Il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena passa per la nazionalizzazione

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di MoVimento 5 Stelle

Visto che Monte dei Paschi di Siena e le autorità italiane pare stiano pensando seriamente di imbarcarsi in un nuovo ciclo di negoziati con la Commissione europea e la BCE
per strappare una qualche forma di sostegno del governo per salvare la banca (ormai fallita), cerchiamo di ripercorrere alcuni fatti. Per ricordare e non commettere gli stessi errori del passato.

MPS ha registrato 14 miliardi di euro di perdita nel periodo 2011-2015, di cui 10 sotto la guida dell’attuale Amministratore Delegato Fabrizio Viola che è subentrato nel gennaio 2012 proprio per dare una svolta alla gestione.
La Banca più antica al mondo ha ricevuto aiuti di Stato nel 2011 (1,9 miliardi di Tremonti Bond) e nel 2013 (4 miliardi di Monti Bond, due dei quali in sostituzione dei Tremonti Bond).
Sempre stando ai fatti, MPS ha sistematicamente pubblicato la propria situazione finanziaria in maniera non corrispondente alla realtà, ovvero falsa. Dal 2008 al 2011 sotto la guida della prima gestione (Mussari / Vigni) e dal 2012 fino al dicembre 2015 sotto l’attuale leadership dell’ AD Fabrizio Viola.
Monte dei Paschi ha letteralmente e tecnicamente gonfiato il suo patrimonio di vigilanza (Core Tier 1, 2012 e 2013) e sottostimato i propri rischi (VAR, dal 2012 al dicembre 2015).
Cioè si è mostrata un gigante, nascondendo i piedi d’argilla.

Nel contabilizzare miliardi derivanti da operazioni in derivati come Government Bond, MPS ha superato in maniera spropositata i limiti di rischio stabiliti dalla Commissione Europea nello stesso documento dove le si rilasciava l’autorizzazione ad accedere agli aiuti di Stato (Monti Bond).
Così facendo, violava l’impegno che la stessa aveva preso al cospetto della Commissione Europea. Questo è il rispetto che i banchieri di MPS hanno avuto nei confronti dei soldi che i cittadini italiani gli hanno prestato.

Ma la storia non finisce qui.

Ogni aumento di capitale richiesto (2 miliardi nel 2011, 5 nel 2014, 3 nel 2015) ogni obbligazione (Senior, Lower Tier II, Upper Tier 2 e Tier 1) emessa dalla Banca dal 4 dicembre 2008 (quando la prima falsa operazione è stato eseguita) al 16 Dicembre 2015 (quando MPS finalmente ha ammesso la falsità annunciando la correzione del bilancio), è stato venduto agli investitori sulla base di una informazione finanziaria falsa. E questo non si può fare.

La Banca ha ottenuto 2 ulteriori miliardi di aiuti di Stato nel 2013 (4 miliardi di Monti Bond di cui 2 in sostituzione dei Tremonti Bond) sulla base di un assunto falso presso la Commissione europea dove sosteneva che il sostegno pubblico era necessario per coprire un deficit nel portafoglio titoli di Stato a causa della crisi europea del debito.
In realtà il deficit era causato solo da quella porcata finanziaria che erano i derivati Alexandria e Santorini che dei manager irresponsabili avevano contabilizzato come titoli di stato.
Così come la stessa MPS ha ‘confessato’ il 16 dicembre 2015.

Ciò che ha dell’incredibile è che, mentre le operazioni di cui sopra sono state eseguite sotto le precedenti gestioni MPS, l’attuale Amministratore Delegato è stato messo al corrente della falsità dei bilanci fin dall’inizio del 2013 almeno. Così come sapevano il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il presidente della CONSOB Giuseppe Vegas, l’allora Ministro Mario Monti ed i suoi successori Enrico Letta e Matteo Renzi ed i loro rispettivi ministri delle finanze (Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomanni, Piear Carlo Padoan), il direttore generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze Vincenzo La Via e molti altri. Tutti sapevano e tutti hanno fatto finta di non vedere.
Io stesso, a nome del Movimenti 5 stelle, intervenendo nell’assemblea dell’aprile 2015, avevo spiegato che i bilanci dei quali si discuteva erano falsi e che MPS era una banca tecnicamente fallita e che tutti sapevano ma avevano deciso di non muovere un dito.

Nonostante le perdite gigantesche, la polverizzazione del valore dell’azione e il ricorso agli Aiuti di Stato, nel periodo 2012-2015 MPS l’AD Fabrizio Viola ha ottenuto una remunerazione complessiva di circa 8 milioni di euro che è l’equivalente di un milione per ogni miliardi di aumento di capitale che ha portato al mercato sulla base di report finanziari non corretti e il cui valore nel frattempo è stato ridotto a zero, polverizzato.

