la cinematografia. Peccato trovi conferma in atti, testimonianze e di recente persino le dichiarazioni dell’ex Presidente di MPS, Alessandro Profumo
– Continuità / Discontinuità col passato: Per noi tutto è uguale, è cambiata solo l’area del PD che comanda (oggi i renziani prima l’area ex DS). Lo dimostra l’ingenerenza del governo Renzi per svendere la banca a JP Morgan
– Proposte e soluzioni: il PD non ha imparato la lezione e propone ingredienti nuovi alle stesse ricette. Noi invece vogliamo la tutela del risparmio e dei cittadini con una nazionalizzazione tramite Cassa Depositi e Prestiti.

Noi abbiamo scritto nero su bianco le seguenti richieste al Parlamento Italiano, come risposta alla lezione del “caso Monte dei Paschi di Siena”:

– Commissione d’inchiesta parlamentare sullo Scandalo Monte dei Paschi di Siena
– Dibattito per arrivare alla nazionalizzazione della banca tramite Cassa Depositi e Prestiti
– Riforma di Banca d’Italia in Istituto di diritto pubblico le cui quote, inalienabili, dovrebbero essere detenute solo dallo Stato Italiano per eliminare ogni tipo di conflitto d’interesse. Chi lavora in Banca d’Italia non dovrebbe né lavorare né fornire servizi di consulenza o altro tipo agli istituti sotto vigilanza diretta o indiretta per un periodo non inferiore a 5 anni, in attuazione del criterio della separazione delle carriere per evitare “porte girevoli” e conflitti d’interesse.
– Riforma Consob: la Consob dovrebbe assicurare la tutela dei risparmiatori e la trasparenza sui mercati finanziari. I dirigenti Consob non dovrebbero né lavorare né fornire servizi di consulenza o altro tipo agli istituti o alle imprese sotto vigilanza diretta o indiretta per un periodo non inferiore a 5 anni.
– Ripristino della separazione tra banche d’affari (d’investimento) e banche commerciali (credito e risparmio).
– Riforma delle fondazioni bancarie con la previsione di uscita dall’azionariato delle banche, spezzando il circolo vizioso che ha legato banche, politica locale e centri di potere locali. Quindi che Fondazione MPS ceda definitivamente le sue quote di MPS.

*portavoce del Movimento 5 Stelle in Toscana e Presidente della commissione d’inchiesta sullo scandalo MPS.