Tra il Bomba e Juncker vince l’evasione internazionale

intervento di M5S Europa

“Il bue che dice cornuto all’asino. Il premier millantatore è stato “scornato” dal presidente della Commissione Europea. E’ un battibecco tra “cazzari”: da un lato l’Italia col suo slogan vivente, dall’altro uno dei più grandi fautori dall’evasione internazionale macchia (e medaglia per alcuni) dell’Unione Europea. Sul piatto, più del salva-banche, c’è la questione della flessibilità e della manovra del Governo, che la Commissione Europea – da fonti interne – vorrebbe bocciare. La flessibilità, in particolare, è stato un vanto del Bomba, lo scalpo con cui avrebbe piegato i tecnocrati al suo volere. Oggi, ma lo si sapeva già, scopriamo che non è così e che, anzi, a rivendicare quelle esigue concessioni è proprio la Troika (incarnata dalla Commissione). Paradossale, ma in linea con quanto vi avevamo già detto con i trucchetti che Pier Carlo Padoan stava mettendo in atto per recuperare un po’ di consenso sul Movimento 5 Stelle.

IL PESO NULLO DELL’ITALIA
In questo desolante quadretto risiede l’essenza del peso internazionale ricoperto dall’Italia. L’immobilismo dell’esecutivo (altro che riforme) alimenta le nefandezze e le contraddizioni dell’UE. Viceversa, le contraddizioni dell’Europa stimolano il nulla del Governo. E’ come un organismo che si autoalimenta e che, di rado, presta il fianco. E’ una lotta che vuole scagionare il meno colpevole ma che, in realtà, rappresenta il castello perfetto. Alla fine, immersi nel caos, ognuno si sente legittimato a fare ciò che vuole. La presidenza di turno olandese, che guiderà l’UE per sei mesi, è la ciliegina sulla torta. Una vera e propria manna per quei Paesi che, come Olanda e Lussemburgo, traggono linfa dall’evasione internazionale.

IL BANCHETTO DEGLI EVASORI
Evadere il fisco equivale a mentire, ingannare i cittadini, rubare profitti e cancellare milioni di posti di lavoro. La follia targata Europa non si ferma a garantire i paradisi fiscali “a norma di legge” come l’Olanda e il Lussemburgo, va oltre. Questi Paesi – il primo dovrebbe anche essere sotto infrazione per l’export eccessivo (al pari della Germania) – beneficiano dei proventi dell’evasione fiscale due volte. Inizialmente incassano i soldi tramite accordi fiscali privilegiati che garantisco alle multinazionali (Starbucks Manufacturing e Fiat Finance and Trade, per fare due esempi recenti) ingenti guadagni sulla pelle degli altri Paesi. Scoperto l’inganno, la Commissione Europea sanziona le multinazionali, costringendole a risarcire sempre quegli Stati che hanno beneficiato e incoraggiato il trattamento fiscale agevolato.

VIDEO L’assurda ingiustizia dei paradisi fiscali europei

IL GOVERNO RESTA A GUARDARE
Ricapitolando, Lussemburgo e Olanda distruggono la concorrenza attraendo i capitali con trattamenti fiscali agevolati. Il profitto delle multinazionali si dirigere fuori dai Paesi dove esso è generato, uccidendo il mercato interno e l’occupazione. La Commissione sanziona le multinazionali e risarcisce gli Stati che hanno creato il sistema elusivo internazionale. Questa è l’Europa costruita dai grandi tecnocrati, dai grandi manager e da uomini di Governo d’indiscusso talento. Esatto, perché le cose – in questa UE – possono essere cambiate, non è tutto immutabile. Serve una volontà politica forte che punti a tutelare l’occupazione, occorre battere i pugni in sede di Consiglio. La vicenda italiana di Apple ha fatto rumore solo perché si tratta di una delle più famose aziende del mondo, ma non si può pensare di risolvere il problema con estenuanti trattative tra l’erario e le grandi imprese. Basta fare un viaggio in Lussemburgo per rendersi conto che la pratica è diffusa in modo capillare: interi condomini, palazzi, centri, abitati da minuscoli uffici sedi fiscali d’imprese delle più disparate.

I TRUCCHI DEL BOMBA NON FUNZIONANO
La risposta del Governo italiano è stata imbarazzante. Ci sono migliaia di posti di lavoro in bilico perché l’esecutivo è incapace di fornire soluzioni a livello europeo. Il Jobs Act è una bufala di proporzioni immani, i problemi – come si evince – sono ben altri. Il provvedimento con cui il Bel Paese doveva rilanciare il mondo del lavoro altro non è che la rappresentazione dell’ideologia ordoliberista su cui si fonda l’Euro. La moneta unica è un vincolo di cambi fissi tagliato a regola d’arte sull’economia tedesca. L’impossibilità di svalutarla ha come conseguenza un altro tipo di svalutazione: quella sul mondo del lavoro. Rendere l’occupazione iper flessibile ammazzando i salari è la risultante dei trucchi del Governo italiano. Il cambio fisso favorevole alle economie del Nord distrugge il tessuto produttivo nostrano; infine, i risparmi privati vengono prosciugati con provvedimenti come il bail-in, un vero e proprio saccheggio per garantire le crisi bancarie sistemiche. E i paradisi fiscali? Sempre lì, a godersi lo spettacolo.

LA PRESIDENZA OLANDESE
Suona quindi paradossale che il turno di presidenza olandese del Consiglio (che segue, pensate un po’, a quello lussemburghese) sarà all’insegna di quattro punti essenziali: migrazione e sicurezza internazionale, finanze pubbliche sane e una solida zona euro, l’Europa come entità innovatrice e creatrice di posti di lavoro, una politica lungimirante in materia di clima ed energia. L’Olanda dovrebbe essere multata per svariati miliardi di Euro a causa del più alto surplus commerciale dell’intera Unione Europea, superiore anche a quello della Germania. Stiamo parlando di quasi l’11% quando il limite fissato sarebbe del 6% sulle partite correnti. I Paesi Bassi, inoltre, sono un ricettacolo d’evasione internazionale, al pari del Lussemburgo e compagnia bella. L’occasione della presidenza olandese è buona per smascherare l’ambiguità che genera il profitto del Nord Europa (ai danni del Sud). Il Movimento 5 Stelle lotterà e sbatterà in faccia ai tecnocrati la verità. Saremo gli unici italiani a farlo in Europa?