Dopo l’esame di qualità (AQR) dell’ottobre 2014 da parte della BCE, si è scoperto che Monte dei Paschi di Siena continuava a prendere in giro clienti e azionsiti considerando “debiti buoni” quelli che di fatto erano “prestiti” che forse non rientreranno mai.
Conseguenza? Ulteriore perdita di soldi e fiducia.

Per non parlare di chi, come De Benedetti, tessera n.1 del PD, ha ricevuto 600 milioni di euro per la sua azienda Sorgenia che non meritava neanche una lira . Ecco come si creano i buchi, prestando soldi agli amici degli amici.

Avendo ripercorso i fatti credo che tutti noi possiamo essere concordi su un fatto. Ovvero, il managment della banca che ha gestito tali operazioni fallimentari e ne ha tratto dei benefici personali deve rispondere della sua attività. Una questione di buon senso oltre che di giustizia.

Ma si da il caso che il 14 aprile 2016 il Ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo maggior azionista di MPS con circa il 4,0% del capitale ordinario, all’ Assemblea Generale degli Azionisti MPS ha votato contro la richiesta di perseguire l’azione di responsabilità contro il signor Viola (accusato di : non corretta rendicontazione finanziaria, report finanziari sbagliati, menzogne per ottenere aiuti di Stato, ecc) e votato invece a favore della remunerazione dei dirigenti MPS.
Come a dire “Cari banchieri più danni fate allo Stato e più lo Stato vi premia”. Renzi e il suo governo dunque sono responsabili del disastro e complici dei banchieri di polli che truccano i bilanci.

La banca più antica del mondo, nelle mani del PD e compagnìa è diventata la meno affidabile del mondo. E’ resistita alle guerra ma non al governo PD.

Ormai tutti si chiedono quanto la banca stia fregando clienti, azionisti, cittadini e mercato rispetto a quale sia realmente lo stadio del coma.
Su una cosa non c’è dubbio ovvero che una banca con l’abitudine di contabilizzare miliardi di Credit Default Swap, derivati, come titoli di Stato, è necessario che si prepari al peggio.

Le azioni da intraprendere su MPS sono già scritte nella legge: l’unica scelta che abbiamo di fronte è se applicare la legge o raggirarla.

In questo sistema bancario il percorso da intraprendere è il seguente e in conformità alla Direttiva 2014/59 / UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014 ( “BRRD“):

1. Mettere MPS il liquidazione a causa di:
(i) livello insostenibile di esposizione verso crediti deteriorati NPE e
(ii) una miriade di potenziali rivendicazioni legali derivanti da richieste abusive di aumenti di capitale e obbligazioni nel periodo dal 4 dicembre 2008 al 16 dicembre 2015 (e questo potrebbe essere il rischio più grande per la Banca);

2. Autorizzare il governo italiano a fornire aiuti di Stato per MPS, per motivi di stabilità finanziaria. Lo Stato dovrebbe iniettare capitale nella Banca per un importo sufficiente a far fronte ai crediti deteriorati (NPE) correttamente classificati. E quindi, nei fatti, nazionalizzare così MPS, fermo restando un’analisi approfondita di dati del bilancio ad oggi poco trasparenti.

3. assicurare un contributo significativo all’ assorbimento delle perdite e la ricapitalizzazione per i titolari di strumenti finanziari e altre passività ammissibili (Livello 1, Bassa e Alta Tier II) attraverso la svalutazione.

4. richiedere ai titolari di strumenti finanziari e altre passività ammissibili (Tier 1, Lower e Upper Tier II) di:
– attivare una procedura in sede giudiziaria, almeno pari all’importo della svalutazione, per il risarcimento dei danni dalla gestione MPS per vendita di titoli sulla base delle relazioni finanziarie errate e alle competenti autorità di controllo del mercato a causa del mancato esercizio dei loro compiti di vigilanza;
– stabilire le rivendicazioni legali per risolvere la svalutazione a titolo di compensazione. L’onere della svalutazione deve quindi essere stabilito attraverso una valutazione legale sulla responsabiltià delle Autorità di Controllo (CONSOB e Bankitalia) e il management che ha gestito MPS in questi anni

5. sostituire immediatamente il management di MPS

6. pubblicare almeno i nomi di chi ha ricevuto i 24 miliardi di prestiti a rischio in pancia a MPS

7. chi ha sbagliato deve pagare. Ovvero banchieri, politici e organi di controllo.