5 giorni a 5 stelle: #DimetteteviTutti

“#DimetteteviTutti, perché nel governo non se ne salva uno: le lobby le avete direttamente in famiglia, che siano genitori, parenti o fidanzati. L’ultimo caso è proprio quello del compagno del Ministro dello Sviluppo Federica Guidi, che fa approvare un emendamento ad una legge per favorire i suoi business col petrolio lucano. Eppure il M5S aveva già denunciato tutto: sia con Mirella Liuzzi, che alla Camera alle 4 di notte riuscì a sventare il colpaccio opera di Guidi (e Boschi), sia con Andrea Cioffi al Senato che mesi fa aveva già esposto quanto stava accadendo.

Anche il Ministro della Cultura non risparmia figuracce, come ricorda Alessandro Di Battista. Quando si trattava del referendum contro Berlusconi, Franceschini chiedeva l’election day “per risparmiare 300 milioni di euro” e raggiungere il quorum. Ora che invece il referendum tocca le trivelle tutti zitti e lui per primo, e niente election day.

Ricordate poi quell’odiosa norma che inseriva i contributi assistenziali nel reddito Isee riducendo sul lastrico migliaia di disabili e anziani, e contro cui abbiamo tanto combattuto? Il Tar e il Consiglio di Stato hanno dato torto al governo, e ora il M5S, con Giulia di Vita, ha chiesto in aula alla Camera che la norma sia corretta e le vittime risarcite.

Al Senato, invece, Paola Nugnes torna sulle bonifiche nella Terra dei Fuochi. Possibile che ancora non si faccia nulla, dopo mezzo secolo di inquinamento impunito, siti abbandonati e inquinamento attivo? Il sospetto allora è che tanta inefficienza serva proprio a continuare a favorire gli illeciti sui rifiuti urbani e pericolosi.

Alla Camera si parla della legge sulla contraffazione. Mattia Fantinati ricorda che le frodi sul Made in Italy costano dai 6 agli 8 miliardi di euro, e 130 mila posti di lavoro in tutta Europa. Il governo si è limitato ad affrontare il tema ma senza risolverlo, riducendo tutto ai soliti spot. Per questo il M5S sul provvedimento si è astenuto: qui non c’è l’intenzione di combattere seriamente.

Intanto, l’Europa chiede l’avvio di hotspot per i migranti. Uno di questi, denuncia Marta Marzana, è stato previsto nel porto commerciale di Augusta, un porto strategico che non può ridursi a campo di accoglienza. Inoltre, ricorda Marialucia Lorefice, c’è anche un’inchiesta della procura sulla gara di appalto. Il Ministro Alfano finalmente ci risponde: l’hotspot di Augusta non si farà!

Al Senato arriva la legge sul Terzo Settore. E, come denuncia Giovanni Endrizzi, un settore che doveva essere etico diventa a vocazione finanziaria: la maggioranza ha approvato una norma che consente alle fondazioni di usare denaro pubblico per iniziative private. E’ così che il governo tutela il no profit?
Si avvicina la data dal 17 Aprile, in cui tutti saremo chiamati a votare al referendum contro le trivelle. Maria Rita D’orsogna, scienziata abruzzese all’Università di California, è stata nostra ospite e ci ricorda che la domanda vera del referendum non è se vuoi le trivelle, ma “Che tipo di Italia vuoi?”. Vuoi un’Italia votata al fossile fino all’ultima goccia, oppure un Paese disposto a cambiare e ad usare le fonti energetiche del futuro?

Per finire, David Borrelli da Bruxelles annuncia che è il momento per tutti i cittadini di dire NO alla Cina come economia di mercato, una scelta che metterebbe a rischio 3 milioni di posti di lavoro. www.meschinawhynot.eu è il sito dove collegarsi per partecipare alla consultazione online, dire la nostra e far sapere alla Commissione Europea come la pensiamo”.
MoVimento 5 Stelle