La Banca Popolare di Vicenza è saltata: il #BailIn è dietro l’angolo

di Jacopo Berti, portavoce M5S Regione Veneto

La notizia che sta scioccando tutti nell’economia del Paese è che ‘Borsa italiana‘ non ha approvato la quotazione in borsa della Popolare di Vicenza. Lo si legge in una nota, in cui si precisa che “non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato“. Ma di cosa si meravigliano? Da questo blog dicevamo da mesi ciò che sarebbe accaduto oggi e abbiamo avvisato tutti della follia della richiesta di trasformazione in S.p.a e quotazione in borsa di BpVi!

NESSUNO HA AVVISATO I RISPARMIATORI
La cosa che deve scioccare è che nessun giornale ne abbia parlato e nessun altro politico sia intervenuto, impedendo a migliaia di cittadini azionisti di salvare i propri soldi.
Siamo stati gli unici ad opporci con tutte le forze alla trasformazione in S.p.A, all’aumento di capitale (ovvero al versamento di altri soldi da parte degli azionisti per recuperare quelli persi, come nel gioco d’azzardo) e alla sua quotazione in borsa, perchè erano l’ennesima truffa per gli azionisti. Questo dimostra non solo che noi del M5S siamo gli unici credibili anche quando si parla di economia, ma pure che partiti e stampa, al contrario, sono al servizio dei poteri forti. Se vi state chiedendo quanto questa operazione fallimentare sia costata ai suoi autori, allora non avete ancora ben chiaro il livello di schifo di cui stiamo parlando: attraverso una votazione tra di loro, i dirigenti della banca ed il Consiglio di amministrazione si sono salvati dall’azione di responsabilità (ovvero dai provvedimenti nei loro confronti) e si sono pure dati un premio! Sì, si sono attribuiti 8 milioni di euro!

BANCA POPOLARE DI VICENZA E’ SALTATA
Nel frattempo coloro che ostinatamente hanno continuato a fidarsi di questi pirati in giacca e cravatta sottoscrivendo l’aumento di capitale hanno nuovamente perso tutto. Come abbiamo dimostrato, tutto questo era prevedibile già da mesi, ma ora, con lo stop dell’entrata in borsa, dovrebbe essere chiaro a tutti: Bpvi è tecnicamente fallita!
Solo il 7,6% dell’aumento di capitale era stato sottoscritto, per questo sono mancati tutti i requisiti minimi per poter entrare in borsa. Ma d’altronde, quale persona sana di mente avrebbe ancora dato in mano a questi sciacalli i propri soldi? I debiti accumulati dalla banca che non verranno recuperati, i famigerati NPL, sono una quota enorme: si parla di 3,4 miliardi di euro e pare che ne debbano essere calcolati ancora per 1 miliardo!
Dopo averlo ripetuto oggi, avranno ancora il coraggio di etichettarci come irresponsabili?
Delle loro scuse ovviamente non ci interessa nulla, il nostro dovere è compiuto ogni volta che un azionista salva i propri risparmi.
Il Fondo Atlante che si professa ora come salvatore delle patria in verità è solo uno uno strategemma del Governo per coprire la voragine creata dagli NPL, che rischia di trascinare nel baratro l’intero sistema bancario italiano.

RISCHIO BAIL IN PIU’ GRANDE CHE MAI
Oggi possiamo anche dire responsabilmente e senza mezzi termini che l’appello di Altroconsumo a soci e clienti di “chiudere i conti correnti per il rischio bail in” è condivisibile. Il motivo è semplice: la banca non ha i requisiti minimi per sopravvivere, e chiunque abbia ancora soldi lì dentro rischia grosso. lo schema delle banche ci insegna che dopo le azioni e le obbligazioni, i prossimi ad essere nel mirino sono i correntisti.
Il MoVimento 5 Stelle si è sempre schierato contro il Bail In e lo facciamo oggi più che mai: non possone essere i correntisti a pagare i disastri dei dirigenti, mentre questi si godono i milioni di euro sottratti nelle loro regge dorate.

