Una testimonianza da #Trivellopoli: i danni all’ambiente e alla salute

Luigi Di Maio in occasione del raduno del M5S in Basilicata per denunciare lo scandalo Trivellopoli ha raccolto la testimonianza di Maria Cristina, una donna che abita vicino al centro Oli di Viggiano sequestrato dalla magistratura di Potenza nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto il ministro Guidi, la Boschi, il governo Renzi e una sindaco del Pd. Maria Cristina ci racconta i disagi e i danni alla salute causati dall’inquinamento provocato dal centro. Leggete, informatevi e passate parola.

Luigi Di Maio: Siamo davanti al Centro Oli di Viggiano, che è il centro oli sequestrato dalla magistratura di Potenza nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto il ministro Guidi, che ha coinvolto Maria Elena Boschi, che ha coinvolto il governo Renzi, che ha coinvolto una sindaco del PD. Maria Cristina abita a pochi metri da questo centro oli, e ho parlato con lei poco fa, e vorrei proporvi le questioni che lei mi ha posto, perche è una di quelle persone che abitando qui vicino vive tutti i disagi di questo centro oli.

Maria Cristina: Praticamente io abito a 2 o 300 metri dal centro oli. Noi sono anni che manifestiamo la nostra sofferenza, il nostro disagio, il quotidiano, mi sono fatta una casetta col giardino e dire a mio figlio “entra dentro casa” perche c’è puzza, perche non puoi stare fuori, è qualcosa di inimmaginabile. Io vorrei far scambiare i ruoli a coloro che stanno sulle poltrone, che fino ad oggi ci hanno considerato i 4 comitatini che a poco niente servono, però ci scambiamo i ruoli, e vorrei dire al sig Renzi che gli offro un caffè ma deve venirselo a prendere a casa mia. Dopo gli dico: devi comprare il mio immobile, perche a 300 metri dall’indotto del centro oli, il più grande d’Europa, credo che nessuno la acquisterà mai. Noi abbiamo fatto sacrifici da cani.

Luigi Di Maio: Spieghiamola meglio questa cosa. Tu hai comprato la casa prima che nascesse il centro oli.

Maria Cristina: Noi stiamo dall’80.

Luigi Di Maio: E il centro oli quando è nato?

Maria Cristina: Dopo. Io mi sono fatta casa dopo che ci siamo sposati, 25 anni fa abbiamo iniziato a fare casa, perche avevamo un pezzetto di terra che i nostri genitori ci avevano concesso. Abbiamo fatto questa casetta, ma adesso chi la compra? E i disagi…

Luigi Di Maio: I disagi quali sono? Tu mi hai parlato di tuo figlio e di tuo marito.

Maria Cristina: Mio marito all’età di 38 anni ha avuto un linfoma. Si è curato, grazie a dio sta sotto cura e sembra che l’abbia superato, mio padre l’anno scorso è morto di un tumore allo stomaco e viveva a 200 metri dal centro, piu vicino rispetto a me. Mio cognato si sta curando, mio cugino, che abitava qui vicino, a 44 anni è morto. Potrei fare un’infinità di nomi di persone che per la privacy non posso fare, ne potrei elencare un casino…

Luigi Di Maio: Poi c’è la questione che tu mi dicevi, che è legata al fatto che questo impianto adesso come lo vediamo è tranquillo perché è stato sequestrato in parte dalla magistratura. Ma che succede quando è a regime?

Maria Cristina: Quando l’impianto è a regime è difficile vivere, soprattutto la notte. Mio figlio, in questi giorni che è tutto fermo, abituandosi a quel rumore e a quel frastuono, è voluto venire a dormire nel lettone con mamma e papà perché aveva paura del silenzio. I miei cani giravano, e aveva paura. Perché non è abituato alla tranquillità. Botti, esplosioni…

Luigi Di Maio: Che significa botti ed esplosioni?

Maria Cristina: A dicembre, non ricordo bene, invece della fiammata c’è stata un’esplosione al termodistruttore, che è stato l’evento più preoccupante. Un’esplosione e non sapevamo dove andare. Poi non parliamo del piano di evacuazione: in 20 anni i nostri politici cosa hanno fatto?

Luigi Di Maio: Questo ti volevo dire: qui si dice che vi arrivano miliardi di euro di royalties, avete tantissima ricchezza su questo territorio, e grazie a questo si muove l’economia.

Maria Cristina: E chi li vede? Chi li conta? Noi vediamo solo i danni, a parte quei pochi che lavorano e non possono neanche lamentarsi di tutto questo perché gli ha dato un modo di lavorare, ma c’è gente ancora oggi che cerca lavoro, ancora oggi. Io credo che se in sostituzione del centro oli ci fossero state delle fabbriche, avrebbero lavorato più persone rispetto a quello che abbiamo qua, i danni ambientali, sociali, perché ci ha rovinato tutto socialmente.

Luigi Di Maio: Il livello di inquinamento che c’è in questo territorio abbisognerà di una serie di bonifiche che costeranno molto di più delle royalties che ha incassato la regione, che non hanno incassato i cittadini, ha incassato la politica. Molto spesso dobbiamo spiegarlo: quel poco di soldi che arrivano dalle trivellazioni, e non dalla vendita del petrolio, perche il petrolio se lo vendono le multinazionali, ma quel poco di soldi che arriva finisce nella spesa corrente dei comuni o delle regioni, quindi vanno a pagare le auto blu dei presidenti delle regioni, i poltronifici, gli enti inutili.