Il ministro Galletti, le discariche e il pallottoliere

di Marco Affronte, portavoce M5S al Parlamento europeo

Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che già non ha competenze ambientali per occuparsi del suo Ministero, certo farebbe fatica a trovare posto al Ministero delle Finanze. Pare infatti che coi numeri non abbia molta dimestichezza.

Come sappiamo l’Italia è da tempo in infrazione europea per via delle molte discariche abusive sparse sul territorio. Nonostante anni e anni di “avvertimenti”, il nostro Paese s’è fatto pescare in infrazione per 198 discariche. Con sentenza del dicembre 2014 la UE ci ha condannato a pagare 42,8 milioni di Euro all’anno. Nel frattempo qualche discarica abusiva è stata chiusa (ma qualcun’altra è venuta alla luce) e l’Italia deve ancora bonificare la bellezza di 133 discariche. La lista completa aggiornata a giugno 2016, con due mesi di ritardo rispetto al previsto, è stata pubblicata ieri (la trovate in fondo a questo post).

Nel marzo del 2016 Galletti, rispondendo ad un “question time” alla Camera, ha promesso che avrebbe stanziato 290 milioni di Euro per le bonifiche (qui il link), somma necessaria secondo i piani regionali. Purtroppo quei soldi non pare siano stati spesi. E, come detto, ci sono ancora 133 discariche abusive sul suolo nazionale. Appena 22 in meno di sei mesi fa. Lo sa anche il “Ministro”, che due giorni fa ha ripromesso, sempre in un “question time” alla Camera: “Abbiamo adottato un Piano straordinario di bonifica su 45 discariche in attuazione della legge di stabilità 2014: con le risorse disponibili sono stati immediatamente finanziati interventi per oltre 68 milioni. Con questi soldi potremmo mettere in sicurezza 29 discariche in Abruzzo, Puglia, Sicilia e Veneto“.

E le altre 88 discariche? Le lasciamo lì?
E i 290 milioni promessi a marzo, che fine anno fatto?

Galletti farebbe meglio a promettere di meno e a fare di più. Anche perché intanto il tassametro europeo corre a 40 milioni all’anno di multe. La situazione è ancora più grave se consideriamo il fatto che l’elenco dei siti non viene aggiornato, ma è bloccato alla data della sentenza. Logico, in quanto trattasi di una “fotografia” scattata al giorno della sentenza, ma assurdo se pensiamo che il quadro è in continua evoluzione e la situazione attuale non contempla l’ingresso dei nuovi siti che vengono scoperti. E ce ne sono parecchi.

Per quest’ultimo aspetto, sconcertante, abbiamo presentato un’interrogazione alla Commissione europea, in modo da fare lue sul reale operato del Governo: “L’Italia è in procedura di infrazione a seguito della sentenza del 2/12/14 (caso C-196/13, procedura di infrazione 2003/2077) per le discariche abusive non bonificate sul territorio nazionale. Al terzo aggiornamento, primo semestre 2016, tali discariche sono 133, contro le 198 iniziali. Purtroppo è da rilevare che tale lista non rappresenta un quadro esaustivo della situazione delle discariche abusive in Italia, in quanto la lista non è dinamica, ma ad esaurimento: non è contemplato, infatti, che entrino in lista le nuove discariche che in questi ultimi anni siano state scoperte. Dato che però, invece, sono molti i casi di nuove discariche abusive venute alla luce in questi anni,

Si domanda alla Commissione Europea:
– attraverso quali procedure sia possibile segnalare alla Commissione i casi di nuove discariche abusive in Italia;
– come ritenga di procedere affinché, una volta verificatane l’esistenza, anche queste nuove discariche siano bonificate
“.