Lettera al governo, fermiamo la telenovela del glifosato



di MoVimento 5 Stelle

Egregio Ministro Martina,
in merito alla controversa questione in oggetto, Le inviamo in allegato una lettera che fornisce una panoramica sulle possibili alternative all’utilizzo del glifosato in agricoltura. La lettera allegata è in lingua inglese poiché si tratta di un lavoro congiunto che stiamo promuovendo insieme ad alcuni colleghi del Parlamento europeo, a seguito delle pesanti affermazioni del Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis.

Secondo il Commissario, infatti, alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, avrebbero chiesto alla Commissione europea di procedere comunque con il rinnovo dell’autorizzazione nonostante la loro prossima astensione in seno al Comitato d’Appello. Il Commissario Andriukaitis ha pubblicamente accusato gli Stati membri in questione di “nascondersi dietro la Commissione europea”.

Avendo da sempre auspicato una politica di cautela sul rinnovo dell’autorizzazione del glifosato, crediamo che la disponibilità di valide alternative all’utilizzo della sostanza attiva in agricoltura possa fornire ulteriori fondamenti tecnici affinché alla prossima scadenza l’Italia ribadisca la propria intenzione di bandire il glifosato, votando contro la proposta della Commissione.

Inoltre, viste le numerose perplessità espresse dalla comunità scientifica sulla cancerogenicità di questa sostanza, nonché la forte preoccupazione suscitata nell’opinione pubblica, ci auguriamo che l’Italia, il cui voto potrebbe spostare gli equilibri all’interno del Comitato, non perda quest’occasione per agire in modo coerente con quanto annunciato qualche mese fa, attraverso la comunicazione del Piano nazionale “Glifosato Zero”.

A sostegno dell’adozione di una posizione negativa al rinnovo, occorre osservare che esistono palesi contraddizioni di natura giuridica tra la proposta della Commissione e le disposizione comunitarie in materia. Nello specifico, rileviamo che se, da una parte, l’articolo 3, paragrafo 14 del Regolamento (UE) n. 1107/2009 si riferisce all’esposizione alle sostanze delle persone che vivono in prossimità dei campi trattatati, definendole come “gruppi vulnerabili” e affermando testualmente che essi sono “fortemente esposti ai pesticidi sul lungo periodo”, nel testo che sarà votato questa settimana non vi è alcun riferimento alla necessità di proteggere tali gruppi.

Ciò significa che l’eventuale decisione di esecuzione della Commissione sul rinnovo dell’autorizzazione della sostanza attiva violerebbe il Regolamento (UE) n. 1107/2009, non avendo chiaramente escluso danni immediati o differiti per la salute dei residenti che vivono in prossimità dei campi trattati con il glifosato. L’articolo 4, in combinato disposto con l’Allegato III del suddetto Regolamento, prevede che la sostanza attiva non può essere autorizzata se implica effetti inaccettabili, acuti e cronici sulla salute umana.

Alla luce di questo, evidenziamo un’ulteriore contraddizione con la normativa vigente, se consideriamo la disponibilità di studi scientifici che dimostrano, invece, una netta correlazione tra il glifosato e gravi patologie, come il morbo di Parkinson, nonché condizioni permanenti e temporanee, quali l’infertilità e svariati disturbi della salute.

Altri due aspetti deficitari della proposta della Commissione riguardano il mancato riferimento al considerando n. 24 del Regolamento (UE) n. 1107/2009 e, più in generale, al Regolamento (UE) n. 284/2013. Il primo recita che: “le disposizioni che disciplinano l’autorizzazione devono assicurare un livello elevato di protezione. In particolare, nel rilasciare le autorizzazioni di prodotti fitosanitari, è opportuno dare priorità all’obiettivo di proteggere la salute umana e animale e l’ambiente rispetto all’obiettivo di migliorare la produzione vegetale. Pertanto, prima d’immettere sul mercato i prodotti fitosanitari, è opportuno dimostrare che essi sono chiaramente utili per la produzione vegetale, non hanno alcun effetto nocivo sulla salute umana o degli animali, inclusi i gruppi vulnerabili, o alcun effetto inaccettabile sull’ambiente”.

Il secondo, invece, stabilisce i requisiti che le sostanze attive devono soddisfare prima della loro eventuale autorizzazione. Tra questi, si prevede che la valutazione del rischio per i residenti debba includere sia le esposizioni acute che croniche.

In conclusione, alla luce delle suddette ragioni, rinnoviamo il nostro invito affinché il Governo italiano esprima una posizione chiara e decisa contro il rinnovo del glifosato.

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