Le bollette elettriche più care d’Europa


di MoVimento 5 Stelle Europa

Il Governo italiano è l’unico in tutta l’Unione Europea capace di assecondare ogni capriccio del Consiglio e contemporaneamente essere al centro dell’azione sanzionatoria dell’esecutivo europeo. Un dato di fatto che si spiega solo con un comportamento (dentro i confini) sempre più arrogante, in costante tutela delle lobby e mai dei cittadini. L’ultima pazzia da questo punto di vista è la riforma delle tariffe di rete elettrica, che farà soffrire le famiglie a più basso reddito implementando un meccanismo folle: pagherà di più chi consumerà di meno. Contravvenendo a ogni principio dettato dal buon senso e dalle indicazioni europee per combattere i cambiamenti climatici. Peccato che, adesso, la Commissione europea si sia accorta che c’è qualcosa che non torna. Rimane tuttavia da chiarire da che parte sta il commissario per l’energia Miguel Arias Cañete: da un lato risponde positivamente alla denuncia del M5S sulle violazioni del Governo italiano, dall’altro le ultime indiscrezioni sul TTIP sembrano rottamare la normativa europea in materia di efficienza energetica ed energie rinnovabili.

Nella lettera del dicembre scorso – inviata dai portavoce del Movimento 5 Stelle di Europa e Senato Dario Tamburrano, David Borrelli, Gianni Girotto e Gianluca Castaldi – è stato fatto presente al commissario Cañete che la nuova architettura della bolletta italiana é in rotta di collisione con le direttive di cui sopra. È stato inoltre segnalato il divieto a costruire SDC (Sistemi di Distribuzione Chiusi) negli edifici non residenziali. I SDC sono indispensabili quando più utenti (ad esempio, i negozi di un centro commerciale) vogliono utilizzare l’energia rinnovabile prodotta da un unico impianto, come i pannelli solari situati sul tetto, e una direttiva UE chiede espressamente che nei nuovi edifici venga utilizzata energia rinnovabile prodotta sul posto.

Cañete si esprime con parole che non lasciano dubbi: l’UE indagherà sulla questione dei SDC. In aggiunta, le tariffe elettriche basate sulla capacità di prelevare energia elettrica dalla rete (e non sull’energia effettivamente prelevata) non sono in contrasto con le direttive su rinnovabili ed efficienza energetica nella misura in cui esse non ostacolano le rinnovabili e l’efficienza energetica complessiva. In Italia – aggiungiamo noi – questi ostacoli esistono e la situazione é ulteriormente peggiorata con il Milleproroghe diventato legge a febbraio.

Intanto, però, dal primo gennaio 2016 l’Italia ha cominciato ad eliminare dalla bolletta elettrica la progressività, cioè il principio in base al quale chi consuma più energia, la paga proporzionalmente più cara. Ora la quasi totalità degli oneri relativi al funzionamento della rete elettrica non é più proporzionale alla quantità di energia consumata ma é spostata nella quota fissa che, insieme alle tasse, costituisce circa la metà della bolletta. L’eliminazione della progressività dovrebbe proseguire fino al dicembre 2017, ma già fa sentire i suoi effetti sotto forma di rincari che continuano a colpire soprattutto chi consuma poca elettricità o consuma elettricità autoprodotta da fonti rinnovabili. Parallelamente vengono stabilizzati i guadagni delle grandi società che producono e distribuiscono energia.

Il Movimento 5 Stelle sta lottando per far riconoscere all’Unione Europea i diritti dei prosumer, ovvero dei produttori e consumatori di energia. Una battaglia che porrà fine a queste “interpretazioni” della normativa e che chiarirà una volta per tutte chi è dalla parte del futuro e che, invece, continua a fare favori all’immensa lobby del fossile.