L’intervista del Corriere della Sera a Virginia Raggi, candidata sindaco MoVimento 5 Stelle a Roma. Segui Virginia su Facebook e Twitter. Lei è stata accreditata dal settimanale britannico di «buone chance di vittoria» e paragonata come impatto a una tory (conservatrice) inglese. Ci si rivede? Sta comunque ricevendo complimenti, perfino da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Quanto è importante conquistare gli elettori del centrodestra per vincere a Roma? VIDEO Virginia Raggi a Porta a Porta Pubblicato da Virginia Raggi Ha detto di aver votato Pd e di essersene vergognata… Ma cosa pensa di Roberto Giachetti? Una parte del MoVimento 5 Stelle lo stima. E di Giorgia Meloni? Bertolaso ha detto che lui vuole lasciare i fori imperiali pedonali: lei che farà? Cosa intende fare se venisse eletta? Ma che progetti ha? C’è qualcosa di strutturale che vorrebbe fare per Roma? Anche in zona Colosseo? Ma è vero che intende dare casa ai rom? Nel caso vinca ha in mente una giunta di tecnici o di Cinque Stelle? E che meccanismi userete per selezionare i membri dei cda della partecipate? Ci sarà un passaggio sul blog? Come è cambiata la sua vita in queste settimane? Pensa sia possibile conciliare il ruolo di mamma e di sindaco? VIDEO Le primarie Pd a Roma? Una buffonata
«Alla fine sono, almeno da noi, definizioni superate. In Italia né l’equivalente dei tory né quello del labour hanno risolto qualcosa».
«I complimenti fanno sempre piacere: rivelano che c’è una solidità di fondo nel nostro progetto».
«È importante parlare a tutti e lo facciamo attraverso cose concrete come la riduzione degli sprechi da investire in servizi: più mezzi pubblici, più sicurezza, più soldi per le scuole. Una città che funziona non è di destra o di sinistra. Se la loro azione su Roma è lo specchio di una ideologia hanno fallito».
«Sì. Ho votato Pd per quasi tutta la mia vita ma me ne sono vergognata nel momento in cui ho capito che non facevano altro che prenderci in giro. Basta pensare a Mafia capitale e ai brogli alle primarie…».
«Giachetti? Quello che sta ancorato alla sua poltrona alla Camera? Credo si impegni a mezzo servizio e questo non è indice di serietà».
«Meloni ha fatto da ministro in un governo Berlusconi, poi ha fondato un partito con La Russa. Sono facce messe lì, ma dietro ci sono quelli che si sono spolpati Roma».
«Bertolaso dovrebbe sapere che sono pedonali solo di fatto per il traffico privato. Comunque l’idea di creare zone pedonali non ci dispiace, ma con l’accordo dei cittadini e dei commercianti».
«La prima cosa da fare è riallacciare buoni rapporti con i dipendenti capitolini onesti, schiacciati dalla macchina politica in questi anni: con loro far ripartire la macchina comunale e da lì cambiare rotta. Nessuno pensi che se andiamo in Campidoglio in un sol colpo la città diventi perfetta: ci vorrà tempo».
«Anzitutto trasparenza e tagli agli sprechi. Atac, per esempio, deve tagliare consulenze, dirigenti, appalti esterni e con i soldi recuperati bisogna investire su nuovi mezzi pubblici. Sul tema rifiuti bisogna chiudere davvero Malagrotta e rendere Ama partecipe di tutto il processo, compreso andare al tavolo con i consorzi di filiera per il riciclo».
«Ripensare completamente la viabilità: un progetto che consenta di integrare mezzi pubblici tra loro, con un prolungamento della metropolitana oltre il grande raccordo anulare e in questo senso lavoreremo anche sulla linea C, anche se finora è stata anti-economica».
«Quello è da vedere. Ho anche altre idee, come un’autostrada ciclabile Roma-Ostia».
«Assolutamente no. Intendo seguire gli articoli 2 e 3 della Costituzione. Faremo stringenti controlli sia patrimoniali sia reddituali e si capirà chi ne avrà diritto e chi no. I campi comunque devono essere superati come prevede l’Europa».
«Una cosa non esclude l’altra».
«Ancora non abbiamo deciso. Può darsi che ci sia un passaggio sul blog o un bando pubblico o altro: l’importante è premiare merito e competenza».
«Sicuramente è più frenetica. All’inizio gli inseguimenti e i pedinamenti dei giornalisti mi hanno colto di sorpresa e spaventata un po’».
«Credo che essere mamma e sindaco sia quello che accade a tutte le donne che lavorano: sempre di salti mortali si tratta».
