Nubi dense sui derivati

di Carla Ruocco

In questi giorni l’Istat ha pubblicato la nota informativa che contiene anche le informazioni sui derivati dello Stato. L’immagine è impietosa: i derivati ci sono costati per cassa 3,8 miliardi di euro e per competenza quasi 6,8. Cioè a dire che abbiamo concretamente pagato 3,8 miliardi e rinviato all’anno dopo altri 3.

Usando grandezze tanto gradite al Governo e alla Commissione Europea 6,8 miliardi fanno circa lo 0,5% del PIL. Avete capito bene! Se non avessimo pagato i derivati non avremmo nulla da discutere con l’Europa relativamente al nostro Documento di Economia e Finanze.

Purtroppo però i derivati ci sono, 160 miliardi di euro di operazioni in larghissima parte speculative fatte dal MEF negli anni e che, semplificando un po’ ma non troppo, più i tassi scendono più ci costeranno. Dal 2006 ad oggi quasi 19 miliardi di euro.

A settembre 2015 promuovemmo alla Camera dei Deputati un convegno sul tema dei derivati dello Stato e avevamo ampiamente denunciato il fenomeno. Non c’è una vera gestione dei rischi sui derivati, non vengono usati dal MEF gli scenari probabilistici anzi vengono snobbati, nonostante siano la strumentazione che le banche adottano per operare i derivati ovviamente senza perderci… loro.

Denunciammo che il valore corrente di mercato di questa montagna di derivati (il cosiddetto mark-to-market) era di oltre 42 miliardi di euro a dicembre 2014 e nell’ambito dell’indagine conoscitiva da noi promossa apprendemmo ad aprile 2015 che questo significava che c’era una probabilità del 99% che si pagassero diversi miliardi di euro già nel 2015 e negli anni a venire. E guarda caso è successo!

Come al solito il Movimento è stato sul pezzo. Dopo queste audizioni abbiamo mitragliato il Governo con una serie di interrogazioni e abbiamo appreso ben prima della pubblicazione della Nota dell’Istat dei pagamenti del 2015 e sappiamo che nel primo quadrimestre 2016 abbiamo probabilmente già effettuato un altro pagamento di oltre 800 milioni di euro. E questo “bel risultato” a meno di possibili ristrutturazioni che saranno certamente dei capestri ancora peggiori; a cui si aggiungono oltre 4 miliardi di spesa per interessi sui derivati prevista per il 2016.

Sommando questi ai 19 miliardi già pagati negli anni scorsi siamo a 24 miliardi, cioè, fatemelo dire, una manovra finanziaria del nostro “buon Governo”.

A dispetto di chi pretende di rassicurarci dicendo che va tutto bene e che la situazione è sotto controllo, il Movimento chiede ancora una volta più trasparenza e a breve interrogherà il Governo per conoscere quale sia il dato aggiornato del valore corrente di mercato del portafoglio derivati della Repubblica italiana. State pur certi che una volta arrivati al Governo del Paese accerteremo le responsabilità di questo scempio e non consentiremo più che intere leggi di stabilità, lacrime e sangue per i cittadini, vadano a coprire, piuttosto che importanti progetti per la nostra salute e il nostro futuro, spregiudicate operazioni finanziarie