LO SCHEMA ZONIN: COME TRUFFARE I RISPARMIATORI
Grazie all’uso scellerato della banca da parte del cda e del presidente Zonin, che hanno usato la banca come un bancomat personale. Hanno usato i soldi di 119mila azionisti per creare una delle più grandi bolle finanziarie della storia d’Italia, distruggendo e mettendo in ginocchio uno dei territorio più ricchi d’Europa. Ma come? Ecco lo schema Zonin:
– BpVi viene usata come un bancomat personale da parte di Zonin e dal Cda per 20 anni.
– Quando il buco diviene insostenibile elaborano uno schema di truffare i soci, gonfiando i bilanci
– Vengono erogati prestiti che hanno bassissime probabilità di essere restituiti
– Per sostenere questa politica occorre però continuare a vendere azioni, a gente comune ed a grandi investitori
– Per continuare a vendere azioni occorre però tenere il valore del titolo artificialmente alto, sopravvalutandolo. In questo modo si sopravvaluta la “solidità apparente” della banca, e contemporaneamente si guadagnano molti più soldi
– Quando la naturale richiesta di azioni finisce, non è però finito il bisogno di soldi freschi per alimentare il sistema dei prestiti “facili“. Si comincia a concedere prestiti a patto che con una parte dei soldi si acquistino azioni della stessa Banca
Questo sistema però genera altri prestiti difficili, altri crediti deteriorati
Quando la sorveglianza passa alla Bce si apre il vaso di Pandora: la banca non vale più niente, i soci hanno perso il 99% del valore investito in pochi anni, perché il capitale è stato completamente mangiato dai crediti deteriorati, i famigerati “NPL

LA MAXI PERDITA
Si era arrivati a prestare denaro ai soci comprare azioni Bpvi per un totale di circa 974 milioni. Deriva da qui gran parte della maxi perdita, 1,05 miliardi, dell’ultima semestrale, chiusa a giugno e pubblicata a fine agosto 2015, che ha di fatto sancito la morte dell’Istituto.
Ma a chi hanno prestato questi soldi? Ad esempio allo stesso Zonin e le aziende ad esso collegate: 48 milioni di euro!
Questo avvenne il 6 agosto 2015, quando già da due mesi a Vicenza era arrivato il nuovo consigliere delegato Francesco Iorio, il consiglio di amministrazione, secondo i dati riportati dal prospetto Consob pubblicato il 21 aprile 2016, approvò all’unanimità e con voto favorevole di tutti i sindaci effettivi finanziamenti per oltre 48 milioni di euro a società riconducibili all’allora presidente, compreso un prestito personale di 2,4 milioni di euro a Zonin. Sono tutti complici, nessuno escluso, vecchi e nuovi membri del cda.
In questi giorni decine di clienti di BpVI mi hanno riferito delle sollecitazioni della banca ad investire ancora e, conoscendo il nostro impegno sul tema, mi hanno chiesto un consiglio. Non da consulente finanziario, ma da persona informata, ho semplicemente riferito ciò che ho detto ad una cliente della popolare di Vicenza a me molto cara, mia nonna: “Sposta tutto! I tuoi soldi sono i risparrmi di una vita e chi li prende in gestione deve meritarseli!
Non si danno in mano i soldi a dei pirati in giacca e cravatta che si salvano da sé, si danno 8 milioni di euro, e mentre si godono quei soldi guardano i malcapitati affondare e perdere tutto, con un calice in mano.

CITTADINI AGGIRATI E DERUBATI
La spietatezza di questo episodio supera perfino lo scandalo Mose, con protagonista il decaduto Galan: questi squali derubavano circuendo i cittadini, stringendo la mano agli azionisti e rassicurandoli. Alla luce di questi fatti risultano ancora più nauseanti le parole del Presidente Zonin, che si lagnava di essere attaccato dicendo: “Quello che mi rammarica e quando si mette in discussione la lealtà, l’onestà e la serietà del consiglio di amministrazione della banca“. Senza vergogna!

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